È difficile pensare a un ruolo meno impegnativo di quello che Claudio Villa interpreta in questo film, visto che deve impersonare se stesso. Indipendentemente da tutto, la pellicola di Mario Girolami ha ancora oggi il valore di un documentario, di una testimonianza sulla passione che il ‘reuccio’ suscitava all’epoca del suo maggior successo. Alcune scene, girate direttamente nei concerti che il cantante teneva nei vari locali della penisola, ci rimandano un’atmosfera di grande eccitazione ed entusiasmo. Non sono invenzioni della sceneggiatura, ma la realtà di un’epoca ricca di trionfi e di soddisfazioni per Claudio Villa idolatrato e amato da migliaia di giovani.
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È difficile pensare a un ruolo meno impegnativo di quello che Claudio Villa interpreta in questo film, visto che deve impersonare se stesso. Indipendentemente da tutto, la pellicola di Mario Girolami ha ancora oggi il valore di un documentario, di una testimonianza sulla passione che il ‘reuccio’ suscitava all’epoca del suo maggior successo. Alcune scene, girate direttamente nei concerti che il cantante teneva nei vari locali della penisola, ci rimandano un’atmosfera di grande eccitazione ed entusiasmo. Non sono invenzioni della sceneggiatura, ma la realtà di un’epoca ricca di trionfi e di soddisfazioni per Claudio Villa idolatrato e amato da migliaia di giovani. Il film vuole essere, soprattutto, un omaggio al cantante, ma diventa anche una ghiotta occasione per sfruttare al meglio la sua popolarità con una geniale operazione commerciale. È inutile aggiungere che gli ammiratori e le ammiratrici di Villa ne decretano il successo affollando le sale cinematografiche e contribuendo così a rafforzare il mito del ‘reuccio’. Sono anni in cui Claudio Villa, novello Re Mida, trasforma davvero in oro tutto quello che tocca.
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