Linea di sangue

Per me è stato un orrimo film, thriller ambientato nel texas Amarillo. 

"Switchback"è un film comunque di notevole spessore, anche se, applicando, in modo totale alcuni parametri(per es, ma l'esempio è troppo importante per essere accantonato come semplicemente "uno dei tanti")hitchockiani, in qualche momento il regista sembra premunirsi rispetto alla scoperta dell'assassino, "ingannandolo", portandolo sulla falsa pista.La questione di fondo è la scoperta-cattura di un pericoloso serial-killer, oltremodo abile e furbo, che sa nascondersi-celarsi dietro la bonomia e il"saper vivere", nonostante vari problemi,in maniera da non dare nell'occhio, in quella griglia di comportamenti che, per abitudine, conformismo, viltaà, chiamiamo"conformismo".Due interpreti notevolissimi quali Dennis Quaid e Danny Glover sono rispettivamente e alternativamente protagonista e antagonista; si parte da due vicende parallele(secondo la definizione geometrica sembrano non incontrarsi mai, poi, però, nel finale, l'incontro-scontro "fatalmente"avviene)che poi si"fondono", senza ovviamente una sintesi intesa in senso conciliatorio, con notevolissime polemiche, con uno"scarto"deciso rispetto a quanto avviene altrimenti. [+]

"Switchback"è un film comunque di notevole spessore, anche se, applicando, in modo totale alcuni parametri(per es, ma l'esempio è troppo importante per essere accantonato come semplicemente "uno dei tanti")hitchockiani, in qualche momento il regista sembra premunirsi rispetto alla scoperta dell'assassino, "ingannandolo", portandolo sulla falsa pista.La questione di fondo è la scoperta-cattura di un pericoloso serial-killer, oltremodo abile e furbo, che sa nascondersi-celarsi dietro la bonomia e il"saper vivere", nonostante vari problemi,in maniera da non dare nell'occhio, in quella griglia di comportamenti che, per abitudine, conformismo, viltaà, chiamiamo"conformismo".Due interpreti notevolissimi quali Dennis Quaid e Danny Glover sono rispettivamente e alternativamente protagonista e antagonista; si parte da due vicende parallele(secondo la definizione geometrica sembrano non incontrarsi mai, poi, però, nel finale, l'incontro-scontro "fatalmente"avviene)che poi si"fondono", senza ovviamente una sintesi intesa in senso conciliatorio, con notevolissime polemiche, con uno"scarto"deciso rispetto a quanto avviene altrimenti. Certo, anche l'ambiente"esterno"contribuisce, con un lungo viaggio"on the road", con il paesaggio innevato che conferisce al tutto un'atmosfera tra il fiabesco e l'inquietante(forse meglio dire, però, il fiabesco-inquietante)dove lo scontro avviene in un momento"apicale", di zenith sostanziale dove le attese si sono concentrare sulla liberazione del piccolo ostaggio ma, più in generale, si attende la conclusione del dramma. Il regista non perde colpi, per così dire, non ha defaillances vistose(verso metà film o poco dopo c'è qualche momento di"ristagno"ma esso dura poco), in modo che l'attuarsi del dramma(fossimo nell'antica tragedia parleremmo appunato di "tragedia")possa compiersi in pieno. El Gato [-]

Agente FBI sulle tracce di uno spietato e imprendibile serial killer, fa del caso una sfida personale allorchè l'astuto ed enigmatico criminale ne rapisce il figlioletto uccidendo la babysitter. In trasferta tra le selvagge ed innevate montagne del Colorado,ultimo teatro dei delitti del maniaco, trova l'appoggio di un rude e comprensivo sceriffo alle soglie della pensione che gli offre mezzi e copertura dal tentativo dei superiori di ostacolarne le indagini ormai personali e non autorizzate. Finale rocambolesco e avvincente con immancabile happy end.
Anomalo poliziesco dall'anima e dalle ambientazioni western, tenta la carta di una straniante diegesi narrativa introducendo dapprima delitti e rapimenti e solo in seguito ('in media res') le azioni avventurose di percorsi paralleli,quelli del killer e del suo cacciatore (un bounty killer con il volto rassicurante di un inespressivo di D. [+]

Agente FBI sulle tracce di uno spietato e imprendibile serial killer, fa del caso una sfida personale allorchè l'astuto ed enigmatico criminale ne rapisce il figlioletto uccidendo la babysitter. In trasferta tra le selvagge ed innevate montagne del Colorado,ultimo teatro dei delitti del maniaco, trova l'appoggio di un rude e comprensivo sceriffo alle soglie della pensione che gli offre mezzi e copertura dal tentativo dei superiori di ostacolarne le indagini ormai personali e non autorizzate. Finale rocambolesco e avvincente con immancabile happy end.
Anomalo poliziesco dall'anima e dalle ambientazioni western, tenta la carta di una straniante diegesi narrativa introducendo dapprima delitti e rapimenti e solo in seguito ('in media res') le azioni avventurose di percorsi paralleli,quelli del killer e del suo cacciatore (un bounty killer con il volto rassicurante di un inespressivo di D.Quaid), che convergono verso l'ineluttabile crocevia di un rendez vous della morte, seguendo le tracce di un macabro indovinello tra fermate sbagliate e la beffarda toponomastica di un indirizzo mancato. Puntanto sulle discutibili combinazioni del montaggio e sulla stringente alternanza delle azioni e delle ambientazioni, mescolando le inquietudini del 'thriller ad enigma' e le tappe avventurose del road movie, le ossessioni del poliziesco con il mito di una remota e innevata frontiera ferroviaria, il tema di una ferale sfida all'ok corral con quello non meno classico dell'amicizia virile, trova una sua divertente misura nella spettacolarità del girato e nel tentativo apprezzabile (e un pò pasticciato) di giocare con i luoghi comuni del genere tra lacune narrative ed una certa inverosimiglianza dei personaggi  principali cui la faccia di buono dell'uno o di cattivo dell'altro non bastano a giustificarne azioni e comportamenti (come mai l'agente FBI non è stato destituito dal servizio non ostante le sue reiterate iniziative personali? Come mai il killer seriale comincia ad uccidere vecchi e un pò attempati amici d'infanzia?). Non ostante questi limiti (dello script) e la figura un pò pretestuosa di un brillante ma riservato 'wonder boy' dalla faccia d'angelo (un Jared Leto in fuga dai fantasmi della propria insicurezza che cade ingenuamente dalla padella di un bar di maneschi minatori alla brace di un'auto sportiva dagli originali interni pornografici) cui viene affidato il prevedibile compitino di drammatico messaggero di una (fievole) speranza morente nel precipitoso finale, è un film che riesce quanto meno a rinverdire il fascino sottile di vecchi e nuovi classici grazie ad un discreto gusto per le citazioni (da M.Mann a R.Aldrich) ed alla faccia giusta di bravi caratteristi (uno straordinario R. Lee Ermey nel ruolo dello sceriffo Buck Olmstead). Rocambolesche (e ingenue) ambizioni del cinema d'azione a stelle e strisce. [-]

L'agente dell'Fbi Frank (D.Quaid) da 18 mesi è sulle tracce di un serial killer, il quale a sua volta intraprende un "gioco" con lo stesso agente:gli rapisce il figlioletto e lo invita a dargli la caccia tra le nevi del Colorado. Il dubbio su chi sia il killer tra i due casuali compagni di viaggio (Glover-Leto) accompagna per un pò il film, visto che alcune scene fanno pensare a Bob (Glover), altre scene lasciano intuire Lane (Leto), poi il killer uscirà fuori da solo.

Da tre professionisti del genere ci si poteva aspettare di più. Glover poi è completamente fuori luogo...non sarà mai un cattivo credibile.

5 stelle a jared leto