Il coraggio sta nel silenzio. Oltre all'incredibile interpretazione di Leonardo di Caprio, Tom Hardy e tutto il resto del cast anno fatto un lavoro incredibile, soprattutto se si scopre la mole di lavoro durante le riprese. Ma detto questo l'importante è il contenuto finale e il contenuto finale dice che piace o non piace. Perchè è puro e dove c'è purezza molto spesso c'è incomprensione. Perchè questo film è pura arte e tocca il profondo, obbliga a chi lo guarda ad una riflessione continua, stimolando il pensiero e una profonda meditazione sul film e su se stessi grazie ai pochi dialoghi ma forti, accompagnati da una colonna sonora che respira, che si muove, che palpita e fa breccia dentro di noi. Grazie alla regia formidabile e alla fotografia del film siamo trasportati in una terra desolata, soli con noi stessi e ci porta a non poter fare a meno di essere scossi da tanta bellezza. E' uno di quei film che lascia perplessi dall'inizio alla fine. E che scopre la sua vera importanza soprattutto quando esso è finito e il suo riverbero continua a tracciare qualcosa di forte nella nostra persona.
Quindi, risulta chiaramente difficile da apprezzare fino in fondo da chi ha fretta di giudicare, da chi non sopporta l'idea di sedersi e riflettere, da chi soprattutto ha bisogno del rumore continuo invece che della profonda calma. Ma per chi invece, e possono farlo tutti, riesce a vederci dentro, esso diventa per l'appunto un punto fermo, che smuove e che, dopo lo shock iniziale ti manca, perchè ti ha preso, e ha rubato per qualche momento una parte di te con l'incredibile silenzio di quelle scene condite dai bellissimi paesaggi, dalle grandi scene, dalla forte espressività dei personaggi. Tutto ha un significato, ogni fotogramma, dagli alberi, alle montagne, al fiume, alle parole minuziosamente diffuse. Te ne innamori conoscendolo, esplorandolo e esplorandoti.
In ogni film c'è un difetto, e cercarne a tutti i costi uno è la sintesi del mondo cinico di oggi. Molti diffetti raccontati non sono altro che il volere del regista nel raccontare una storia scarna raccontandola così come vuole essere. Senza troppo o troppo poco.
Inàrritu non ha bisogno di dare altro in questo film che non sia l'essenziale, in un periodo cinematografico costellato da miriadi di film belli ma anche da una miriade di film che appaiono superficiali, costuiti da dialoghi forzati, combattimenti continui, in una disperata ricerca dell'epico col minimo sforzo. Questo film tenta il distacco da essi e ci riesce. Va oltre il meglio, e il bello. Va oltre al voler apparire.
Forse, si è dimenticato che la semplicità può essere la chiave di tutto. Questo film merita di essere considerato un capolavoro per le scelte coraggiose su qui è basato. Per l'intimo legame che forma con lo spettatore. Non è forse questo lo scopo del cinema? Al di là dei soldi, al di là del consumismo il cinema non è forse nato per essere arte? Per Comunicare? Perchè questo film, per fare un eufenismo, lo fa piuttosto bene.
Perchè in fondo il Cinema è ancora vivo, benchè delle volte possa sembrare in crisi. Perchè nel mezzo di una tempesta, se guardi i rami di una albero giureresti che stia per cadere, ma se guardi il suo tronco ti accorgerai di quanto sia stabile.
[+] lascia un commento a polpietromicale »
[ - ] lascia un commento a polpietromicale »
|