La vecchia signora e i piccioni è un cortometraggio d’animazione melanconico, straniante e visionario del virtuoso e poetico Chomet, autore più di dieci anni dopo, nel 2010, del bellissimo L’illusionista, girato con tutt’altro stile, più vicino allo stereotipo dei cartoons animati della Disney. Il film,che vira, sorprendentemente, nel finale in un horror cannibalesco e metamorfico, è incentrato sulla storia di un vecchio gendarme parigino, malnutrito e affamato, che abita una vecchia soffitta piena di scarafaggi e durante il giorno segue i piccioni al parco per scoprire dove vanno a mangiare per diventare così grassi. Nel parco troverà la vecchia signora che entrerà nella sua vita diventando parte dei suoi incubi notturni e poi lo indurrà a trasformarsi in un grosso piccione per potersi abbuffare alle spalle della vieille dame.
Animali che assumono le sembianze di uomini e viceversa in uno scambio di ruoli e di prospettive che capovolge il senso comune delle cose mutando i sogni in realtà e la realtà in incubo.
C’è un richiamo a La metamorfosi di Kafka nella trasformazione del vecchio gendarme, che evoca quella di Gregor Samsa in un grosso scarafaggio, come quelli che si muovono freneticamente sul pavimento della stamberga divorando qualsiasi avanzo di cibo cada in terra.
Il protagonista finirà al parco in canotta a mimare le movenze dei piccioni immortalato nelle foto dei turisti meravigliati.
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