La terza stella |
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Un film di Alberto Ferrari.
Con Alessandro Besentini, Francesco Villa, Petra Faksova, Francesca Giovannetti, Marica Coco.
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Comico,
durata 98 min.
- Italia 2005.
uscita venerdì 11 marzo 2005.
MYMONETRO
La terza stella
valutazione media:
1,88
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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La capitalizzazione della comicitàdi AntonioFeedback: 0 |
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lunedì 1 agosto 2005 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Urla. Questo mi viene in mente quando ripenso a "La terza stella". E anche imbarazzo per le certe assurdità che per mio personalissimo parere non hanno alcuna ragione di definirsi comiche. Che c'azzecca Ale che fa il verso a Hitler quando incita alla vittoria? Poteva starci bene nelle feste di compleanno che facevo quand'ero piccolo in cui tra bambini ci si scalmanava nelle stupidità (si cresce anche così) ma in un film... E pensare che il duo è bravo: mi diverto sempre quando a Zelig fanno la scenetta della coppia nevrotico/ingenuo, ma non si può costruire un film avendo come unica base un tormentone di successo. E infatti il prodotto costruito è frammentario, rumoroso (perchè tutte quelle urla?), imbarazzante, noioso, (quante volte sono andati Ale e franz nel sotterraneo?), inconsistente, infantile. Il vero problema, la macchina che secerne tali atrcità cinematografiche, è il marketing feroce che (per ora) si appropria dei talenti comici. Si comincia con la scuola di teatro, poi ci si esibisce a Radio Popolare criticando magari quelli che lavorano a Zelig ma desiderando disperatamente di salire sul mitico carrozzone, si riesce ad esibirsi a Zelig (per bravura o per calcolo di qualcuno che pianifica il successo di questo o di quel comico?), si viene lanciati con un bel tormentone di successo e poi si fa un film. Quì non c'entra nè la destra nè la sinistra (si parte da Radio Popolare e si arriva a Mediaset); c'entra il marketing, la meccanicizzazione mediatica della comicità che l'abbassa ad un prodotto di consumo come altri. Meno male che così non è, che la vera comicità è Arte e come tale trascende questi miseri tentativi di banalizzazione. Magari la follia speculativa della capitalizzazione della comicità cesserà perchè attratta da altri più succulenti business; magari gli artisti-burocrati scapperanno via rinnegando di aver fatto parte del delirante meccanismo; magari tra le rovine rimarranno gli Artisti, quelli veri, che porteranno avanti ancora e con dignità l'Arte di far ridere. Bambola, Sposerò Simon Le Bon, Trainspotting: direi che La terza stella ha le carte in regola per essere inserito nel gruppo di questi incubi cinematografci.
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