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Un drammatico a sfondo storico in cui il boicottaggio degli autobus a Montgomery del 1955, eclatante forma di protesta della gente di colore contro l’odiosa segregazione razziale ai tempi delle predicazioni rivoluzionarie del reverendo pacifista Martin Luther King, diventa il pomo della discordia che fa entrare in crisi una tranquilla coppia borghese, una delle tante famiglie di quell’America bianca del profondo sud, ancora in parte nostalgica dei bei tempi della schiavitù, rivissuta attraverso i ricordi della voce narrante di una donna che all’epoca dei fatti era una bambina.
Le riprese in stile televisivo di Richard Pearce, con inquadrature statiche in campo medio, che si limitano a seguire l’azione che spesso si svolge tra le quattro mura di una casa, alternativamente in quella borghese e ricca dei bianchi ed in quella proletaria degli afroamericani, tipo fiction per la Tv o telenovela, ed il parlato eccessivo di alcuni dialoghi, troppo lungo, ad esempio, lo sfogo della donna bianca, Sissy Spacek, che spiega alla sua domestica di colore i turbamenti della sua coscienza ed in cui didascalicamente si annunciano le motivazioni che la condurranno a divergere dalle opinioni del marito e a diventare un’attivista per i diritti civili dei neri, sono i principali difetti di questa pellicola, bilanciati, tuttavia, ampiamente dall’eccellente prova attoriale di un ottimo cast e da una scenografia che ricostruisce in modo accurato, sia negli interni che nel girato in esterno, gli ambienti ed i paesaggi urbani della società americana degli anni ’50.
Apprezzabile la sobrietà della recitazione delle due protagoniste, interpretate da Sissy Spacek e Whoopi Goldberg, che smorza la pomposa retorica dei buoni sentimenti, che affligge la sceneggiatura, attenua la visione sentimentale del regista, rendendo, al contempo, realistici ed umani i loro personaggi, altrimenti appiattiti nel quadretto agiografico idilliaco in cui Pearce cerca di trasporre un evento dalla portata storica epocale.
Nella scena madre, in cui le donne di colore fronteggiano coraggiosamente la minaccia degli squadristi del comitato cittadino, alla tensione dello scontro in atto tra le opposte fazioni si sovrappone quella della resa dei conti all’interno della coppia borghese. Il dramma corale degli afroamericani, che si ribellano pacificamente alle ingiustizie dei bianchi, riflette specularmente il dramma della donna, che si rivolta contro le imposizioni del marito e la mentalità razzista della sua famiglia. Le due eroine prendendosi per mano diventano l’emblema del duplice riscatto di un popolo e di una donna, entrambi finalmente liberi dai condizionamenti del potere maschilista e razzista che opprimeva l’America in quel periodo.
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