Un film sulla disabilità, ma anche sulla difficoltà per una madre di tagliare quel cordone ombelicale che l'ha legata al figlio per tutta la sua infanzia e l'adolescenza. Un rapporto ancor più simbiotico se il figlio, come nel caso di Joel, è disabile e la madre è una lavoratrice sola come Mona.
Il titolo originale francese, Mon Inséparable, ma anche quello scelto per il mercato anglofono, My Everything, rendono con immediatezza la forza di quel legame esclusivo di dipendenza reciproca che il film affronta nei suoi aspetti più sottaciuti, e non solo dalla cinematografia. Un argomento quasi tabù, quale il diritto per il disabile adulto a vivere pienamente una vita sessuale, è al centro della storia, motore dello sviluppo narrativo.
[+]
Un film sulla disabilità, ma anche sulla difficoltà per una madre di tagliare quel cordone ombelicale che l'ha legata al figlio per tutta la sua infanzia e l'adolescenza. Un rapporto ancor più simbiotico se il figlio, come nel caso di Joel, è disabile e la madre è una lavoratrice sola come Mona.
Il titolo originale francese, Mon Inséparable, ma anche quello scelto per il mercato anglofono, My Everything, rendono con immediatezza la forza di quel legame esclusivo di dipendenza reciproca che il film affronta nei suoi aspetti più sottaciuti, e non solo dalla cinematografia. Un argomento quasi tabù, quale il diritto per il disabile adulto a vivere pienamente una vita sessuale, è al centro della storia, motore dello sviluppo narrativo. La regista, Anne-Sophie Bailly, una documentarista qui al suo primo lungometraggio del quale è anche sceneggiatrice, riesce ad evitare le trappole del sentimentalismo e della retorica realizzando un'opera ben ancorata alle tante sfaccettature del reale. I momenti di amore incondizionato, di allegra complicità, rapidamente cedono il posto alle incomprensioni, alla rabbia, alla frustrazione, alla paura, quando il giovane pretende di vivere fino in fondo, proprio come un adulto "normale", la sua storia d'amore con una ragazza (Julie Froger). Anche lei è disabile e si chiama Océane . Un bel nome evocativo di vastità e mistero in cui Joel ora vuole tuffarsi abbandonando gli spazi limitati della piscina dove va a nuotare con la mamma.
Gli equilibri faticosamente conquistati negli anni, passo dopo passo, in un attimo si rompono e non è facile costruirne di nuovi. Se Joel e la sua compagna sono fermi nella loro decisione, nonostante le opposizioni dei genitori, Mona si trova ad affrontare la necessità di tracciare un confine tra la cura e il controllo ed entra in una crisi profonda. Da una parte l'elaborazione della perdita del rapporto di interdipendenza con il figlio che aveva chiuso entrambi in una gabbia, dorata all'apparenza, proprio come i due pappagallini che ha in casa. Dall'altra la presa d'atto di aver rinunciato, o comunque di aver messo in secondo piano, le sue esigenze di donna. Non solo il piacere fisico ma anche l'affetto, la condivisione, l'aiuto dell'altro.
Se il film si conclude con un momento di ritrovata serenità per tutti i protagonisti, questo non vuol dire che sia stato facile attraversare la tempesta, né la Bailly ha la pretesa di fornire una ricetta o indicare una strada che porti dritta alla soluzione del problema. Piuttosto conduce i personaggi fuori dalla loro comfort zone, e li accompagna nell'affrontare la sfida e superare gli ostacoli tra cadute e inciampi.
Un'ora e mezzo le basta per sviluppare un tema difficile. Con il suo linguaggio asciutto, un montaggio serrato, una sceneggiatura che limita i dialoghi all'essenziale, fa parlare le immagini, il corpo e il volto degli interpreti. A suo agio con i primi piani ma anche con le sequenze "più affollate" come la sfilata delle gigantesche maschere tradizionali al suono delle percussioni, durante il carnevale di Charleroi, nel quale Joel, disorientato, si perde. Apprezzabile l'interpretazione di Charles Peccia Galletto nel ruolo del figlio.
Superba Laure Calamy, la madre, in un personaggio difficile che attraversa un'ampia gamma di stati d'animo.
E per Anne-Sophie Bailly una prima prova brillantemente superata.
[-]
|
|