alessandro spata
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domenica 14 marzo 2021
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trump: tra cinema e falsa "etica dell''eroismo"
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Trovo le argomentazioni del “film” molto plausibili. Però mi turba un tantino che l’analisi dei fenomeni sociali/politici sia affidata al giudizio di una congrega di professionisti della salute mentale. Tuttavia, questo non impedisce di pensare che l’elezione di Trump ci lasciò (alcuni, almeno) basiti a suo tempo. Come si fa a trovare una spiegazione razionale all’assurdo? E dopo il ricorso disperato ai libri, agli articoli, le varie ricostruzioni giornalistiche, cercando di capire cosa sia successo esattamente, ti ritrovi spossato, spaparanzato sulla poltrona davanti alla tv a guardare “La signora di Shanghai”. E improvvisamente sprofondi in un sogno e ti sembra di ritrovarti come “O’Hara (Welles) col suo sguardo allucinato dentro un labirinto di specchi: ambientazione perfetta per la metafora conclusiva dell’impossibilità di distinguere tra verità e menzogna.
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Trovo le argomentazioni del “film” molto plausibili. Però mi turba un tantino che l’analisi dei fenomeni sociali/politici sia affidata al giudizio di una congrega di professionisti della salute mentale. Tuttavia, questo non impedisce di pensare che l’elezione di Trump ci lasciò (alcuni, almeno) basiti a suo tempo. Come si fa a trovare una spiegazione razionale all’assurdo? E dopo il ricorso disperato ai libri, agli articoli, le varie ricostruzioni giornalistiche, cercando di capire cosa sia successo esattamente, ti ritrovi spossato, spaparanzato sulla poltrona davanti alla tv a guardare “La signora di Shanghai”. E improvvisamente sprofondi in un sogno e ti sembra di ritrovarti come “O’Hara (Welles) col suo sguardo allucinato dentro un labirinto di specchi: ambientazione perfetta per la metafora conclusiva dell’impossibilità di distinguere tra verità e menzogna. Minchia, signor tenente, tra un po’ gli daremo pure “Le chiavi del paradiso” a questo qui.
Novello “Giustiziere della notte” ha la pretesa di ovviare alle numerose mancanze di un sistema che appare sempre più incapace di garantire equità e sviluppo, ma dove risaltano anche le ripetute uccisioni di neri ad opera di poliziotti dalla pistola fin troppo facile. Il problema della violenza che esplode periodicamente tra polizia e neri d’America definirlo soltanto “problema locale”, come fanno certi politici nostrani, mi fa tornare in mente gli sceriffi del film “Mississipi Burning” quando definivano davanti agli agenti dell’FBI Anderson e Ward “problema locale” certe proteste dei neri nella contea di Neshoba, Mississipi. Un fatto di una gravità inaudita viene ridotto a semplice realtà locale quasi folkloristica sminuendone di fatto tutta la terrificante portata (universale). Trump un vero “eroe” contemporaneo, postmoderno che se ne frega del significato dell’esistenza e dell’ecologia sociale. Nemmeno nei film del controverso ispettore Callaghan, a suo tempo definito fascista (forse ingiustamente, ma dipende sempre dai punti di vista) si arriva a certi livelli di qualunquismo. Trump un falso eroe che rompe furbescamente con la Legge ponendosi al di sopra di essa come fosse un “dio”. Sono davvero ambigui certi falsi eroi. Essi sono “fuori-legge” indegni e fieri, ma non somigliano nemmeno lontanamente ai protagonisti di quel “Mucchio selvaggio” che si avvicinano all’appuntamento con la morte spavaldamente e scherzandoci su persino. I richiami cinematografici sono dettati dalla convinzione che con l’elezione di Donald Trump i confini tra reale e immaginario sembrano essere stati pericolosamente superati. Ma questo non è un film. Trump è reale e realmente è stato eletto alla presidenza degli USA. Facciamoci qualche domanda anche alla luce del fatto che nonostante quanto successo e a dispetto di ciò che è e ha fatto, viene ancora osannato dal suo partito e da larghi strati di popolazione. E allora vediamo scorrere davanti ai nostri occhi l’immagine di “Dirty Donald” e stiamo lì pensierosi e un po’ frustrati a sperare, anche solo per un istante, che quello a cui stiamo assistendo è soltanto l’ennesimo passaggio in tv di uno scadente B-Movie, il sequel mediocre dell’ennesimo polpettone distopico-catastrofico che da un momento all’altro sarà interrotto dalle pubblicità dei pannoloni per adulti e piccini
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maramaldo
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martedì 2 febbraio 2021
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"per intervalla insaniae"
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San Girolamo era sicuro che Lucrezio avesse scritto il De Rerum nelle intermittenze di una sindrome psicotica. Erasmo sbeffeggiò gente che contava, rilevandone gesti bislacchi. Trattandosi di quel "soggetto", mi direte che è il caso di scendere in quota. Lo faccio subito.
Da noi, un presidente, pur attaccato all'ordinamento democratico di cui aveva sapienza, a causa di talune frequentazioni, mostro indizi di "instabilità mentale" che ne compromisero funzioni e autorevolezza. In URSS, quando per occhio di mondo non si potè più metterli al muro o spedirli in Siberia, si escogitò di internare i dissidenti in cliniche.
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San Girolamo era sicuro che Lucrezio avesse scritto il De Rerum nelle intermittenze di una sindrome psicotica. Erasmo sbeffeggiò gente che contava, rilevandone gesti bislacchi. Trattandosi di quel "soggetto", mi direte che è il caso di scendere in quota. Lo faccio subito.
Da noi, un presidente, pur attaccato all'ordinamento democratico di cui aveva sapienza, a causa di talune frequentazioni, mostro indizi di "instabilità mentale" che ne compromisero funzioni e autorevolezza. In URSS, quando per occhio di mondo non si potè più metterli al muro o spedirli in Siberia, si escogitò di internare i dissidenti in cliniche.
Il film, niente che non sapessimo noi che abbiamo già perso il sonno all'idea che un picchiatello tenesse il dito sul bottone nucleare. Da far venire la voglia di correre ad imbucare almeno un migliaio di voti contrari.
A parte gli scherzi, le "evidenze" illustrate dai diagnostici di Unfit non mi hanno persuaso.
Lessi quando uscì The Art of Dealing, racconto delle trattative intercorse per trasformare impianti dismessi e abbandonati di Manhattan in una area residenziale. Non me lo ricordo come un "mein Kampf". Scritto in collaborazione con un giornalista, credo. Già, nel non fidarsi della propria padronanza dell'ortografia scorgo un segno di assennatezza. Da come adesso si son svolti i fatti emergono normalità, banalità, meschinerie, tutte razionali o ragionevoli se preferite. Sorvolo sulla reazione, questa sì, scomposta, del turlupinatore che per una volta si vede turlupinato. Certo, in apparenza un comportamento balzano. Fosse stato un po' calmetto, avrebbe ripreso il posto per il quale, oggi ormai, chicchessia, più o meno pittoresco, si ritiene "suitable". Perchè la follia? Sospetto che c'entri un "sano" istinto di... conservazione. Un'occhiata al passato e, aggiungo, un fiuto ferino lo hanno convinto che non sarebbe comunque durato. Si è quindi chiamato fuori, salvando la faccia e facendo la vittima, però viva. Cercando un punto di non ritorno, sobilla la pagliacciata al Capitol Hill. Non più di 5 caduti, ormai senza nome. Delinquenti caucasici, niente fiaccolate e commemorazioni.
Sbrigatevi a vedere il film prima che svapori l'aura caricaturale che promana dal personaggio e dai suoi detrattori più o meno beneauguranti.
Donald tornerà. Come tornano duci, fuhrer, nixon, reagan, kkk...l'armamentario dei nostri persuasori. Siategliene grati, sembra che vi inquietino, invece vi sedano prima di andare a letto, distogliendovi da fantasie torve e demenziali come teste mozzate, cattedrali roventi...
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