In Pearl Mia Goth orchestra una sorta di polarizzante one woman show. Il centro di tutto è sempre lei e il suo personaggio, le sue paure, i sogni e le ambizioni, i suoi momenti di spensieratezza e quelli di lucida follia. Mai come in questo caso l'attrice, riesce a convincere attraverso monologhi intensissimi e, per contrasto, buffi numeri di danza, mettendo in luce la personalità di Pearl attraverso uno straordinario utilizzo delle espressioni facciali, sfumando la graduale perdita di contatto con il mondo reale e contestualizzando ogni azione, rendendola credibile.
Pearl è un crescendo meticoloso e inflessibile di orrore. Un orrore che, però, viene nascosto nei dettagli e nelle sfumature: un sentiero dagli incroci inaspettati, sedimentando l’inquietudine e mescolando le tonalità.
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In Pearl Mia Goth orchestra una sorta di polarizzante one woman show. Il centro di tutto è sempre lei e il suo personaggio, le sue paure, i sogni e le ambizioni, i suoi momenti di spensieratezza e quelli di lucida follia. Mai come in questo caso l'attrice, riesce a convincere attraverso monologhi intensissimi e, per contrasto, buffi numeri di danza, mettendo in luce la personalità di Pearl attraverso uno straordinario utilizzo delle espressioni facciali, sfumando la graduale perdita di contatto con il mondo reale e contestualizzando ogni azione, rendendola credibile.
Pearl è un crescendo meticoloso e inflessibile di orrore. Un orrore che, però, viene nascosto nei dettagli e nelle sfumature: un sentiero dagli incroci inaspettati, sedimentando l’inquietudine e mescolando le tonalità. Un coccodrillo, uno spaventapasseri, un'oca, un vestito rosso, un palcoscenico irreale su cui provare quel numero di danza che potrebbe permetterle di spiccare il volo. Elementi che Ti West allarga e restringe in una folgorante e artigianale tecnica registica, tenendo ben in rilievo una preponderante e sbalorditiva unicità cinematografica.
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