Jean Harlow la donna che non sapeva amare

Un'osservazione preliminare: il film uscì troppo presto, è un biopic sulla vita di una grande star di incredibile successo che morì nel 1936 a soli 36 anni, quando il film uscì nel 1965 erano vivi ancora troppe persone legate alla sua carriera e quindi la vicenda è racontata genericamente. Ad esempio Jean Harlow è messa sotto contratto con una società di fantasia e non sotto la MGM che fu la sua casa per quasi tutta la carriera, non vengono citati i veri film girati, molti personaggi da lei conosciuti (Howard Hughes, Cary Grant per tutti) erano ancora vivi o appena morti (Clark Gable, William Powell).
Il film per sommi capi corrisponde alla vita della Harlow, che giovanissima cercò di sfondare ad Hollywood non accettando il rito del "sofà" del produttore e quindi adibita a fugaci apparizioni di comparsa, grazie al suo agente Martin Landau (personaggio reale e interpretato da Red Buttons) riuscì ad essere protagonista in un film del produttore Richard Marley (Leslie Nelson)  che però quando rifiuta le avances rescinde il contratto (nella realtà cedette a Howard Hugues che le diede una parte in Aviator). Harlow viene ingaggiata dalla Majestic e dal suo produttore Redman (Martin Balsam) esplode come star interpretando numerosi film, diventando un mito per il suo sex appeal, guadagnando cifre favolose mantendo nel lusso  parassiti come la madreJean (Angela Landsbury) e il patrigno Marino Bello (Raf Vallone). Il suo matrimonio con Paul Bern (Peter Lawford) intellettuale e addetto culturale della società di 23 anni più vecchio stupisce tutti, ancora di più quando lui dopo 2 mesi di matrimonio si suicida, la sua lettera di scuse venne interpretata come se fosse impotente. Dopo la tragedia Harlow cambia e pur continuando il successo si dà all'alcool e ad una vita sessualmente disinibita, muore a 26 per una polmonite (in realtà una nefrite sottovalutata da parenti e medici).
Il film avrebbe dovuto essere girato 30 anni dopo, per cui  non vengono citati i produttori tra cui il mitico Meyer (MGM) e neppure la relazione con William Powell e il terzo marito, viene raddolcita la figura di Bello ambiguo per il suo interessamento alla diva e collegato con la mafia. Il suicidio di Bern  non fu dovuto a impotenza, ma l'uomo aveva avuto una relazione molti anni prima con una donna che aveva sposato dopo pochissimo si erano separati e lui era convinto che lei avesse divorziato, la donna si rifece viva dopo il matrimonio con la diva e lui quella notte si suicidò probabilmente era stato ricattato, l'ex moglie si suicidò 2 gioni dopo. Il film accenna brevemente al degrado della Harlow che si accompagnava con chiunque anche sconosciuti, come un taxista che l'accompagnò in Messico e passò 4 notti con lei convinto che fosse una ragazza somigliante alla diva. Il film appare troppo breve e superficiale nel periodo in cui Harlow fu diva soffermandosi molto sull'inizio della carriera e frettoloso sul periodo dopo il matrimonio. Ottima la protagonista Carrol Baker che riesce con la sua avvenenza e bravura professionale ad interpretare una credibile star, bravi i comprimari specie Martin Balsam furbo e spregiudicato produttere, Leslie Nelson ancora per poco nelle parti di cattivo e Angela Lansbury, troppo macchietta Raf Vallone. Molto riusciti  la ricostruzione degli ambienti anni '30 e i costumi della brava Hedith Head. In conclusione un film ben diretto da Gordon Douglas, ma che lascia la sensazione di incompiutezza.