Pur non sempre totalmente a fuoco "L'uomo che uccise Hitler e poi il Bigfoot", sviluppa un'ambiziosa sintesi tra cinema indipendente e popolare, attenta ai rapporti tra medium, immaginario e genere
di Alessio Baronci Sentieri Selvaggi
L'Uomo che uccise Hitler e poi il Bigfoot, esordio indipendente del 2018 di Robert D. Krzykowski con Sam Elliott, è un film che tradisce la sua anima ondivaga, frutto di polarità opposte, fin dalla storia che sceglie di raccontare, che quasi sembra tratta da un romanzo d'avventura mai esistito: Caleb Carr è un veterano che ha ucciso Hitler ma non è riuscito a porre fine alla Seconda Guerra Mondiale. Dopo l'impresa, in preda ai sensi di colpa, ha giurato che non avrebbe ucciso mai più ma ora, ormai anziano, sarà costretto a rimettersi in gioco dopo che il governo lo ingaggia per uccidere il pericoloso Bigfoot. [...]
di Alessio Baronci, articolo completo (3364 caratteri spazi inclusi) su Sentieri Selvaggi 8 maggio 2021