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Esiliato dalla Jugoslavia,Makavejev si butta(decisamente allo sbaraglio)in una caustica allegoria degli orrori del capitalismo e dello stalinismo.Un'orgia sconclusionata e scombinata di scenette apologetiche e provocatorie a carattere erotico/scatologico,fin troppo eccessiva nel gusto della trasgressione anarchica e con un insistito ricorso all'urina.Tuttavia il risultato complessivo non è privo di interesse.Il cast è straniato nel modo giusto(Rolan Topor fa una brevissima comparsata come medico che aiuta la coppia incastrata),e bisogna riconoscere al regista una spregiudicata disinvoltura nel mescolare sacro e profano(vedi i filmati delle vittime esumate dalle fosse di Katyn).Notevoli musiche di Manos Hadjidakis,che usa tra l'altro la"Nona" di Beethowen e un paio di canzoni italiane.E' l'esempio unico di un momento di libertà espressiva irrecuperabile,metafora non impeccabile di una cultura allucinata che si lasciava il marxismo alle spalle.Più di un punto in comune con "Viva la muerte"di Arrabal("Andrò come un cavallo pazzo" è a mio parere meno riuscito di questo),con l'aggiunta del pansessualismo di Willhelm Reich e l'antipscichiatria di Guattari.Più che al "Salò" di Pasolini,bisognerebbe rapportarlo al successivo "Spell,dolce mattatoio" di Cavallone.Chi già lo ha visto,potrà apprezzare di più questo film.Carole Laure,star della canzone del Quèbec,ha una sensualità notevole.E la performance finale in cui si lancia,è degna di Cicciolina.La versione integrale(circa 98 minuti)è disponibile su DVD americano.In quella italiana,mancano 10 minuti buoni ma la scena finale è intatta.Le canzoni sono curate da Giovanna Davoli e i dialoghi da Pasolini e da Dacia Maraini.Io li ho trovati piuttosto ridicoli.Nella versione originale si parla inglese,russo,francese,spagnolo e qualche frase di italiano.
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