Dalla genesi travagliata (è lo stesso Woo ad istituire il parallelo con Apocalypse Now di Coppola), Bullet in the Head è il miglior film del regista (con The Killer) che, come in precedenza, sotto la scorza del film d'azione nasconde molto di più.
Tetro, cupo e disperato, è il racconto di un'amicizia (tema caro al regista), ma abbandona i toni astratti di The Killer per approcciarsi ad una narrazione ancora più realistica e spietata (evidenti i riferimenti agli eventi occorsi a piazza Tiananmen nel giugno 1989). Prende spunto da Il Cacciatore nella struttura e anche nella scena (terribile) della roulette russa che, rispetto all'esempio americano, si sviluppa in modi molto più agghiaccianti e imprevedibili.
Da molti considerato perfino migliore di The Killer, Bullet in the Head è però un film molto diverso e pertanto non facilmente paragonabile, sicuramente più radicale e violento, dalla trama più complessa e ricco di scene memorabili, in particolare quelle d'azione, come sempre di eccezionale fattura, del tutto trascinanti, le quali non lasciano un attimo di tregua né agli spettatori né ai personaggi.
Può risultare un po’ ostico ad una prima visione, ma Bullet in the Head rimane un film da vedere, che riuscirà a farsi apprezzare anche dagli spettatori più esigenti. Prodotto, scritto (con J. Chun e P.Leung), montato (con D.Wu) e diretto da Woo, come The Killer non ottiene un immediato successo, ma riesce comunque a recuperare il budget.
Il primo montaggio aveva una durata di oltre tre ore e venne sottoposto ad una prima sforbiciatura per renderlo più facilmente commercializzabile, ma anche i distributori (per motivi di censura) hanno contribuito a tagliare ulteriori fette del film (fino ad assurdi di oltre 40 minuti), producendo così un numero infinito di versioni alternative di Bullet in the Head, la cui più completa finora rimane quella di 136'.
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