faber
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mercoledì 24 dicembre 2008
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l'amore dietro il palco
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on so dire fino a che punto c'entri la parabola sulla dittatura, dacchè nel film non v'è minima traccia di critica politica, ma è sicuramente una delle migliori riflessioni sul sentimento controverso e complesso dell'amore non corrisposto. La dittatura instauratasi per forza di cose sull'immaginaria isola di Goto, è anche, in un certo modo, clemente: vediamo che i condannati a morte hanno la possibilità d'essere graziati se sopravvivono a un duello preliminare all'esecuzione (proprio quello che accade al protagonista), e il tiranno è tanto bonario, ingenuo che sfiora la codardia (quando scopre che la venusta moglie lo cornifica non ha neanche la determinatezza di sbarazzarsi dell'uomo in flagrante e, proprio lasciandolo uccidere dallo sguattero, subdolo e ambizioso, si becca una revolverata alla tempia!) Tutt'altro che un dittatore dispotico e autoritario! Il film è piuttosto uno sguardo che si addentra, morbido e silenzioso, nei meandri della psiche umana, non attraverso i suoi pensieri, ma le sue azioni! Ecco che, è vero, il surrealismo è espresso tramite l'iperrealismo.
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on so dire fino a che punto c'entri la parabola sulla dittatura, dacchè nel film non v'è minima traccia di critica politica, ma è sicuramente una delle migliori riflessioni sul sentimento controverso e complesso dell'amore non corrisposto. La dittatura instauratasi per forza di cose sull'immaginaria isola di Goto, è anche, in un certo modo, clemente: vediamo che i condannati a morte hanno la possibilità d'essere graziati se sopravvivono a un duello preliminare all'esecuzione (proprio quello che accade al protagonista), e il tiranno è tanto bonario, ingenuo che sfiora la codardia (quando scopre che la venusta moglie lo cornifica non ha neanche la determinatezza di sbarazzarsi dell'uomo in flagrante e, proprio lasciandolo uccidere dallo sguattero, subdolo e ambizioso, si becca una revolverata alla tempia!) Tutt'altro che un dittatore dispotico e autoritario! Il film è piuttosto uno sguardo che si addentra, morbido e silenzioso, nei meandri della psiche umana, non attraverso i suoi pensieri, ma le sue azioni! Ecco che, è vero, il surrealismo è espresso tramite l'iperrealismo. Dopo che questo sguattero, cinico e spietato, fortunatamente scampato alla pena capitale, riesce a conquistare il potere, spodestando re e sergenti, attraverso una serie di meditatissimi tranelli, si tradisce con le proprie mani,giusto al momento in cui non è lui a commettere il delitto, ma è la moglie del despota che, inseguita dallo smanioso omuncolo, preferisce suicidarsi che cedere alle sue brame. La riporterà nella cella in cui era rinchiusa, sospettata di regicidio, incurante di autofirmare la propria condanna, perchè troppo impegnato a piangere, con lacrime vere, il cadavere della bellissima amata. La regina si getta da una tromba di scale, proprio sul palco in cui l'odioso servitore stava per esser processato, all'inizio del film. Quando egli la porta, sciolto in una poltiglia di lacrime, in braccio, dal podio dei condannati al letto, la telecamera, prima statica e ieratica, comincia a tremolare sotto le note strazianti e compulsive della colonna sonora. Le immagini, prima in bianco e nero, si fanno a colori, viste dagli occhi dell'uomo piangente: la verità, l'unica verità dell'uomo, in nome della quale egli agisce anche in modo criminoso, è disvelata. Di fronte alla dirompenza dell'amore, cedono i sipari e i palcoscenici crollano, e tutte le maschere e i canovacci che vestiamo quotidianamente svaniscono d'improvviso.Dovrebbe essere un reato assegnare a questo ineffabile poema sull'amore solo due stelle!! Da notare, nella scena dell'inseguimento sulle scale, oltrechè una velatissima anticipazione de La Bestia, un rimando a "La donna che visse due volte" e sprazzi dello Woyzeck herzoghiano nella sequenza del compianto della donna.
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faber
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domenica 21 dicembre 2008
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"l'amore dietro il palco"
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Non so dire fino a che punto c'entri la parabola sulla dittatura, dacchè nel film non v'è minima traccia di critica politica, ma è sicuramente una delle migliori riflessioni sul sentimento controverso e complesso dell'amore non corrisposto. La dittatura instauratasi per forza di cose sull'immaginaria isola di Goto, è anche, in un certo modo, clemente: vediamo che i condannati a morte hanno la possibilità d'essere graziati se sopravvivono a un duello preliminare all'esecuzione (proprio quello che accade al protagonista), e il tiranno è tanto bonario, ingenuo che sfiora la codardia (quando scopre che la venusta moglie lo cornifica non ha neanche la determinatezza di sbarazzarsi dell'uomo in flagrante e, proprio lasciandolo uccidere dallo sguattero, subdolo e ambizioso, si becca
una revolverata alla tempia!) Tutt'altro che un dittatore dispotico e autoritario! Il film è piuttosto uno sguardo che si addentra, morbido e silenzioso, nei meandri della psiche umana, non attraverso i suoi pensieri, ma le sue azioni! Ecco che, è vero, il surrealismo è espresso tramite l'iperrealismo.
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Non so dire fino a che punto c'entri la parabola sulla dittatura, dacchè nel film non v'è minima traccia di critica politica, ma è sicuramente una delle migliori riflessioni sul sentimento controverso e complesso dell'amore non corrisposto. La dittatura instauratasi per forza di cose sull'immaginaria isola di Goto, è anche, in un certo modo, clemente: vediamo che i condannati a morte hanno la possibilità d'essere graziati se sopravvivono a un duello preliminare all'esecuzione (proprio quello che accade al protagonista), e il tiranno è tanto bonario, ingenuo che sfiora la codardia (quando scopre che la venusta moglie lo cornifica non ha neanche la determinatezza di sbarazzarsi dell'uomo in flagrante e, proprio lasciandolo uccidere dallo sguattero, subdolo e ambizioso, si becca
una revolverata alla tempia!) Tutt'altro che un dittatore dispotico e autoritario! Il film è piuttosto uno sguardo che si addentra, morbido e silenzioso, nei meandri della psiche umana, non attraverso i suoi pensieri, ma le sue azioni! Ecco che, è vero, il surrealismo è espresso tramite l'iperrealismo. Dopo che questo sguattero, cinico e spietato, fortunatamente scampato alla pena capitale, riesce a conquistare il potere, spodestando re e sergenti, attraverso una serie di meditatissimi tranelli, si tradisce con le proprie mani,giusto al momento in cui non è lui a commettere il delitto, ma è la moglie del despota che, inseguita dallo smanioso omuncolo, preferisce suicidarsi che cedere alle sue brame. La riporterà nella cella in cui era rinchiusa, sospettata di regicidio, incurante di autofirmare la propria condanna, perchè troppo impegnato a piangere, con lacrime vere, il cadavere della bellissima amata. La regina si getta da una tromba di scale, proprio sul palco in cui l'odioso servitore stava per esser processato, all'inizio del film. Quando egli la porta, sciolto in una poltiglia di lacrime, in braccio, dal podio dei condannati al letto, la telecamera, prima statica e ieratica, comincia a tremolare sotto le note strazianti e compulsive della colonna sonora. Le immagini, prima in bianco e nero, si fanno a colori, viste dagli occhi dell'uomo piangente: la verità, l'unica verità dell'uomo, in nome della quale egli agisce anche in modo criminoso, è disvelata. Di fronte alla dirompenza dell'amore, cedono i sipari e i palcoscenici crollano, e tutte le maschere e i canovacci che vestiamo quotidianamente svaniscono d'improvviso.Dovrebbe essere un reato assegnare a questo ineffabile poema sull'amore solo due stelle!! Da notare, nella scena dell'inseguimento sulle scale, oltrechè una velatissima anticipazione de La Bestia, un rimando a "La donna che visse due volte" e sprazzi dello Woyzeck herzoghiano nella sequenza del compianto della donna.
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