UN EROE ITALIANO. Il film di Renzo Marinelli (ritrasmesso all''alba di stamani da Rete4) racconta la storia, un po'' romanzata di Primo Carnera, the Walking Mountain. Nasce povero a Sequals (Friuli Venezia Giulia) ed è costretto ad emigrare in Francia da adolescente. Viene notato durante uno spettacolo di forza in un circo da un allenatore di boxe, che lo presenterà al manager Léon Sée. Il coraggio e la perseveranza lo portano alla vittoria del titolo mondiale. Il suo successo e la conquista del titolo mondiale lo trasformarono in un idolo e simbolo di riscatto per tutti gli italiani emigrati negli Stati Uniti. Questa la storia del nostro eroe (osannato dal Regime fascista, al fianco di Nuvolari), ma Marinelli ne descrive la cronaca umana in maniera un po'' succinta ma efficace.
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UN EROE ITALIANO. Il film di Renzo Marinelli (ritrasmesso all''alba di stamani da Rete4) racconta la storia, un po'' romanzata di Primo Carnera, the Walking Mountain. Nasce povero a Sequals (Friuli Venezia Giulia) ed è costretto ad emigrare in Francia da adolescente. Viene notato durante uno spettacolo di forza in un circo da un allenatore di boxe, che lo presenterà al manager Léon Sée. Il coraggio e la perseveranza lo portano alla vittoria del titolo mondiale. Il suo successo e la conquista del titolo mondiale lo trasformarono in un idolo e simbolo di riscatto per tutti gli italiani emigrati negli Stati Uniti. Questa la storia del nostro eroe (osannato dal Regime fascista, al fianco di Nuvolari), ma Marinelli ne descrive la cronaca umana in maniera un po'' succinta ma efficace. Sottolinea fin dai primi frame il bullismo che subi'' da ragazzino, quando alle elementari veniva deriso per il suo aspetto "cicciotto ed impacciato" quando tutti a scuola iniziavano la giornata con il saluto (a mio avviso da reintrodurre "Bongiorno Signora Maestra"). Come tutti sanno Carnera, anche come pugile alla potenza del suo micidiale sinistro, capace di stendere un cavallo, a causa della sua corpolenza, alto ben oltre i due metri, doveva supplire alla naturale lentezza dei suoi movimenti e spostamenti sul ring. Ma piu'' che l''aspetto tecnico della sua boxe, nel racconto di Marinelli viene soprattutto descritta la sua resilienza e la sua determinazione nel conquistarsi un posto, dove poteva mangiare una volta al giorno, e soprattutto diventare un motivo di orgoglio per i tanti nostri emigrati.
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