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"Green Lantern"(Martin Campbell, scritto da Marc Guggenheim, Greg Berlanti, Michael Guldenberg, Michael Green, ma ispirato ai comics CD, 2011)racconta dell'atavica lotta tra Guardiani dell'Universo(il bene, quelli della"Green Lantern")e Parallax, creatura altrettanto cosmica ma espressione del Male, della Paura. Come Gurdiano saà scelto un umnao che, debole nel senso di ondivago come ogni umano, dovrà percorrere un cammino di autocoscienza e di maturazione di sé , riuscendo comunque ad attingere un livello notevole di maturazzione e di consapevolizzazione, venendo ppi confemrato e in qualchje modo "consacrato"dalle creature del Bene nel suo ruolo. Film che "provengono"(o meglio derivnao)da cartoons hanno sempre in sé quel"germe"che rimanda alla pproria derivazione, per cui l'elemento action è certamente ben rapppresentato, molto presente, per molti(per chi scrive senz'altro)forse anche in forma eccessiva; ma ci muoviamo in un contesto cosmico, di science fiction che è, pur nel richiamo manicheo, di qualche(ossia non di un interesse assoluto, ma relativo, certamente) interesse. In più qui troviamo l'elemento della crescita-maturazione personale, che viene decisamente accentuato, qui, quasi in chiave orientale(ma esistono, come noto, tecniche di meditazione e non solo anche in Occidente, proprio volendo distinguere , sul piano geografico ma anche antropologico le varie culture), il che probabilmene è già nell'originale in cartoon ma viene trasposto con una certa efficacia anche sul piano filmico, a livello sia fotografico sia di scenografia, dove i due elementi convergono, portando a una sintesi feconda e certamente efficace. Il personaggio di Hal,Jordan il"prescelto"quale "investito"daalla green Lantern è interpretato bene da Ryan Reynolds, che certo non è interprete di film introspettivi, ma appunto di aventure's movies(mi scuso per la genericitàò dlela definizione, che tuttavia credo renda l'eclettismo della produzione filmica), dove anche la sua partner femminile BLake Lively "funziona" molto bene. In complesso un"prdotto"(di più sarebbbe probabilmente eccessivo definire)valido in specie per una fascia di pubblico abbastanza chiuso a film più impegnativi, che cercano di coniugare un minimo di impegno alla spettacolarità. El Gato
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