A Complete Unknown

Un film sull''enigma Bob Dylan, cantautore, artista, celebre e celebrato, ma anche personaggio influente mediante il quale poter parlare dei mutamenti della società americana dell''epoca e della necessità di rompere schemi, conformismi e omologazioni di pensiero a livello collettivo.
Il regista James Mangold (''Walk the line'' – il bellissimo bio-pic su Johnny Cash) con questa sua interessante pellicola si sofferma sulle radici dei successi e della carriera del cantautore, quando quest''ultima era ancora in formazione (lui ancora uno sconosciuto...e in un certo senso lo è ancora oggi...), per cogliere i punti-chiave e quelli che contraddistingueranno il suo proseguo [su tutti l''innovazione (l''elettrica) nella sfida con la tradizione (il folk); l''anticonformismo; la voglia di sperimentare]; il tutto attraverso un racconto circoscritto della sua vita, e la piacevole prevalenza dell''aspetto sonoro su quello meramente biografico.
Mangold, consapevole che riassumere un artista complesso e sfuggente come Bob Dylan è cosa impossibile, usa allora gli espedienti tecnico-stilistici del cinema (e oltre 40 canzoni del periodo 1961-''65 reinterpretati dal vivo), per restituirne (almeno e soprattutto) la grandezza musicale.
In questo senso l''opera è riuscita, sentita, romantica, e sono lodevoli e funzionali le ottime prove di tutto il cast. Un po'' meno perfetta, invece, appare la sceneggiatura, che, seppur nel suo complesso riesce efficacemente a perseguire la sua impostazione di base, risulta comunque sfilacciata e troppo semplificata in alcuni tratti, e non molto approfondita dove invece ne avrebbe necessitato.