peer gynt
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mercoledì 23 febbraio 2022
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noir poco originale con una coppia che funziona
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Film fra il noir e il genere avventuroso che si lascia vedere, soprattutto per la buona prova degli attori (la coppia Mitchum-Russell funziona), ma che non ha nulla della geniale inventività del grande von Sternberg, regista dal carattere sicuramente non facile ma capace di grandi intuizioni cinematografiche e in grado di creare, solitamente, personaggi intriganti e coinvolgenti. Qui mancano scene significative dal punto registico, alcuni personaggi risultano sbiaditi mentre la trama (poco originale) mostra anche qualche falla narrativa di non poco conto. Non stupisce leggere che von Sternberg è stato contestato dagli attori e anche dal produttore, che gli ha tolto il montaggio finale e ha fatto rigirare varie scene da altro regista (in questo caso Nicholas Ray).
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Film fra il noir e il genere avventuroso che si lascia vedere, soprattutto per la buona prova degli attori (la coppia Mitchum-Russell funziona), ma che non ha nulla della geniale inventività del grande von Sternberg, regista dal carattere sicuramente non facile ma capace di grandi intuizioni cinematografiche e in grado di creare, solitamente, personaggi intriganti e coinvolgenti. Qui mancano scene significative dal punto registico, alcuni personaggi risultano sbiaditi mentre la trama (poco originale) mostra anche qualche falla narrativa di non poco conto. Non stupisce leggere che von Sternberg è stato contestato dagli attori e anche dal produttore, che gli ha tolto il montaggio finale e ha fatto rigirare varie scene da altro regista (in questo caso Nicholas Ray). Non è qui che si trova il miglior von Sternberg!
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paolp78
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sabato 5 dicembre 2020
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avventura ed evasione
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Ottima pellicola che propone una storia picaresca, in uno scenario esotico ed inusuale che facilita il prodursi del piacevole effetto evasione: lo spettatore ne resta rapito e conquistato.
La trama è molto semplice, elemento che non costituisce affatto un difetto, nonché solidamente costruita, pertanto funziona perfettamente. Il punto di forza sono i personaggi, intelligentemente caratterizzati secondi alcuni classici stereotipi dei racconti d'avventura, nonché tutti ben valorizzati dai vari interpreti.
Molto adatti ai ruoli i due protagonisti, Robert Mitchum e soprattutto una conturbante Jane Russell, qui nel momento più fulgido della sua carriera e davvero in splendida forma: la Russell a cui si adatta perfettamente la parte della femme fatale dal passato burrascoso e difficile da conquistare, si esibisce in quella che resta una delle sue migliori interpretazioni.
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Ottima pellicola che propone una storia picaresca, in uno scenario esotico ed inusuale che facilita il prodursi del piacevole effetto evasione: lo spettatore ne resta rapito e conquistato.
La trama è molto semplice, elemento che non costituisce affatto un difetto, nonché solidamente costruita, pertanto funziona perfettamente. Il punto di forza sono i personaggi, intelligentemente caratterizzati secondi alcuni classici stereotipi dei racconti d'avventura, nonché tutti ben valorizzati dai vari interpreti.
Molto adatti ai ruoli i due protagonisti, Robert Mitchum e soprattutto una conturbante Jane Russell, qui nel momento più fulgido della sua carriera e davvero in splendida forma: la Russell a cui si adatta perfettamente la parte della femme fatale dal passato burrascoso e difficile da conquistare, si esibisce in quella che resta una delle sue migliori interpretazioni. Ottima anche l'intesa con Mitchum, con cui la Russell forma una coppia che pare affiatata, nonché sicuramente ben assortita ed intrigante.
Convincente anche il resto del cast, tra cui meritano una menzione William Bendix, molto presente in scena; Brad Dexter, nel ruolo del ricco malavitoso proprietario di locali notturni, che risulta azzeccatissimo nel ruolo soprattutto per merito dei suoi occhi azzurri che contribuiscono a definire il personaggio in modo romanzato; ed infine Vladimir Sokoloff bravissimo e quasi irriconoscibile nella parte del vecchio asiatico cieco. C'è anche Gloria Grahame che però resta relegata in una parte minore e viene sovrastata dalla Russell, regina incontrastata della pellicola.
Tecnicamente ineccepibile la regia del maestro Von Sternberg, qui ad una delle sue ultime opere; particolarmente apprezzabile il buon ritmo della narrazione e lo sviluppo scorrevole e fluido della trama. Riuscitissime le scene d'azione, molto avvincenti e ben girate, tanto da costituire uno dei punti di forza della pellicola.
Il film è di durata molto contenuta, anche per via di un finale che si chiude con ben pochi fronzoli, forse persino troppo sbrigativamente.
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michel
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martedì 6 novembre 2007
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un pesce di nome joseph
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A Macao, labirintico rifugio per avventurieri di ogni sorta, approdano due uomini e una donna. Uno di loro è un poliziotto. Sternberg non ha più l’autorità e forse neppure l’energia per imporre il suo stile barocco, del quale rimangono soprattutto i difetti, la staticità e gli spazi claustrofobici. Nella sequenza dell’inseguimento, con i personaggi che avanzano faticosamente in un intrico di reti da pesca, si può leggere il destino del regista, incapace di rinnovarsi, che non può più contare su un pubblico sensibile alle sue raffinatezze estetiche e disposto a perdonarne gli eccessi, preda della rete che lui stesso ha intessuto.
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