Piazza delle Cinque lune |
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Un film di Renzo Martinelli.
Con Donald Sutherland, Stefania Rocca, Giancarlo Giannini, Nicola Di Pinto, F. Murray Abraham.
continua»
Giallo,
durata 90 min.
- Italia 2003.
MYMONETRO
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Il codice Moro e il mistero dei Templari Rossi
di gio.caporFeedback: |
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martedì 20 maggio 2008 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Che c’azzecca il Palio e la Torre del Mangia di Siena, con il sequestro e l’omicidio di Aldo Moro? Una mazza, ovviamente! Ma se si vuol ripercorrere i tragici eventi che hanno portato all’assassinio dello statista da parte delle Brigate Rosse con la stessa enfasi e senso del mistero (presente ed incombente anche nel più insignificante dei dettagli) con cui si potrebbe raccontare la scomparsa dell’ultimo dei Templari una cittadella medievale, turrita il giusto e circondata da una campagna fiabesca, costituisce pur sempre uno scenario irrinunciabile..! Film davvero imbarazzante ed inutile, per di più narrato col piglio pretenzioso di chi ti vuol far sapere come sono andate realmente le cose, con un ritmo narrativo così concitato e costantemente sottolineato da effettacci sonori, improvvisi cambi d’inquadratura, prospettive aeree inutilmente vertiginose, da procurarti comunque la sensazione dell’immobilità e della noia assoluta. Spreco di presenze cinematografiche illustri: Donald Sutherland, nel ruolo del magistrato, indagante suo malgrado, è condannato ad una “spiega” continua dei fatti e degli antefatti storici, supportato da un Giancarlo Giannini iperconcentrato (o forse solo catatonico) e da una Stefania Rocca quasi perfetta nella parte della giovane collega preparata e perspicace, quella, per intendersi, che interrompe sempre il disorso al momento giusto e con la giusta osservazione (come nelle migliori serie poliziesche americane). Non so davvero cosa salvare di questo film. Neppure i titoli di coda, attesi con ansia quasi spasmodica, riescono a trasmetterti un senso di sollievo e riconciliazione con la vita, perché non puoi neppure avere la consolazione di pensare: speriamo che almeno i familiari di Moro non conoscano l’esistenza di questo film! Appena iniziano a scorrere i nomi, infatti, scopriamo che la canzone che li accompagna è suonata e cantata dal nipote di Aldo Moro. Una ballata ed una voce strazianti, purtroppo solo in senso acustico. Voto: 3
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