Bellissimo. Un film che fa vedere la Naja per quello che era. A differenza di "Soldati, 365 all'alba", che resta comunque un buon film sulla Naja, questo è un prodotto meno "cinematografico" e più fedele alla realtà.
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Bellissimo. Un film che fa vedere la Naja per quello che era. A differenza di "Soldati, 365 all'alba", che resta comunque un buon film sulla Naja, questo è un prodotto meno "cinematografico" e più fedele alla realtà. E' più profondo ed il tempo è scandito lentamente, con realismo. Non è un film adatto a chi cerca azione e scene veloci. Tutto si svolge all'interno di un lungo pomeriggio, nello stesso giorno, e sembra quasi di entrare a farne parte. Le scene fanno capire bene cosa significasse passare centinaia di giorni in ambienti come quello, durante quell'anno di vita "rubata" come viene anche detto Carmelo "…è solo un furto". La monotonia, la noia, l'essere forzati a stare lontano da qualunque altro posto in cui si vorrebbe essere. Quelle piccole e grandi torture psicologiche e i giochetti psicologici che si creano in quegli ambienti dove le persone sono forzate a convivere insieme, contro la loro volontà.
I veri protagonisti del film sono Franco (Francesco Siciliano) e Carmelo (Enrico Lo Verso). Il gigante buono contro il gigante cattivo, ma senza retorica. Entrambi attori bravissimi. Nella Naja, di elementi come Franco ce n'erano tanti, e bisogna rendere conto alla bravura dell'attore nel sapere recitare così bene la parte di quel personaggio, fatto di quella vera cattiveria gratuita e voglia di prevaricazione. Anche personaggi come Luca erano frequenti nella Naja.
Oltre ai protagonisti, ci sono i loro militari superiori, troppo stereotipati negli atteggiamenti, ma che compaiono solo in pochi brevi momenti.
Unica critica da parte mia, solo nella scena finale viene meno il realismo del film, quando con quell'ipocrisia tipica del "buoncostume" cinematografico, Tonino (Stefano Accorsi) reagisce più che contento alla notizia che la sua fidanzata aspetta accidentalmente un bambino.
"Soldati, 365 all'alba" e "Naja" rimangono ad oggi gli unici due film, seri, girati su quello che era il servizio militare obbligatorio nelle caserme italiane. Mentre "Soldati, 365 all'alba" dà una panoramica nel complesso, "Naja" fa entrare lo spettatore nel dettaglio psicologico di quell'ambiente e, alla fine, lascia l'amaro in bocca.
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