onufrio
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giovedì 18 gennaio 2018
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non baciate quella donna
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Irena Dubrovna è un artista di origine serbe che vive e lavora a New York, la donna si innamora di Oliver Reed, un architetto navale. Fra i due è un classico colpo di fulmine, ma la donna ha paura di unirsi in matrimonio, strane storie tormentano il passato di Irena, storie fantastiche che appannano i propri sentimenti. Oliver riesce a convincerla, i due si sposeranno, ma il matrimonio non va a gonfie vele, e nuovi problemi iniziano ad emergere. Paziente thriller/horror diretto da Jacques Tourneur. Film che all'epoca ebbe molto successo, considerato ancora oggi tra i film più importante del genere.
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stefanocapasso
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venerdì 5 gennaio 2018
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sessualità represse tra mito e realtà
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Oliver si innamora di Irene, disegnatrice di moda, personaggio affascinante e decide di sposarla subito noncurante di alcune stranezze della donna, convinti che sarebbero state risolte nel tempo. In realtà Irene che rifiuta qualsiasi rapporto fisico col marito, comincia a afre emergere lati della personalità inquietante, motivati secondo lei, da una vecchia leggenda proveniente dal suo paese di origine, leggenda legata ai felini. Non serve l’aiuto di uno psicologo ad evitare il dramma che si va profilando.
Horror holliwodiano di Jacques Toruner centrato sulla impossibilità di esprimere la sessualità a causa di un trauma, di origine collettiva per altro.
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Oliver si innamora di Irene, disegnatrice di moda, personaggio affascinante e decide di sposarla subito noncurante di alcune stranezze della donna, convinti che sarebbero state risolte nel tempo. In realtà Irene che rifiuta qualsiasi rapporto fisico col marito, comincia a afre emergere lati della personalità inquietante, motivati secondo lei, da una vecchia leggenda proveniente dal suo paese di origine, leggenda legata ai felini. Non serve l’aiuto di uno psicologo ad evitare il dramma che si va profilando.
Horror holliwodiano di Jacques Toruner centrato sulla impossibilità di esprimere la sessualità a causa di un trauma, di origine collettiva per altro. Il film gioca molto sull’aspetto perturbante del non detto, dovuto anche alle rigide regole della censura di quei tempi, e riesce nel suo intente anche grazie a questo. Mantenendo un’eleganza formale, la storia sviluppa in un crescendo di eventi inevitabili, la personalità problematica della protagonista, divisa tra la sofferenza provata per la sua condizione, e la paura che ella stessa provoca nelle sue trasformazioni
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il befe
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mercoledì 4 febbraio 2015
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grande film...
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gianleo67
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sabato 23 marzo 2013
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atavico dualismo di una primitiva ferinità
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Giovane progettista di uno studio navale incontra e si innamora di una affascinante e bella disegnatrice di moda di origini serbe che nasconde un terribile segreto legato ad una maledizione avita. Dapprima scettico dovrà ricredersi dopo il matrimonio quando, in seguito agli strani comportamenti della consorte, emergeranno chiari i segni di una sanguinaria vocazione omicida. Indissolubilmente legato al binomio eros-tanathos il piccolo gioiello di suspense dell'abile Tourneur, dissemina l'ordinario quotidiano con i segni ambigui e allarmanti del fantastico orrifico, elaborando a livello iconografico e scenografico la suggestione di eventi e presentimenti che scandiscono una lenta ed inesorabile azione drammatica sempre in bilico tra il razionale e l'irrazionale, tra la psicoanalisi e la superstizione, tra l'umano e l'inumano che dimora nei reconditi recessi di una natura oscura e misteriosa.
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Giovane progettista di uno studio navale incontra e si innamora di una affascinante e bella disegnatrice di moda di origini serbe che nasconde un terribile segreto legato ad una maledizione avita. Dapprima scettico dovrà ricredersi dopo il matrimonio quando, in seguito agli strani comportamenti della consorte, emergeranno chiari i segni di una sanguinaria vocazione omicida. Indissolubilmente legato al binomio eros-tanathos il piccolo gioiello di suspense dell'abile Tourneur, dissemina l'ordinario quotidiano con i segni ambigui e allarmanti del fantastico orrifico, elaborando a livello iconografico e scenografico la suggestione di eventi e presentimenti che scandiscono una lenta ed inesorabile azione drammatica sempre in bilico tra il razionale e l'irrazionale, tra la psicoanalisi e la superstizione, tra l'umano e l'inumano che dimora nei reconditi recessi di una natura oscura e misteriosa. Lo fa sia ricorrendo alla oggettivazione di un esplicito simbolismo narrativo (l'ossessione per la pantera della bella protagonista, il richiamo al facile sincretismo di una tradizione culturale che contamina sacro e profano, la elaborazione degli oggetti psicoanalitici di un'infanzia segnata da eventi indicibili,etc.) sia soprattutto attraverso l'abilità inarrivabile di una regia elusiva, allusiva, che si muove sinuosa e invisibile nella penombra di ambienti urbani crepuscolari e brumosi (splendida la fotografia espressionista del fidato Musuraca), dove il passo felino di una oscura presenza lascia solo le orme labili di un inquietante sospetto. Non ostante la pochezza dei mezzi e l'esiguità della storia (un mediometraggio di 73 minuti scarsi) Tourneur riesce a trarne un film raffinato e avvincente dove (come sempre) l'ombra del dubbio si proietta minacciosa sugli ignari protagonisti (di rara bellezza le sequenze della piscina e del pedinamento felino) e dove emerge la sensualità ferina di una splendida Simone Simon, dolce presenza dagli occhi di ghiaccio. Finale drammatico e concitato dove si compie l'oscura maledizione e la lama affilata di un Re Giovanni 'in doppio petto' trafigge mortalmente la pantera, per uccidere la donna (simbolo antico di fecondità e di morte). Discreto remake di Paul Schrader del 1982 con una giovanissima e sensualissima Nastassja Kinski. Prodotto in economie dalla gloriosa RKO, la salvò dal disastro incassando più di 4 milioni di dollari ed ebbe un modesto sequel ('The Curse of the Cat People' nel 1944) sempre prodotto da Val Lewton. Dal 1993 conservato nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso. Nobili origini del cinema di genere americano.
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mondolariano
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martedì 19 aprile 2011
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una metafora della sessualità repressa
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I vecchi film possono essere più affascinanti di quelli odierni anche per la carenza di effetti speciali. Le roboanti scene intrise di azione, sangue e sesso dicono poco rispetto ad una sottile velatura che lascia spazio all’immaginazione. In questo modo, la trasformazione della donna in pantera resta nascosta dietro un velo fantastico che oggi scadrebbe nel solito spettacolone di facile effetto. Certo, la povertà di mezzi dev’essere compensata da una qualità ottimale di tutto l’insieme - e forse 73 minuti sono pochi per permettere un pieno svolgimento della trama - ma tutto è condensato per lasciare posto ad un’atmosfera nera dove l’elemento horror è tacitamente presente in ogni momento. Memorabili i ruggiti nella piscina che richiamano il fascino della “femme fatale”, complice una Simmons dal volto inconfondibile, perfettamente calata nella sua parte.
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I vecchi film possono essere più affascinanti di quelli odierni anche per la carenza di effetti speciali. Le roboanti scene intrise di azione, sangue e sesso dicono poco rispetto ad una sottile velatura che lascia spazio all’immaginazione. In questo modo, la trasformazione della donna in pantera resta nascosta dietro un velo fantastico che oggi scadrebbe nel solito spettacolone di facile effetto. Certo, la povertà di mezzi dev’essere compensata da una qualità ottimale di tutto l’insieme - e forse 73 minuti sono pochi per permettere un pieno svolgimento della trama - ma tutto è condensato per lasciare posto ad un’atmosfera nera dove l’elemento horror è tacitamente presente in ogni momento. Memorabili i ruggiti nella piscina che richiamano il fascino della “femme fatale”, complice una Simmons dal volto inconfondibile, perfettamente calata nella sua parte. Inutile dire che il mostro dalle sembianze umane è l’ombra sfuggente di un incubo quale straordinaria metafora della sessualità repressa.
Ancora più interessante sarà il sequel di due anni dopo: “Il giardino delle streghe”.
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il cinefilo
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giovedì 22 luglio 2010
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il fascino del mistero secondo jacques tourneur
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TRAMA: Una donna dal passato misterioso si innamora di un uomo ma teme che,baciandolo,si risvegli un antica maledizione che la trasformerebbe in una feroce pantera...COMMENTO: IL BACIO DELLA PANTERA è un intrigante film horror degno di ogni cineteca e dove,a livello tecnico-stilistico risulta assolutamente vincente l'idea di non mostrare quasi mai in "diretta" la pantera demoniaca ma facendone solamente "intuire" l'inquietante presenza(la meravigliosa sequenza in piscina a cui si ispirò Dario Argento per SUSPIRIA e quella in cui l'amica del marito potrebbe essere "pedinata" dal mostro sul marciapiede che sono dei veri capolavori di tensione senza l'uso di qualsivoglia musica,soprattutto per l'epoca a cui risale la pellicola).
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TRAMA: Una donna dal passato misterioso si innamora di un uomo ma teme che,baciandolo,si risvegli un antica maledizione che la trasformerebbe in una feroce pantera...COMMENTO: IL BACIO DELLA PANTERA è un intrigante film horror degno di ogni cineteca e dove,a livello tecnico-stilistico risulta assolutamente vincente l'idea di non mostrare quasi mai in "diretta" la pantera demoniaca ma facendone solamente "intuire" l'inquietante presenza(la meravigliosa sequenza in piscina a cui si ispirò Dario Argento per SUSPIRIA e quella in cui l'amica del marito potrebbe essere "pedinata" dal mostro sul marciapiede che sono dei veri capolavori di tensione senza l'uso di qualsivoglia musica,soprattutto per l'epoca a cui risale la pellicola).
Questo film può vantare anche un attrice protagonista perfetta per il ruolo che ricopre(il volto "felino" di Simone Simon sembrerebbe calzare a pennello con la storia)e una colonna sonora ben elaborata che alimenta ulteriormente il fascino misterioso e "sensuale" della vicenda che viene raccontata.
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alessandra verdino
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domenica 6 luglio 2008
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l'ambiguita', la bellezza e il fascino del male
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"Il bacio della pantera" di Jacques Tourneur é un film affascinante perché é decisamente ambiguo. E difficilissimo nella sua comprensione.
Sotto l'aspetto di un fantastico noir/horror abbiamno, ben nascosto, uno dei temi più importanti della mente e del vivere civile: la bellezza ed il fascino del male.
Il male é una delle cose più affascinanti che ci siano.
Si é soggetti ad una tentazione che sconvolge ogni esistenza umana.
Da una parte abbiamo la cosiddetta "normalità" della vita, fatta di tanti piccoli gesti quotidiani, di sane abitudini e di ponderatezza - dall'altra, la più scaltra e magica delle scelte - la scelta del peccato e della distruzione di ogni cosa.
Qui il male é rappresentato da una pantera.
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"Il bacio della pantera" di Jacques Tourneur é un film affascinante perché é decisamente ambiguo. E difficilissimo nella sua comprensione.
Sotto l'aspetto di un fantastico noir/horror abbiamno, ben nascosto, uno dei temi più importanti della mente e del vivere civile: la bellezza ed il fascino del male.
Il male é una delle cose più affascinanti che ci siano.
Si é soggetti ad una tentazione che sconvolge ogni esistenza umana.
Da una parte abbiamo la cosiddetta "normalità" della vita, fatta di tanti piccoli gesti quotidiani, di sane abitudini e di ponderatezza - dall'altra, la più scaltra e magica delle scelte - la scelta del peccato e della distruzione di ogni cosa.
Qui il male é rappresentato da una pantera.
Un felino. Non c'é nulla di più mutevole e di più scaltro di questa razza.
Prendiamo, ad esempio, un gatto.
Non si sa mai cosa può fare, tanto é soffice, dolce e
terribilmente mutevole.
Irina é così. Tenera e romantica, ma capace di continui cambiamenti di stati d'animo.
Infatti, é una pantera. In grado di graffiare e di sopraffare chiunque le sia d'incomodo.
Ed é continuamente soggetta alla più forte delle tentazioni umane: la scelta del male e del peccato.
Il diavolo esiste. E sotto diverse forme.
Celato nelle cose più meravigliose e più facili da ottenere.
L'atrattiva del peccato - tutti ne subiamo le conseguenze, dal peccato originale - é fortissima in ognuno di noi.
Qui, il male vince e, allo stesso modo, perde.
Si insinuma lentamente nell'anima, offre una forza spaventosa ma poi distrugge chi ne é vittima.
Inevitabilmente.
Come é in questo film.
Fatta la sua scela, dopo mille dolorose tentazioni, Irina ne morirà.
Vittima di se stessa e del male che l'ha sconfitta.
Assolutamente impredibile
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peer gynt
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sabato 17 agosto 2002
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correzioni
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Il film e' del 1942 (non 1949!) e dura 73 minuti (non 118!).
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peer gynt
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sabato 17 agosto 2002
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una pantera che proviene dall'europa
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La serba Irina Dubrovna, sola perche' timida e straniera, sposa l'ingegnere navale Oliver Reed senza concederglisi, perche' cio' scatenerebbe la belva che e' in lei. L'ottuso psichiatra che crede solo alla scienza del visibile ci rimette le penne, mentre l'ingegnere si consola con l'amica del cuore. Film splendido, di intera fattura europea (russo il produttore, parigino il regista, mentre e' una 28enne di Marsiglia l'indimenticabile 'gattina' Irina), metaforico quanto basta, con scene memorabili (la piscina e il sogno di Irina su tutte) e un gioco di luci e ombre, paura del buio e buio della paura che con pochi effetti combinati sonoro-immagine terrorizza e incanta.
E alla fine ti resta dentro la solitudine e il senso di esclusione di una ragazza che prova cosa voglia dire l'essere rifiutata da tutti, uomini e animali.
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