Arrivederci amore, ciao |
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Un film di Michele Soavi.
Con Alessio Boni, Isabella Ferrari, Michele Placido, Carlo Cecchi, Alina Nedelea.
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Azione,
durata 107 min.
- Italia 2006.
uscita venerdì 24 febbraio 2006.
MYMONETRO
Arrivederci amore, ciao ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Arrivederci? Meglio addio
di YawgmothFeedback: |
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domenica 9 luglio 2006 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Troppe pretese, troppi ammiccamenti ad altre opere, tutto troppo superficiale. Arrivederci amore, ciao è uno di quei film che ogni tanto escono in Italia, film pieni di pretese, con inquadrature tanto fiche e dinamiche e delle cose che addirittura somigliano a degli effetti speciali, ma la verità è che il risultato nella quasi totalità dei casi è un film che sembra un ricalco mal riuscito di film americani dello stesso genere, in questo caso noir misto a thriller con una spruzzata di azione e un paio di chili di ammiccamenti, citazioni fatte male e scopiazzature da altri film. Il protagonista è un personaggio per nulla definito, nella storia dovrebbe essere un ex-terrorista comunista ma in realtà avrebbero potuto fargli fare la parte del nazista convinto tant'é poco e mal delineato infatti non fosse per la parte iniziale del film (un pretesto per il resto della storia) non avrebbe niente a che fare con ideale comunista. La realtà che Michele Soavi per voler soddisfare tutte le sue pretese ha fatto un film che si attesta poco sopra la mediocrità. Il protagonista non è un eroe, neanche un antieroe ma un sociopatico senza alcun rimorso e alcuna emozione di nessun genere se non l'assurdo autocompiacimento dei propri delitti. Gli attori sono da buttare apparte Michele Placido che come al solito dà il meglio di sé pur in un ruolo stereotipato e risolleva un pò le sorti del film. Assurde le pretese di denuncia sociale del film, per tutto il tempo sfuocate e amalapena accennate che vengono fuori solo nel finale in cui sembra il protagonista sia in fondo "vittima delle circostanze" anche se è arrivato ad ammazzare tutto e tutti (persino chi gli stava accanto) pretese sociali che vorrebbero dire che "bisogna commettere dei crimini per essere accettati nella nostra società" ecc. ecc. Patetico il ritratto che viene fatto dell'Italia, dove sembra che sotto la facciata di perbenismo siano tutti assassini/ladri/stupratori. Ottima la colonna sonora e Placido, da buttare tutto il resto. Un film inutilmente angoscioso, pieno di autocompiaciuta crudeltà e che nella sua conclusione sconfina nella farsa dei generi che vorrebbe incarnare tant'é eccessivo e approssimato.
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