genty_87
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domenica 17 marzo 2019
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audio non discreto
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gianni lucini
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lunedì 26 settembre 2011
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un sottile filo d’angoscia
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In film come Gli angeli di Borsellino, di cui lo spettatore conosce già per sommi capi la trama e soprattutto il drammatico finale, si corre sempre il rischio di apparire banali, scolastici o eccessivamente retorici. Il merito principale di Rocco Cesareo è quello di muoversi con destrezza evitando gran parte di queste trappole. Lo fa tenendo fermo il timone della narrazione sulle vicende di un gruppo di ragazzi senza cedere alla tentazione di santificarli e portandoli sullo schermo con una serie di vizi e di virtù uguali a quelli di molti altri coetanei. Non calca mai la mano sulle situazioni e utilizza proprio la conoscenza del tragico finale da parte degli spettatori come un sottile ma robusto filo cui appendere le vicende narrate.
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In film come Gli angeli di Borsellino, di cui lo spettatore conosce già per sommi capi la trama e soprattutto il drammatico finale, si corre sempre il rischio di apparire banali, scolastici o eccessivamente retorici. Il merito principale di Rocco Cesareo è quello di muoversi con destrezza evitando gran parte di queste trappole. Lo fa tenendo fermo il timone della narrazione sulle vicende di un gruppo di ragazzi senza cedere alla tentazione di santificarli e portandoli sullo schermo con una serie di vizi e di virtù uguali a quelli di molti altri coetanei. Non calca mai la mano sulle situazioni e utilizza proprio la conoscenza del tragico finale da parte degli spettatori come un sottile ma robusto filo cui appendere le vicende narrate. Al film è stata riconosciuta la qualifica di “film di interesse culturale nazionale” e l’ANEC (Associazione Nazionale Esercenti Cinema) gli ha attribuito una targa come “menzione speciale di merito”.
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gianni lucini
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lunedì 26 settembre 2011
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la storia di una ragazza
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Dedicato alle vittime di mafia, il film inizia dove finisce la storia di Giovanni Falcone e racconta i cinquantasette giorni che separano la strage di Capaci da quella di via D'Amelio. Rocco Cesareo sceglie un punto di vista particolare per raccontare la storia di un pugno di ragazzi morti nella difficile lotta contro la mafia. Non c’è alcun afflato eroico nell’azione della Scorta “Quarto Sesto 21” e non c’è spazio neppure per le esagerazioni concitate tipiche degli impianti narrativi di stampo hollywoodiano. I poliziotti che accompagnano il magistrato appaiono uguali a tanti altri ragazzi della loro età, non sono eroi e non vorrebbero neppure diventarlo.
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Dedicato alle vittime di mafia, il film inizia dove finisce la storia di Giovanni Falcone e racconta i cinquantasette giorni che separano la strage di Capaci da quella di via D'Amelio. Rocco Cesareo sceglie un punto di vista particolare per raccontare la storia di un pugno di ragazzi morti nella difficile lotta contro la mafia. Non c’è alcun afflato eroico nell’azione della Scorta “Quarto Sesto 21” e non c’è spazio neppure per le esagerazioni concitate tipiche degli impianti narrativi di stampo hollywoodiano. I poliziotti che accompagnano il magistrato appaiono uguali a tanti altri ragazzi della loro età, non sono eroi e non vorrebbero neppure diventarlo. Gli angeli di Borsellino racconta le emozioni, le speranze e anche le contraddizioni di un gruppo di giovani alle prese con un compito difficile e rischioso. In particolare punta l’obiettivo sulla storia di Emanuela Loi, la prima donna poliziotto aggregata a una squadra che ha il compito di fare da scorta a un magistrato nel mirino della mafia. Per evitare di perdersi Cesareo tiene come bussola il libro “La ragazza poliziotto” di Francesco Massaro. Lo stile della narrazione è asciutto e privo di fronzoli con dialoghi che spesso entrano nel vivo dei concetti senza troppe parole («C’è l’agente Loi… un altro cadavere ambulante, vero?»). Nel film la giovane agente attraversa la sua breve storia con una grande voglia di vivere, talvolta con la speranza di mollare tutto e andarsene altrove ma con la consapevolezza di essere in balia di un destino che non è in grado di controllare. Fin dall’inizio bastano poche sequenze al regista per accompagnare lo spettatore in un clima più che in una storia. La tensione della QS21 in azione, la bomba che uccide Falcone e segna l’inizio della guerra aperta tra Stato e mafia vengono contrapposte alla sgomenta espressione di una ragazza in divisa che, mentre sta piantonando un pentito, ascolta le notizie alla radio ignara di essere sul punto di diventarne protagonista. Reagisce incredula quando le dicono che lo Stato ha bisogno anche di lei per una guerra aspra e feroce. Non si sente preparata e tenta di allontanarla da sé chiedendo un impossibile trasferimento. Conclude poi la prima vera operazione di scorta a Borsellino vomitando per la tensione.
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pochechiacchiere
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lunedì 11 aprile 2011
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bisogna avere competenza per recensire un film
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O almeno averlo visto. Io l'Ho fatto ed anche se non certo un colossal l'ho trovato denso di una delicatezza umana che è difficilmente riscontrabile,specie in film di questo genere.Ci sono citazioni di alta firma fatte senza superbia e senza inganno, anche questo non facile. La regia è lieve, veloce, sembra volare sulla storia; Toni Garrani è un Paolo Borsellino che riesce ad essere il fulcro della storia per visitazione emotiva e ricerca fisica del personaggio, Splendido il Cameo di Ernesto Majeux,bella performance di Selvaggia Quattrini e dei ragazzi della Scorta. Esecranda, ma non per colpa della regia che ha spremuto quello che poteva, l'interpretazione del guitto Pino Insegno come della Barbie Brigitta Boccoli.
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O almeno averlo visto. Io l'Ho fatto ed anche se non certo un colossal l'ho trovato denso di una delicatezza umana che è difficilmente riscontrabile,specie in film di questo genere.Ci sono citazioni di alta firma fatte senza superbia e senza inganno, anche questo non facile. La regia è lieve, veloce, sembra volare sulla storia; Toni Garrani è un Paolo Borsellino che riesce ad essere il fulcro della storia per visitazione emotiva e ricerca fisica del personaggio, Splendido il Cameo di Ernesto Majeux,bella performance di Selvaggia Quattrini e dei ragazzi della Scorta. Esecranda, ma non per colpa della regia che ha spremuto quello che poteva, l'interpretazione del guitto Pino Insegno come della Barbie Brigitta Boccoli.Vorrei sapere che ci stavano a fare, chi ce li aveva portati e perchè i sospetti si fanno grevi specie quando si scopre che la Barbie Boccoli era,ai tempi,compagna di "schiticchi" del distributore e che " Gatto Mammone Insegno" era un suo ex.
Che altro dire? Non avrei mai permesso che mi si rovinasse così quello che poteva essere davvero un bel film. Questa è l'unica pecca di Cesareo
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nino terzo 82
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giovedì 22 gennaio 2009
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e i tuoi colleghi macellati a capaci?
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Ottima ricostruzione su una delle parti più difficili nella storia d'Italia. Lo vedo quotidianamente, avendolo scaricato nell'Hard Disk esterno del computer, poichè ho svolto in ferma quadriennale il Carabiniere, rischiando quotidianamente la vita, e svolgendo mansioni dove ho visto con gli occhi la precarietà della vita, ricordo benissimo giunto giovanissimo Carabiniere In Ferma Prolungata a Cortina d'Ampezzo (Belluno), sentendo che sono Siciliano, i superiori mi hanno narrato degli eventi,proprio su questo periodo, dove veramente chi ha fatto il Carabiniere o Poliziotto è vissuto con la precarietà della vita.
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per capirci qualcosa
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sabato 6 settembre 2008
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che succede?
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Gli angeli di Borsellino - Scorta QS21
Per non dimenticare
Il 19 luglio 1992 rappresenta per l'Italia uno dei momenti più drammatici della storia repubblicana: il giudice Paolo Borsellino e la sua scorta vengono barbaramente uccisi in un agguato mafioso. Cronaca di una morte annunciata? Si potrebbe affermare di si, in quanto circa un mese prima veniva assassinato Giovanni Falcone magistrato impegnato nella lotta contro "cosa nostra" insieme a Borsellino. Questa tragedia servì a svegliare le coscienze assopite degli italiani e delle istituzioni politiche che attuarono dei piani operativi di intervento militare per smantellare la "cupola" mafiosa. A quei giorni nonché alla vittime di mafia è dedicato Gli angeli di Borsellino che come afferma il regista Rocco Cesareo "nasce dalla necessità di non dimenticare il sacrificio di Paolo Borsellino e degli agenti della scorta nell'eroica lotta contro la mafia".
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Gli angeli di Borsellino - Scorta QS21
Per non dimenticare
Il 19 luglio 1992 rappresenta per l'Italia uno dei momenti più drammatici della storia repubblicana: il giudice Paolo Borsellino e la sua scorta vengono barbaramente uccisi in un agguato mafioso. Cronaca di una morte annunciata? Si potrebbe affermare di si, in quanto circa un mese prima veniva assassinato Giovanni Falcone magistrato impegnato nella lotta contro "cosa nostra" insieme a Borsellino. Questa tragedia servì a svegliare le coscienze assopite degli italiani e delle istituzioni politiche che attuarono dei piani operativi di intervento militare per smantellare la "cupola" mafiosa. A quei giorni nonché alla vittime di mafia è dedicato Gli angeli di Borsellino che come afferma il regista Rocco Cesareo "nasce dalla necessità di non dimenticare il sacrificio di Paolo Borsellino e degli agenti della scorta nell'eroica lotta contro la mafia". Il film, dunque, nasce da una chiara esigenza di testimoniare l'accaduto attraverso la ricostruzione dei cinquantasette giorni che intercorrono dalla strage di Capaci a quella di via D'Amelio attraverso le ansie, le angosce e le paure di un gruppo di giovani consapevoli di essere sei bersagli mobili nel mirino della strategia mafiosa. Il regista e gli sceneggiatori Ugo Barbara, Mirco Da Lio, Massimo Di Martino e Paolo Zucca sono partiti dall'istant-book La ragazza poliziotto scritto dal giornalista palermitano Francesco Massaro pochi mesi dopo la strage di Via D'Amelio, in cui veniva delineato il personaggio di Emanuela Loi, giovane poliziotta entrata a far parte della scorta di Borsellino solo trentasei ore prima dell'eccidio, e da lì hanno ricostruito gli avvenimenti innestando elementi di fiction necessari al plot del film. In questo modo sono riusciti a restituire allo spettatore l'atmosfera di sospetto della Procura di Palermo di quei giorni e il rapporto umano instauratosi tra i poliziotti della scorta e il magistrato palermitano senza mai scadere nel pathos, facile rischio nel raccontare una storia così drammatica e vicina ai nostri giorni. Degno di nota il bellissimo cammeo di Ernesto Mahieux che crea il personaggio di un mafioso affascinante nella sua terrificante logica di sopravvivenza nella lotta tra il bene e il male.
Natalia Sangiorgi
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annalisa
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sabato 10 giugno 2006
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povero borsellino
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Non se lo meritava un film così mediocre sulla sua storia. Speriamo che qualche cineasta + dotato si interessi alla sua storia e a quella di Falcone, rendendo giustizia a due grandi uomini e gettando un po' di luce sulla realtà storica
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natalino
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giovedì 18 dicembre 2003
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che peccato
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Un'occasione persa per parlare della lotta ai giudici che insanguina il paese da anni. Retorico, a volte risibile, attori improbabili, regia dilettantesca.
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(di cinefilo)
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valerio camerini
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lunedì 8 dicembre 2003
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vergogna
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Un'operazione vergognosa che con la scusa del nobile intento e della pietà della memoria ricicla mediocri attori di cabaret in interpretazioni improbabili e squallide. Lasciate in pace i morti e non li strumentalizzate per fare cassetta. E comunque ne dubito.
Regia da dimenticare
[+] un po di invidia,camerini?
(di poche chiacchiere)
[ - ] un po di invidia,camerini?
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