Le luci della sera |
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Un film di Aki Kaurismäki.
Con Janne Hyytiäinen, Maria Järvenhelmi, Maria Heiskanen, Ilkka Koivula, Sergei Doudko.
continua»
Titolo originale Laitakaupungin Valot.
Thriller,
durata 78 min.
- Finlandia, Germania, Francia 2006.
- Bim Distribuzione
uscita venerdì 12 gennaio 2007.
MYMONETRO
Le luci della sera
valutazione media:
3,47
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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VOLVER( TORNARE)!di bloggerFeedback: 0 |
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lunedì 15 gennaio 2007 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
“Solo come un cane” la nota similitudine definisce emarginazione ed abbandono e Kaurismaki firma sempre con la presenza viva di un cane le sue opere, come se tenesse ad assicurare lo spettatore della genuinità della sua ispirazione. L’animale-attore è uno dei tanti particolari di cui il regista si serve per suscitare pietà nei confronti dell’umanità patetica e derelitta da lui raccontata. Ma per non correre il rischio di annoiarsi nell’ovattata atmosfera delle sognanti periferie del regista finlandese bisogna lasciarsi cullare dai ritmi lenti senza rincorrere la storia o cercarvi il ritratto realistico d’ambiente; è necessario piuttosto lasciarsi coinvolgere, pensando di essere all’interno della galleria di un artista, i quadri del quale più che denunciare la realtà poeticamente la deformano. Così in “Le luci della sera”, terza parte di una trilogia dedicata ai perdenti, i pochissimi dialoghi e la scabra classica vicenda di un inganno orchestrato ai danni di un sorvegliante hanno addirittura un effetto disturbante ed innaturale, costituiscono una stonatura in un universo di volti attoniti e sfigurati dalla stanchezza o dai vizi, di penombre, di lunghi silenzi, di passi persi nella notte, di conversazioni laconiche e surreali, di pugni brutali o carezze riparatrici: una donna illuminata prigioniera dentro il riquadro di un chiosco di salsicce in riva al fiume inquinato, la pausa di un sorriso all’interno del carcere, la malinconia struggente del tango, il vigore disperato del cantante rock nella balera, la dolcezza triste del vecchio nel dormitorio pubblico, il crepuscolo di Helsinki, l’azzurrino dei suoi palazzi in vetro cemento all’alba…apparizioni magiche che affiorano dagli angoli dimenticati delle ricca Europa. Il poeta alcolista e maledetto fruga la spazzatura: Kaurismaki sostiene di girare ubriaco parte delle scene delle sue pellicole, eppure in esse l’alcool non incorona il carismatico ribelle, è al contrario la fedele compagnia che consente al povero sprovveduto di dimenticarsi. Poeta maledetto si dunque, ma alla maniera dello scrittore erotomane Bukovski, senza aureola: l’incanto scaturisce dall’ estraneità forzata rispetto a un meccanismo sociale stritolante; sopravvive puro a un’umanità corrotta dal progresso e dalle leggi economiche solamente chi ne è vittima non integrata, gli uomini senza passato( è il titolo della penultima fatica del regista) chi ha smarrito la memoria nella speranza forse vana di un futuro migliore. Allora dalle glorie della Settima arte Kaurismaki recupera la fiaba salutarmene anacronistica di Charlot, stralunato angelo vagabondo caduto negli infermi metropolitani tra bionde donne fatali bugiarde e gangster: a chi cerca un riscatto non resta che rimpiangerlo nell’attesa di un ritorno, “volver”, tornare, canta Bernal e “Volver” intitola Almodovar il suo film sui fantasmi … http://slilluzicando.splinder.com
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