|
vanessa zarastro
|
mercoledì 30 marzo 2016
|
solitudini
|
|
|
|
Il film ci mostra la situazione di Tzvia, una donna israeliana “ortodossa” con 4 figli e il marito docente talmudico. Loro vivono a ridosso del cimitero ebraici sul monte degli Ulivi di Gerusalemme e, mentre il marito lavora tutto il giorno e i figli vanno a scuola con lo school bus, Tzvia vive male la sua solitudine che prende forme paradossali fino ad arrivare a una sorta di malattia. I suoi unici contatti giornalieri sono con lo scalpellino che incontra ogni tanto e talvolta incontri casuali quali due donne che, dopo il funerale hanno bisogno di una toilette…Di notte, lei esce nel cimitero per fumare una sigaretta e scopre un traffico di prostituzione: il suo desiderio di compagnia la porta a familiarizzare sia con la prostituta sia con coloro che ne traggono i benefici e inizia a cucinare anche per loro e a incontrarli tutte le sere.
[+]
Il film ci mostra la situazione di Tzvia, una donna israeliana “ortodossa” con 4 figli e il marito docente talmudico. Loro vivono a ridosso del cimitero ebraici sul monte degli Ulivi di Gerusalemme e, mentre il marito lavora tutto il giorno e i figli vanno a scuola con lo school bus, Tzvia vive male la sua solitudine che prende forme paradossali fino ad arrivare a una sorta di malattia. I suoi unici contatti giornalieri sono con lo scalpellino che incontra ogni tanto e talvolta incontri casuali quali due donne che, dopo il funerale hanno bisogno di una toilette…Di notte, lei esce nel cimitero per fumare una sigaretta e scopre un traffico di prostituzione: il suo desiderio di compagnia la porta a familiarizzare sia con la prostituta sia con coloro che ne traggono i benefici e inizia a cucinare anche per loro e a incontrarli tutte le sere. Man mano che il marito si distacca da lei, sempre più preso nel suo ruolo religioso e ascetico, non desiderandola più neanche come oggetto sessuale con la scusa di non volere atri figli, Tzvia non sentendosi né stimata né desiderata, deciderà che è ora di farla finita.
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a vanessa zarastro »
[ - ] lascia un commento a vanessa zarastro »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
peer gynt
|
venerdì 4 settembre 2015
|
le colpe dell'homo religiosus
|
|
|
|
Molto spesso un film parte col piede giusto se trova la location adatta. Quella di questo film è assolutamente strepitosa. Siamo infatti nel grande cimitero di Gerusalemme sul Monte degli Ulivi, praticamente dentro al quale c'è una casetta di mattoni abitata dalla famiglia di un maestro di dottrina ebraica: lui, la moglie e quattro figli piccoli. La donna chiama scherzosamente la sua casa "l'angolo dei vivi", suscitando la reazione imbarazzata di alcuni rigidi visitatori appartenenti all'ebraismo ortodosso (che si chiedono anche scandalizzati se la legge ebraica consenta una simile commistione fra la vita e la morte). La donna, molto impegnata dalle attività casalinghe e di madre, si vede trascurata dal marito, preso totalmente dal suo lavoro e dalle sue quotidiane pratiche rituali.
[+]
Molto spesso un film parte col piede giusto se trova la location adatta. Quella di questo film è assolutamente strepitosa. Siamo infatti nel grande cimitero di Gerusalemme sul Monte degli Ulivi, praticamente dentro al quale c'è una casetta di mattoni abitata dalla famiglia di un maestro di dottrina ebraica: lui, la moglie e quattro figli piccoli. La donna chiama scherzosamente la sua casa "l'angolo dei vivi", suscitando la reazione imbarazzata di alcuni rigidi visitatori appartenenti all'ebraismo ortodosso (che si chiedono anche scandalizzati se la legge ebraica consenta una simile commistione fra la vita e la morte). La donna, molto impegnata dalle attività casalinghe e di madre, si vede trascurata dal marito, preso totalmente dal suo lavoro e dalle sue quotidiane pratiche rituali. Una sera scopre casualmente, passeggiando fra le tombe del cimitero, una coppia che fa l'amore. Ma non è un caso isolato, nel cimitero infatti si svolge nottetempo un mercato del sesso, con prostitute e protettori. La donna, attratta più che scandalizzata da quel mondo, e sempre più depressa per il disinteresse del marito, comincia col violare alcune delle rigide norme che le impone il suo credo, per finire con un atto radicale di rifiuto di tutta la sua situazione. Film duro che denuncia spietatamente quanto sfruttamento ed umiliazione del nostro prossimo si debbano più alla religione che al vizio.
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a peer gynt »
[ - ] lascia un commento a peer gynt »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
vanessa zarastro
|
mercoledì 30 marzo 2016
|
solitudini
|
|
|
|
Il film ci mostra la situazione di Tzvia, una donna israeliana “ortodossa” con 4 figli e il marito docente talmudico. Loro vivono a ridosso del cimitero ebraici sul monte degli Ulivi di Gerusalemme e, mentre il marito lavora tutto il giorno e i figli vanno a scuola con lo school bus, Tzvia vive male la sua solitudine che prende forme paradossali fino ad arrivare a una sorta di malattia. I suoi unici contatti giornalieri sono con lo scalpellino che incontra ogni tanto e talvolta incontri casuali quali due donne che, dopo il funerale hanno bisogno di una toilette…Di notte, lei esce nel cimitero per fumare una sigaretta e scopre un traffico di prostituzione: il suo desiderio di compagnia la porta a familiarizzare sia con la prostituta sia con coloro che ne traggono i benefici e inizia a cucinare anche per loro e a incontrarli tutte le sere.
[+]
Il film ci mostra la situazione di Tzvia, una donna israeliana “ortodossa” con 4 figli e il marito docente talmudico. Loro vivono a ridosso del cimitero ebraici sul monte degli Ulivi di Gerusalemme e, mentre il marito lavora tutto il giorno e i figli vanno a scuola con lo school bus, Tzvia vive male la sua solitudine che prende forme paradossali fino ad arrivare a una sorta di malattia. I suoi unici contatti giornalieri sono con lo scalpellino che incontra ogni tanto e talvolta incontri casuali quali due donne che, dopo il funerale hanno bisogno di una toilette…Di notte, lei esce nel cimitero per fumare una sigaretta e scopre un traffico di prostituzione: il suo desiderio di compagnia la porta a familiarizzare sia con la prostituta sia con coloro che ne traggono i benefici e inizia a cucinare anche per loro e a incontrarli tutte le sere. Man mano che il marito si distacca da lei, sempre più preso nel suo ruolo religioso e ascetico, non desiderandola più neanche come oggetto sessuale con la scusa di non volere atri figli, Tzvia non sentendosi né stimata né desiderata, deciderà che è ora di farla finita.
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a vanessa zarastro »
[ - ] lascia un commento a vanessa zarastro »
|
|
d'accordo? |
|
|
|