Del film “30 notti con il mio ex” di Guido Chiesa non deve trarre in inganno il titolo che può far pensare ad una commediola sanza 'nfamia e sanza lodo. Invece è tutt’altro.
La pellicola fa sorridere e anche ridere inducendo però nello spettatore anche riflessioni nel toccare problemi delicati e non rari.
Edoardo Leo, sempre bravissimo, è il padre di un adolescente (Gloria Harvey) che sta allevando da solo da due anni a causa della malattia mentale della moglie (Micaela Ramazzotti, sempre bravissima). La figlia vede accentuata la normale ribellione della sua età in conseguenza della assenza della madre e per aver assistito in passato a scene dirompenti.
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Del film “30 notti con il mio ex” di Guido Chiesa non deve trarre in inganno il titolo che può far pensare ad una commediola sanza 'nfamia e sanza lodo. Invece è tutt’altro.
La pellicola fa sorridere e anche ridere inducendo però nello spettatore anche riflessioni nel toccare problemi delicati e non rari.
Edoardo Leo, sempre bravissimo, è il padre di un adolescente (Gloria Harvey) che sta allevando da solo da due anni a causa della malattia mentale della moglie (Micaela Ramazzotti, sempre bravissima). La figlia vede accentuata la normale ribellione della sua età in conseguenza della assenza della madre e per aver assistito in passato a scene dirompenti.
La psichiatra della comunità dove la moglie/madre è stata curata (Anna Bonaiuto) fa sì che quest’ultima rientri in famiglia, con la immensa gioia della figlia e il disappunto (non celato) del marito, che nel frattempo aveva costruito una nuova relazione (Francesca Valtorta).
Lo sviluppo narrativo è intrigante e prende lo spettatore per tutti i 102 minuti di durata.
Gradevolezza, profondità e buona recitazione tengono in piedi una storia utile da godersi.
Fabrizio Giulimondi
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