Nel presente parlano romano, nei flashback il romano diventa lazio-lombardo e milanese pieno. Qualche accenno di romagnolo e i cani abbaiano felici.
storia fascio nostalgica e ridicola, tematica della famiglia allargata appena sfiorata e traumi del protagonista con la patata in bocca incomprensibili.
sceneggiatura peggiore dimquanto un qualsiasi cineasta mancato, tipo Gabriele Niola, avrebbe mai potuto esprimere, fotografia da un posto al sole, girata da un cieco e tanta voglia di scappare dopo dieci minuti.
una cosa da brividi e non di paura, ma da voltastomaco.
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