The Stepfather

Una sceneggiatura elementare per un thriller poco avvincente che ripercorre per filo e per segno in molte scene i classici stereotipi del genere cinematografico. Sarebbero tanti i punti su cui criticare, ma non ne vale la pena. Da ricordare, nel finale, una scena che rende omaggio al celebre Psycho di Hitchcock.

Bhe! certo che a confronto i nostri inquirenti ci fanno un figurone e così il nostro david stermina e cambia famiglie come calzini, la storia diretta da McCormick ha caratteristiche già viste da altre parti, ma ha un giusto misto di ingenuità, sospetto e follia in alta tensione ben dosata, alcuni degli interpreti poco espressivi limitano il tasso tecnico del totale che tuttavia va in porto nonostante la sua prevedibilità che limita i sussulti durante le fasi di suspense, il finale telenovellizza tutto, valutazione da due stelle e mezza, l'altra mezza per l'impegno. Saluti.

VISTO E RIVISTO. CAMBIANO SITUAZIONI, AMBIENTAZIONI E SERIAL KILLER, MA LA MINESTRA E' SEMPRE LA STESSA . NON MI HA ENTUSIASMATO E NEMMENO TENUTO CON IL FIATO SOSPESO. ERA SCONTATO SIN DALL'INIZIO CHE SAREBBE MORTO E CHI SAREBBE STATO L'EROE.
ANCHE SE CON ARGOMENTI E STORIE TRITE SI POTREBBE FARE DI PIU'.

David Harris (Dylan Walsh), almeno è questo il nome con cui si presenta, apparentemente sembra una brava persona, ma in realtà è un ricercato serial killer che, attratto da donne vedove o divorziate con prole, le corteggia finché queste non lo accolgono nella loro casa. Qui è la divorziata Susan (Sela Ward), che dopo un incontro apparentemente fortuito, se ne invaghisce, lo invita a pranzo e ben presto con apparente superficialità gli spalanca le porte della propria abitazione.
Finché la sua falsa identità e le sue storie inventate reggono, la vita all'interno della casa sembra trascorrere normalmente, ma quando per una serie di circostanze il figlio Michael (Penn Badgley) e il suo vero padre sembrano sospettare qualcosa, l'istinto omicida di David prendono il sopravvento. [+]

David Harris (Dylan Walsh), almeno è questo il nome con cui si presenta, apparentemente sembra una brava persona, ma in realtà è un ricercato serial killer che, attratto da donne vedove o divorziate con prole, le corteggia finché queste non lo accolgono nella loro casa. Qui è la divorziata Susan (Sela Ward), che dopo un incontro apparentemente fortuito, se ne invaghisce, lo invita a pranzo e ben presto con apparente superficialità gli spalanca le porte della propria abitazione.
Finché la sua falsa identità e le sue storie inventate reggono, la vita all'interno della casa sembra trascorrere normalmente, ma quando per una serie di circostanze il figlio Michael (Penn Badgley) e il suo vero padre sembrano sospettare qualcosa, l'istinto omicida di David prendono il sopravvento.
Thriller vivace e avvincente che manca però un pò di originalità, per alcuni aspetti infatti ricorda troppo il più famoso "Disturbia". Tuttavia, con pochi semplici ingredienti anche qui si costruisce un buon thriller, ricco di tensione, che sfrutta sì una figura che spesso ricorre nel cinema di questo genere, ossia quella del serial killer, ma lo fa in maniera sapiente senza mai cadere troppo nell'ovvietà e nel già visto. Il film fa riflettre sulla inquietante facilità con cui chiunque, sulla base di buoni sentimenti, possa spalancare le proprie porte a persone che sono tutt'altro rispetto a quello che vogliono farci credere. Buona dose di azione nel finale.