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Horror psico-escatologico turco dal ritmo molto lento, interrotto da guizzi sporadici di suspense, raffreddati, tuttavia, da un compiaciuto quanto inutile ed insistito indugio sulle scene splatter, che frena l’azione, fermando l’immagine ad un orrore che non suscita emozioni bensì una sensazione di disgusto. Sempre sull’orlo del b-movie, si riscatta nel finale, prevedibile soltanto qualche sequenza prima, che spiega senza razionalizzare, lasciando, come impressione, un senso di disagio. Disseminato di riferimenti e di rinvii eterogenei, che si manifestano piuttosto banalmente, dal contrappasso dantesco ai mondi paralleli everettiani fino alle concezioni cicliche del tempo ed ai viaggi nello stesso con il conseguente inevitabile paradosso temporale dell’ultima sequenza, si regge esclusivamente sulla espressività del cast, nettamente superiore a quello degli omologhi prodotti hollywoodiani.
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