callularossi
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martedì 9 febbraio 2021
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film per tutti, profondo, sensato ed emozionante
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Sarò felice di guardarlo nuovamente con mio figlio, età 13 anni, perché penso sia adatto per la profondità dei contenuti e per mostrare una realtà che non è la nostra ma della quale condividiamo valori e sentimenti.
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elgatoloco
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sabato 12 agosto 2017
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film efficace nel recupero stilemi semplici
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"Whale Rider"(La ragazza delle balene, n.2, 2002, di Niki Caro)risulta complessivmanete un bel film, dagli stilemi espressivi semplici, quasi didattici, potremmo dire. la tradizione, troppo maschile e a tratti maschilista dei maori(la donna destinata alla procreazione, non alle "virtù"ginnico-guerriere)viene interrotta, ma a suo modo comunque proseguita da una ragazzina intrepida, figlia di un artista Maosi affermatori in Europa(soprattutto in Germania e il flm è coproduzione tra New Zeeland and Germay)e nipote di un impenitente maestro di cultura maori, che non accetta"deviazionismi"... Film che certo non ha in sé velleità"avanguardistiche", ma sa narrare una storia, il che, nel cinema come in letteratura e a teatro, ormai, sembra essere cosa difficile, non comune, intricata, sempre interrotta da molti ostacoli.
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"Whale Rider"(La ragazza delle balene, n.2, 2002, di Niki Caro)risulta complessivmanete un bel film, dagli stilemi espressivi semplici, quasi didattici, potremmo dire. la tradizione, troppo maschile e a tratti maschilista dei maori(la donna destinata alla procreazione, non alle "virtù"ginnico-guerriere)viene interrotta, ma a suo modo comunque proseguita da una ragazzina intrepida, figlia di un artista Maosi affermatori in Europa(soprattutto in Germania e il flm è coproduzione tra New Zeeland and Germay)e nipote di un impenitente maestro di cultura maori, che non accetta"deviazionismi"... Film che certo non ha in sé velleità"avanguardistiche", ma sa narrare una storia, il che, nel cinema come in letteratura e a teatro, ormai, sembra essere cosa difficile, non comune, intricata, sempre interrotta da molti ostacoli. Da tener presente, questo cinema a suo modo"povero", che però ha la forza di essere soprattutto privo di orpelli, di retorica, sapendo , però, portare avanti, con una storia fatta di persone, sentimenti, pensieri, riflessioni, quello che è un "etermo"problema da fine Ottocento(almeno)in poi: la querelle tra culture tradizionali e modernizzazione, più o meno invasiva o invece"prudente"- ritirata, non appariscente, ma suo modo comunque insidiosa. Paragonabile, volendo, ma molto alla lonjtana, con la serie(ormai non recentissima)di"Karate Kid", se proprio si vuole determinare un rapporto con cinematografie di altre paesi. Interpreti tutti/e all'altezza. El Gato
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sir branco
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mercoledì 5 ottobre 2016
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la nuova zelanda oltre jackson
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Per me guardare un film è un po' come viaggiare. Dal divano di casa puoi spostarti dall'America, alla Danimarca a Taiwan quando vuoi. Oggi avevo voglia di scoprire una Nuova Zelanda che non fosse quella fantastica di Peter Jackson.
Ho deciso quindi di guardare La ragazza delle balene, film del 2002 della regista Niki Caro.
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Per me guardare un film è un po' come viaggiare. Dal divano di casa puoi spostarti dall'America, alla Danimarca a Taiwan quando vuoi. Oggi avevo voglia di scoprire una Nuova Zelanda che non fosse quella fantastica di Peter Jackson.
Ho deciso quindi di guardare La ragazza delle balene, film del 2002 della regista Niki Caro. La Nuova Zelanda di Niki Caro si spoglia sì della fantasia di Tolkien ma solo per essere avvolta da un misticismo derivato dalla cultura maori.
La storia parla di un conflitto che è sia generazionale che culturale, con un nonno fortemente attaccato alle credenze maori, un padre che si è allontanato riuscendo come artista in Europa e una figlia che non trova la sua dimensione in una profezia maschilista.
Il difetto più grande di questo film è che non riesce a colpire né per messa in scena né per la sceneggiatura. Quest'ultima infatti forza più e più volte gli avvenimenti per spingere la trama nella direzione voluta. Inoltre per gran parte del film non fa che girare in tondo ribadendo più volte gli stessi concetti, senza l'impressione di avere una direzione precisa ma anzi dando l'idea che lo stesso film sarebbe forse riuscito meglio come mediometraggio. A tutto ciò aggiungiamo una caratterizzazione dei personaggi nulla ma anche un pizzico di humour che riesce invece ad aggiungere un po' di pepe nella piattezza della narrazione. Il fatto è che questo film prende una o due tematiche e ci costruisce un intero film intorno. Non riuscendo neppure a svilupparle con efficacia in quanto temi come per esempio l'emancipazione femminile sembrano indeboliti da un finale privo di redenzione e confutazione. Probabilmente l'intento era quello di risolvere il già citato conflitto cultural-generazione in un pareggio ma secondo me non è stata la scelta migliore.
Il film comunque sia riesce a far arrivare lo spettatore fino alla fine, aiutato da una rappresentazione della cultura maori che può essere di interesse per chi come me ne sa poco e da - strano a dirsi - una struttura tipica dei revenge movie, seppure in questo caso la vendetta non sia violenta ma ideologica.
P.S.: Sto sperimentando con il video-editing, se volete supportarmi in questo esperimento visitate youtube.com/watch?v=Ia8rYv7XYhg per vedere la videorecensione de "La ragazza delle balene" e se possibile fatemi sapere cosa ne pensate. Vi ringrazio :)
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stefano capasso
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giovedì 20 novembre 2014
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tradizione e conflitto generazionale
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Una piccola comunità maori, sempre più prossima alla disgregazione ha nel suo vecchio capo l'ultimo sostenitore della stirpe. Suo figlio non ha raccolta la sua eredità e quando nascono i suoi due gemelli, il maschio, il predestinato muore insieme alla madre. Sopravvive la femmina, Paikea che comincerà il suo sviluppo alla ricerca di attenzione da parte del nonno che pur volendole bene, le rimprovera di essere sopravvissuta al posto del predestinato. Lei sente che può essere il capo, e lo dimostrerà superando prove che convinceranno anche il nonno, infine, a riconoscerla come tale
La ragazza delle balene di Niki Caro è una favola che parla della necessità di mantenere le proprie tradizioni. Lo scontro tra il vecchio capo e la nipote che cerca in tutti i modi di farsi riconoscere è lo scontro generazionale tipico di tante storie.
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Una piccola comunità maori, sempre più prossima alla disgregazione ha nel suo vecchio capo l'ultimo sostenitore della stirpe. Suo figlio non ha raccolta la sua eredità e quando nascono i suoi due gemelli, il maschio, il predestinato muore insieme alla madre. Sopravvive la femmina, Paikea che comincerà il suo sviluppo alla ricerca di attenzione da parte del nonno che pur volendole bene, le rimprovera di essere sopravvissuta al posto del predestinato. Lei sente che può essere il capo, e lo dimostrerà superando prove che convinceranno anche il nonno, infine, a riconoscerla come tale
La ragazza delle balene di Niki Caro è una favola che parla della necessità di mantenere le proprie tradizioni. Lo scontro tra il vecchio capo e la nipote che cerca in tutti i modi di farsi riconoscere è lo scontro generazionale tipico di tante storie. Spetta al giovane costruire il nuovo mondo, a dispetto della poca fiducia degli anziani, e solo mantenendo ferme le proprie convinzioni potrà raggiungere l’obiettivo che infine lo ricongiungerà agli anziani per una definitiva integrazione.
Film interessante, per la parte che riguarda la narrazione di parti della tradizione maori. Si colloca in modo ambiguo tra mito, leggenda e spiritualità finendo per risultare un po confuso nel suo intento.
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dony64
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lunedì 21 settembre 2009
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film...particolare
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Film avventura con un'ottima sceneggiatura dei paesaggi naturali della New Zelanda.Il film e' particolare e adatto ad un pubblico ambientalista.Nel complesso film piu' che discreto.Voto 6+
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fabri
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mercoledì 3 dicembre 2008
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paikea
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Stupendo, semplice, commovente, puro...
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gioggia
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venerdì 14 novembre 2008
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la ragazza delle balene!!!!!
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è un film bellissimo straordinario
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leo
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lunedì 13 ottobre 2008
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complimenti al critico
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Un film commovente e struggente che viene trattato dal critico morandini come "un natale sul nilo"..Beh le cose son due o ha sbagliato lavoro lui o in sala stavan preparando un soffritto di cipolle perchè eravamo in molti ad aver gli occhi lucidi
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lr 1247
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martedì 23 settembre 2008
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mia
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COME SOLITAMENTE GLI CAPITA IL CRITICO DEL MORANDINI FA UNA RECENSIONE TOTALMENTE SBAGLIATA.
IL FILM E' UN CAPOLAVORO LA RAGAZZA STUPENDA, FAVOLOSA.
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pilecchia
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lunedì 13 novembre 2006
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senso di appartenenza
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Un film assolutamente non scontato, delicato nel descrivere i sentimenti della bambina protagonista ma allo stesso tempo duro verso un mondo patriarcale chiuso e bigotto. Forti emozioni che evocano la ricerca perenne delle nostre radici che in ogni momento possono essere un punto di riferimento assoluto.
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