No. Semplicemente no. Potrei chiudere la recensione con queste tre parole per evitare di inacidirmi il fegato parlando dell’infima qualità di Red Notice, nuovo action comedy dal valore di 200 milioni di dollari.
La trama è semplicissima e ricalca un qualsiasi, banale heist movie.
Red Notice parte male: nel primo inseguimento benché ci siano qui e là dei movimenti di macchina vagamente interessanti, le riprese e – in particolare – il montaggio risultano troppo veloci. L’eccessiva rapidità della messa in scena sminuisce il senso e la spettacolarità di certe sequenze action. Il film è evidentemente figlio dell’epoca odierna, in cui l’azione frenetica e le decine di informazioni a schermo sono più importanti della chiarezza generale e di una messa in quadro pulita. Questa tendenza alla Michael Bay si ripercuote sulle scene più concitate: queste sono piene di tagli o inquadrature superflue che frammentano eccessivamente gli scontri, siano essi delle scazzottate o delle sparatorie. La regia è spezzettata e confusionaria e fa perdere tutto il gusto della violenza. Come se non bastasse, le immancabili esplosioni e i restanti effetti visivi sono così finti che più finti non si può.
Ad aggravare questo caotico mix testosteronico è il comparto fotografico: le immagini sono patinate, saturate e – nei frangenti più gravi – persino sovraesposte; non siamo lontani quindi dai peggiori blockbuster Marvel-Disney. L’orrore visivo viene coronato da un’illuminazione sparata e dai classici lens flare alla J. J. Abrams. L’esito finale non è dissimile da una pessima pubblicità di profumi.
Passiamo al nostro trio delle meraviglie. The Rock è l’unico tagliato per la parte, dal momento che il suo personaggio è un super agente grande e grosso, imperturbabile e atletico; ha la faccia e l’atteggiamento giusti, insomma fa il suo onesto lavoro. A ciò aggiungo – per sincerità – il mio guilty pleasure nei suoi confronti: non riesco a biasimarlo perché, nonostante non abbia mai dato prova di essere una star di valore in nessun lungometraggio che fosse un minimo decente, gode comunque di una presenza scenica intrigante.
A Ryan Reynolds è affidato il ruolo di comic relief, ma la sua recitazione è talmente sopra le righe da diventare in poco tempo insopportabile, oltre che monotona; colpa di battute fuori luogo e al limite dell’infantile. Si cerca poi di inspessire la sua figura di ladro con un background familiare più serioso che, però, alla fine della fiera è trito e ritrito. E Gal Gadot? L’attrice porta con sé la sua bellezza e poco più.
A mettere l’ultimo, pesante chiodo sulla bara è una narrazione prevedibile, non esente da buchi di sceneggiatura e incongruenze di scrittura che fanno solo arrabbiare (soprattutto nel finale). Lo script è volutamente esagerato e dà vita ad una brutta parodia o a un surrogato di Mission Impossible.
Red Notice è l’ennesimo, dozzinale buddy movie che nel suo pre-finale cerca futilmente di aggiungere carne al fuoco. Una trovata che vorrebbe nobilitare la sceneggiatura e avvicinare i due nemici/amici protagonisti, ma che risulta – ancora una volta – scadente.
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