great steven
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domenica 23 agosto 2015
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comico, divertente, ma la storia è poco articolata
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BAGNOMARIA (IT, 1999) diretto da GIORGIO PANARIELLO. Interpretato da GIORGIO PANARIELLO, MANUELA ARCURI, VALERIA FABRIZI, UGO PAGLIAI, GIANNA GIACHETTI, PIETRO FORNACIARI, ANDREA CAMBI, LILLO & GREG, KATIA BENI
Uno dei più felici risultati cinematografici di Panariello come attore-regista, coadiuvato nella sceneggiatura da Piero De Bernardi e Leo Benvenuti, dove la scomposizione nei quattro personaggi più esilaranti del suo repertorio regala agli spettatori un prodotto confezionato con gagliarda simpatia e sereno buonumore. Son quattro episodi che si intrecciano, pur seguendo ognuno la propria strada, e ciascuno ha per protagonista un carattere strambo e imprevedibile.
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BAGNOMARIA (IT, 1999) diretto da GIORGIO PANARIELLO. Interpretato da GIORGIO PANARIELLO, MANUELA ARCURI, VALERIA FABRIZI, UGO PAGLIAI, GIANNA GIACHETTI, PIETRO FORNACIARI, ANDREA CAMBI, LILLO & GREG, KATIA BENI
Uno dei più felici risultati cinematografici di Panariello come attore-regista, coadiuvato nella sceneggiatura da Piero De Bernardi e Leo Benvenuti, dove la scomposizione nei quattro personaggi più esilaranti del suo repertorio regala agli spettatori un prodotto confezionato con gagliarda simpatia e sereno buonumore. Son quattro episodi che si intrecciano, pur seguendo ognuno la propria strada, e ciascuno ha per protagonista un carattere strambo e imprevedibile. Merigo, ciclista perennemente ubriaco e facile da abbindolare, si fa convincere da alcuni conoscenti a trasportare con il suo velocipede una bara che contiene un vecchio morto poco tempo prima, ma lui crede che dentro vi siano delle bottiglie di Brunello. Pierre, il figlio sgargiante e scapestrato del sindaco, vuole sostituire la solita, noiosa festa a base di cabaret e musica da balera con un grandissimo spettacolo condito con musica elettronica e ballato dai suoi inseparabili amici cubisti, ma il padre non approva. Simone, bambino disubbidiente dalla proverbiale vivacità, insegue per numerosi luoghi una procace bombolonaia, mettendo nei guai tutte le persone che incontra e finendo addirittura per scappare dal collegio/lager dove si trova per le vacanze estive, diretto da una perfida suora. Mario, bagnino sovrappeso e sfortunato, è in competizione con un collega russo molto più muscoloso e prestante di lui, e per decidere a chi dovranno rivolgersi i clienti per un soggiorno in spiaggia, arriva a sfidarlo in un’impari gara di apnea. Girato interamente in Versilia, fra Marina di Pietrasanta e Forte dei Marmi. Molti critici, all’epoca dell’uscita, sostennero che la trasposizione cinematografica del quartetto non avesse ottenuto gli esiti sperati dal suo interprete, definendo il film come nient’altro che una scusa per mettere in scena uno show da salotto che non sa utilizzare adeguatamente il mezzo filmico per cavarne fuori la comicità scoppiettante e dissacrante che avrebbe dovuto emergere da un esperimento che aveva tutte le carte in regola per riuscire in questa prova. In realtà i suoi difetti maggiori non sono questi, ma riguardano piuttosto il fatto che le vicende sono state poste in secondo piano per dare spazio all’accumulo di gag, con l’inevitabile conseguenza che la continuità narrativa si perde per strada e il divertimento è basato quasi esclusivamente su elementi estemporanei. E per forza di cose la narrazione ci rimette, quando ci si concentra soltanto sui meccanismi che devono innescare le risate nel pubblico. Panariello è comunque bravissimo nei suoi sdoppiamenti (fornendo anche un timbro vocale diverso per ogni personaggio) e, quando si trova in solitaria, sa reggere la scena come qualunque eccellente professionista saprebbe fare, ma al suo fianco c’è una compagine di comprimari che pretende il suo cantuccio espressivo: G. Giachetti è una gustosa barista dai sapori mediterranei e dalle deliziose velleità artistiche, mentre U. Pagliai si adopera con fervore e autoironia nel tracciare il ruolo di un primo cittadino rigoroso e severo ma che in fondo riconosce di apprezzare il figlio per i suoi metodi poco ortodossi e straordinariamente innovativi. M. Arcuri è probabilmente il meno azzeccato dei personaggi secondari, e le ragioni son da ricercare nella concentrazione sulla sua avvenenza fisica e sulla non valorizzazione della sua recitazione e delle sue abilità artistiche, che effettivamente non mancano e sono anzi ben visibili, quando l’attrice si impegna. Fotografia: Danilo Desideri. Montaggio: Antonio Siciliano. Prodotto da Vittorio Cecchi Gori con la collaborazione della moglie Rita Rusic.
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elgatoloco
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giovedì 15 giugno 2017
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only sketches
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Uno sketch incollato all'altro, in questo film diGiorgio Panariello, attore-autore che scrive anche il film, con la collaborazioen di Benvenuti e De Bernardi, con risultati, diremo così, "discutibili", ossia con tante ambizioni(la scena della bara e del funerale vorrebbe fare il verso a"Entre Acte"di René Clair... , altrove c'è un alone di"Surrealtà", se non di"surrealismo", ma Chaplin è lontano...). Discreto nella parte del bambino innamorato di una grande(quasi l'esordio della Arcuri, almeno al cinema), decisamente "scarso"quando fa il DJ o comunque l'organizzatore di eventi nella località balneare versiliese, non eccelso perché troppo"carico"come bagnino, ossia nell'episodio centrale, ancora discreto come"ubriaco"del paese sempre oggetto di scherno, Panariello se la cava"sanza infamia e sanza lodo", per dirla con Padre Dante, ma appena nella media se non al di sotto.
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Uno sketch incollato all'altro, in questo film diGiorgio Panariello, attore-autore che scrive anche il film, con la collaborazioen di Benvenuti e De Bernardi, con risultati, diremo così, "discutibili", ossia con tante ambizioni(la scena della bara e del funerale vorrebbe fare il verso a"Entre Acte"di René Clair... , altrove c'è un alone di"Surrealtà", se non di"surrealismo", ma Chaplin è lontano...). Discreto nella parte del bambino innamorato di una grande(quasi l'esordio della Arcuri, almeno al cinema), decisamente "scarso"quando fa il DJ o comunque l'organizzatore di eventi nella località balneare versiliese, non eccelso perché troppo"carico"come bagnino, ossia nell'episodio centrale, ancora discreto come"ubriaco"del paese sempre oggetto di scherno, Panariello se la cava"sanza infamia e sanza lodo", per dirla con Padre Dante, ma appena nella media se non al di sotto. "Bagnomaria", unico tentativo autorale dell'attore toscano è anche un concentrato di"toscanità", che però non arriva assolutamente, neppure"de loin"al livello di un Benigni , dei"Giancattivi"di otitma memoria, né in direzione di "amici miei"e neppure dei"Delitti del Barlume". Un altro pianeta, diciamo, non proprio troppo soleggiato... Con la gentile partecipazione, però, di Ugo Pagliai, pistoiese, un pezzo di storia (importante)dello spettacolo(TV ma soprattutto teatr)oitaliano-qui tratteggia il ruolo del sindaco conservatore alle prese con il discolo figlio DJ, "sderenato". Da considerare con attenzione , comunque, questa, invero piccola, partecipazione... Panariello, dopo questo film, è tornato a fare spettacoli dal vico e TV(negli ultimi tempi un po'meno anche quella, in realtà). Il fil "in oggetto"è del 1999. El Gato
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