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giovedì 25 giugno 2009
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il mondo che canbia
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L'Irlanda un agolo di verde felice per chi si accontenta di un mondo sempre uguale che non ama i cambiamenti e che nella mente di un uomo "semplice"rappresenta tutto ciò o quasi che quell'uomo mite e a suo modo in esso ben integrato desidera.Quando il vento del cmbiamento che lui non avverte ma che già soffia anche in quei luoghi apparentemente fuori dal tempo travolge lui,l'uomo semplice e innamorato della sua terra che non si può opporre in alcun modo allo sconvolgimento prossimo venturo cui la sua vita andrà incontro decide che ne ha già avuto abbastanza e sceglie la via d'uscita a lui più consona.Questo film ricorda vagamente le traversie del protagonista di un altro film questa volta sud americano "Perro Bonbon"che però affrontava il cambiamento non arrendendosi ad esso.
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L'Irlanda un agolo di verde felice per chi si accontenta di un mondo sempre uguale che non ama i cambiamenti e che nella mente di un uomo "semplice"rappresenta tutto ciò o quasi che quell'uomo mite e a suo modo in esso ben integrato desidera.Quando il vento del cmbiamento che lui non avverte ma che già soffia anche in quei luoghi apparentemente fuori dal tempo travolge lui,l'uomo semplice e innamorato della sua terra che non si può opporre in alcun modo allo sconvolgimento prossimo venturo cui la sua vita andrà incontro decide che ne ha già avuto abbastanza e sceglie la via d'uscita a lui più consona.Questo film ricorda vagamente le traversie del protagonista di un altro film questa volta sud americano "Perro Bonbon"che però affrontava il cambiamento non arrendendosi ad esso.La poetica del film sta in quest'atteggiamento di vicinanaza ai luoghi per come uno li ha conosciuti e la non accettazione che le cose possano cambiare certo che così facendo l'umanità avrebbe preso direzioni totalmente diverse con conseguenze altrettanto diverse.
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baroqeworks
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mercoledì 24 giugno 2009
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noioso
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film lentissimo e sonnolento. poi il finale era scontatissimo, mi aspettavo almeno un colpo di scena, ma niente. come fa te a dire che è un capolavoro?? mah, "de gustibus"....
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bandy
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domenica 14 giugno 2009
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una piccola chicca per cinefili
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Film molto carino,un pò toccante,comunque da vedere.
In questo week end è uscito solo in tre città,Roma Torino e Udine
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marezia
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giovedì 11 giugno 2009
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girando girando...
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A leggere le recensioni dei protagonisti il peggiore è senza dubbio Cabona. Ma è possibile che un critici professionista che presumo abbia studiato anni e anni scriva così? Non vorrei spingermi oltre perché penso di essere stata sufficientemente chiara ma concludo dicendo che non vedo l'ora di vedere il film ANCHE per "integrare" le sue sprezzanti 7 righe in modo da farne una VERA RECENSIONE (tanto la trama in esse contenuta la sappiamo già).
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paolorol
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mercoledì 10 giugno 2009
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minimalismo irlandese
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Film minimalista, molto umano, ben interpretato e splendidamente diretto. Ottima anche la fotografia, i cui toni grigio bluastri sono in perfetta sintonia con la melanconia dei paesaggi e delle persone che ci vivono, circondati da una solitudine solo in apparenza assoluta. Qualche gesto umano la ravviva e qualche sorriso si schiude, almeno per qualche istante si intravede un pò di sole.
Un piccolo film che da più di quanto ci si potrebbe attendere.
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cinemaleo
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sabato 4 aprile 2009
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un piccolo gioiello che va recuperato
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Un film che nel 2007 e nel 2008 ha trionfato nei più importanti festival, da Cannes a Toronto, da Londra a Torino, mietendo premi e consensi. Un film che non mi risulta sia circolato nelle nostre sale, ed è un peccato: un piccolo gioiello che va recuperato e che onora chi lo ha realizzato.
Con uno stile asciutto ed essenziale al massimo, semplice e al contempo complesso, Garage è forse il miglior esponente di quello che molti critici chiamano la "new wave" del cinema irlandese (cinema poco conosciuto nel resto del mondo, ad eccezione dell‘opera di Neil Jordan e Jim Sheridan, cinema a cui la Cineteca di Bologna nell‘ottobre del 2008 e il RomaFilmFestival a dicembre hanno dedicato delle interessanti rassegne).
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Un film che nel 2007 e nel 2008 ha trionfato nei più importanti festival, da Cannes a Toronto, da Londra a Torino, mietendo premi e consensi. Un film che non mi risulta sia circolato nelle nostre sale, ed è un peccato: un piccolo gioiello che va recuperato e che onora chi lo ha realizzato.
Con uno stile asciutto ed essenziale al massimo, semplice e al contempo complesso, Garage è forse il miglior esponente di quello che molti critici chiamano la "new wave" del cinema irlandese (cinema poco conosciuto nel resto del mondo, ad eccezione dell‘opera di Neil Jordan e Jim Sheridan, cinema a cui la Cineteca di Bologna nell‘ottobre del 2008 e il RomaFilmFestival a dicembre hanno dedicato delle interessanti rassegne).
Un film (definito da La Stampa “delicata e crudele fiaba contemporanea”) di forte impatto emotivo, che affascina e cattura l’attenzione dello spettatore che ha l’occasione (grazie ai silenzi e al ritmo volutamente lento) di approfondire e di riflettere su quanto lo schermo gli mostra, di entrare in stretta relazione sia col protagonista che con i vari personaggi appena accennati ma di grande spessore umano (ha dichiarato il regista: “...ho utilizzato un linguaggio lontano dai canoni televisivi su cui invece si sta appiattendo molta produzione di oggi, anche europea”).
Un affresco di provincia profondamente autentico e vero, una provincia dove (contrariamente alle apparenze di perfetta comunità) domina la diffidenza e la difficoltà di comunicazione. Un’opera delicatamente drammatica sulla solitudine e il disagio che non può lasciare indifferenti.
Bellissimo, e struggente, il finale, difficilmente dimenticabile nel suo simbolismo e nel suo equilibrio (pietismi e sentimentalismi, che la trama avrebbe potuto richiedere, sono assolutamente banditi).
Pat Shortt, un attore comico molto popolare in Irlanda soprattutto in televisione, è veramente straordinario: un ruolo particolarmente difficile il suo che gli dà modo di evidenziare un eccezionale talento.
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