Titolo originale The Thirteenth Floor.
Fantastico,
durata 100 min.
- USA, Germania 1999.
MYMONETROIl tredicesimo piano
valutazione media:
3,37
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
All'Hotel Ambassador di Los Angeles,nel 1937,un uomo lascia una lettera al barman dell'albergo,dicendo che un amico passerà a cercarla.
Al suo risveglio,nella Los Angeles di oggi,l'uomo si rivela essere Hannon Fuller,(Armin Mueller-Stahl),famoso programmatore di mondi virtuali,che di lì a poco viene assassinato.
I sospetti cadono su Douglas Hall,il socio di Fuller,lo stesso uomo che nella realtà di 70 anni prima,avrebbe dovuto ritirare la busta e leggerne il contenuto. Le sue indagini lo porteranno a scoprire che la realtà è inviluppata da una serie di mondi virtuali che si intrecciano a formare un quadro inquietante e sorprendente. Le immagini in apertura inseriscono lo spettatore in una bella ambientazione retrò e una felice scenografia aiuta l'immaginazione a trovarsi nella Los Angeles del 1937, con i sopiti colori sul seppia che ossequiano le scene all'Overlook Hotel di Shining anche nella conversazione al bar fra i due uomini che si parlano al bancone.
Subito,le realistiche e soffuse immagini della città,com'era nel '37,svaniscono,stridendo nello schiudersi del primo dei molti voli temporali che segneranno l'intero corso del film e spostano la narrazione degli eventi a questi giorni,interrompendo bruscamente ogni proiezione immaginifica ed impattando una realtà attuale immersa nella fredda dimensione tecnologica che completerà il quadro del racconto. I conflitti cronologici sono disseminati in tutta la pellicola in continui viaggi e spostamenti tra passato e presente,fratturando la narrazione in segmenti situati su differenti piani ed evidenziando aspetti di intenzionale anacronismo,come si vede nella sequenza dell'incontro in un bar della Los Angeles di oggi tra Douglas Hall e Jane Fuller, presentata ad immagine della Gloria Grahame del "Grande caldo" di Lang.
Il richiamo al passato viene simboleggiato anche dall'immagine del biliardino con i giocatori di baseball in latta ed il funzionamento meccanico, gioco vintage che contrasta con la realtà tecnologica che si manipola nella Società situata al tredicesimo piano dell'edificio.
In un continuo inviluppo di situazioni presentate a sorpresa una nell'altra e in un processare di rivelazioni successive,il film si snoda mescolando aspetti noir che ricordano i polizieschi degli anni '40,con ingredienti di un cyber movie informatizzato.
Tra citazioni a Chandler ed ambientazioni non causali (il Grand Hotel Wilshire,teatro di molte storie dello schermo),il film affascina,adattandosi,ma non imitando,all'aspetto controverso che fa da base al Blade Runner di Dick/Scott.I richiami al film sono evidenti anche nei dialoghi. Il lavoro di Rusnak è un bel film, passato inosservato ma per colpe non sue. Il "Tredicesimo piano" veicola lo spettatore nel mondo della finzione e delle cyber sci-fi,aiutandosi con il fascino che deriva dall'ambientazione in epoche passate e procede spedito con il solo rallentamento dovuto all'intrico,a volte eccessivo,degli avvenimenti,ma nel suo complesso il film è appagante e suggestivo. Difficile riconoscere in Vincent D'Onofrio il sergente Palla di lardo o il detective Goren di Criminal Intent,ma chi conosce l'attore può avere la conferma del suo talento e delle sue capacità di trasformarsi in qualsiasi personaggio.
Salti temporali,unità programmate,simulazioni di identità e trasferimenti scandiscono questa bella avventura a metà strada tra il thriller e la fantascienza,imbastendo un gioco con lo spettatore,che si vede condotto ai confini della conoscenza ove i concetti di realtà,finzione e condizione virtuale si confondono.
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