Interessante documentario dove interviste e testimonianze, danno un senso a quell’inutile mattanza compiuta dai partigiani di ideologia comunista durante e dopo la fine del secondo conflitto mondiale. Guido Pasolini "Ermes" scriveva al fratello Pier Paolo in quel lontano novembre 1944: […] I presidi garibaldini (incontrati per strada) fanno di tutto per demoralizzarci e indurci a togliere le mostrine tricolore (A Memicco un commissario garibaldino mi punta sulla fronte la pistola perché gli ho gridato in faccia che non ha idea di che cosa significhi essere "Uomini liberi", e che ragionava come un federale fascista, infatti nelle file garibaldine si è "liberi" di dire bene del comunismo, altrimenti sei trattato come "Nemico del proletario" (Nientemeno!) oppure "Idealista che succhia il sangue del popolo" (senti che roba!)) A fronte alta dichiariamo di essere italiani e di combattere per la bandiera italiana, non per lo "straccio" russo […]. Quest’opera rende un minimo di giustizia ai parenti delle vittime e a tutti quei partigiani (come “Ermes”, che ricordo fu ucciso alla malga di Porzus) che combatterono per la libertà e per l’Italia, senza macchiarsi di crimini di guerra.
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