Scugnizzi

a leggere la recensione di Kezich si capisce perchè il cinema italiano sia andato a remengo. Superficiale e non a conoscenza nè degli argomenti nè dei riferimenti letterari connessi al film, dal romanzo popolare alla Mastriani ai racconti duri di un Bronx napoletano di Peppe Lanzetta, che pure appare nel film. Ovviamente si suppone che la recensione sia del 1989, quando eravamo ancora "la quinta potenza industriale! e la nave di Craxi andava. Oggi il film è quasi profetico e se non altro è il primo film a mostrare un'immagine di Scampia, frutto delle farneticazioni degli architetti del decennio precedente. Il film entra in una trilogia di Loy dedicata alla Napoli fuori cartolina, "Mi manda Picone", "scugnizzi" e il più cinico "Pacco e contropacco..." suo ultimo film Quando Loy girò "Scugnizzi" , di Napoli non si parlava se non per Maradona, che pure amaramente appare come santino che non fa miracoli, almeno non per Cazzillo che rifiuta di guardare la foto del calciatore di cui però porta la maglia per tutto il film, nel trionfo finale fuori del teatro per il secondo scudetto della squadra. Se Kezich avesse visto le foto di Maradona con Sandokan cammorrista e letto Gomorra di Saviano forse avrebbe capito il film, e considerato il coraggio di Loy. Le immagini della Napoli dal vero qualche anno dopo saranno riprodotte nel film "Vito e gli altri " di Antonio Capuano, con grande successo di critica e magari anche una folgorante recensione di Kezich. "Scugnizzi " è un film da vedere con gli occhi di oggi e meravigliandosi che abbia quasi vent'anni. Maria Russo Dixon