Quando vidi per la prima volta "E se per caso una mattina" avevo 14 anni. Era il 1984 e lo trasmisero su una emittente locale della mia città. Quel film fu un autentico flash psichedelico. Mi spalancò le porte a quell'incandescente mondo dei primi anni 70, gli anni della mia infanzia che non finiranno mai di accompagnarmi in tutta la mia vita. Vedendo quel film era come se provassi una sensazione ancestrale, come se avessi vissuto quella storia così follemente bizzarra e al tempo stesso realistica. Ma sopratutto capii l'ipocrisia e la falsità della sociètà borghese, con i suoi stupidi tabù, le sue fasulle regole e le sue squallide convenzioni moralistiche. L'uomo di mezza età che si innamora della ragazza hippie sembrerebbe il prototipo di questo borghese coatto, che ad un certo punto comincia a rendersi conto della impossibilità di vivere un'esistenza che pone in discussione i presunti valori di una società ordinata.
[+]
Quando vidi per la prima volta "E se per caso una mattina" avevo 14 anni. Era il 1984 e lo trasmisero su una emittente locale della mia città. Quel film fu un autentico flash psichedelico. Mi spalancò le porte a quell'incandescente mondo dei primi anni 70, gli anni della mia infanzia che non finiranno mai di accompagnarmi in tutta la mia vita. Vedendo quel film era come se provassi una sensazione ancestrale, come se avessi vissuto quella storia così follemente bizzarra e al tempo stesso realistica. Ma sopratutto capii l'ipocrisia e la falsità della sociètà borghese, con i suoi stupidi tabù, le sue fasulle regole e le sue squallide convenzioni moralistiche. L'uomo di mezza età che si innamora della ragazza hippie sembrerebbe il prototipo di questo borghese coatto, che ad un certo punto comincia a rendersi conto della impossibilità di vivere un'esistenza che pone in discussione i presunti valori di una società ordinata. Ed ecco che i suoi fantasmi poco a poco riaffiorano, la vita da hippie, che pure fino a quel punto sembrava avergli dato una nuova gioia, ora invece comincia ad apparirglii troppo svincolata dai canoni convenzionali, la totale libertà comincia a spaventarlo, fino a portarlo al drammatico e cinico gesto finale, l'omicidio della ragazza e di Cristo, l'hippie che aveva una relazione con lei. Film a tratti surreale, ma solo apparentemente e grazie ad alcune rappresentazioni decisamente acide e visionarie, oserei dire schizzate, come ad esempio il delirio in cui il protagonista si vede giudicato dai familiari e dagli amici su quell' esistenza "degradante" che stava conducendo. Da un lato il senso della vegogna lo porterà a reprimere le proprie pulsioni contestatarie, dall'altro le sue stesse convenzioni borghesi finiranno per allontanarlo dalla comune hippie in cui era stato inzialmente accettato. Accompagnato da musiche esoteriche e visionarie, il film è un autentico capolavoro del trash settantiano mede in italy, un gioellino di arte contemporanea.
Italo Scarsi
[-]
|
|