Una brutta deriva italiana è quella dell'accedere alle competenze anche senza averle, sfruttando rapporti di conoscenza stretta o diretta, oppure attraverso il potere economico personale.
Se non fossi stato uno spettatore preparato, e se questa fosse stata la mia prima visione di un film italinao, probabilmente non sarei mai più andato al cinema a vedere un film italiano.
Stessa sensazione di quando si va a teatro e ci si trova davanti a una compagnia di guitti disarticolata nella direzione.
La colpevolezza di questo film è quella di umiliare il cinema, il nostro cinema.
I problemi sorgono sempre alla base, e in questo caso le fondamenta basate sul nulla, hanno fatto crollare tutto il resto: non c'è una sotria comprensibile, una sceneggiatura degna di essere chiamata tale e neanche dei dialoghi sporadicamente rilevanti o divertenti. Non c'è nulla. Solo tanta ignoranza cinematografica.
Inutile parlare del resto, perché tutto il resto (regia, attori, fotografia, montaggio, musica, costumi), oltre ad essere stato offeso in partenza, quasi per connivenza si è adattato alla mediocrità imposta dalla storia.
Soldi buttati del biglietto, che avrei voluto indietro come spettatore.
Perché girare un film così, perchè?
Perché dietro un filmetto così brutto e inutile è stata genrata una montagna pubblicitaria (l'Adriano è invaso) ? Perché non esiste ancora nessuna recensione su questa opera da scordare? Ho assisitito incredulo ad una sciocchezza cinematografica, come raramente mi era capitato in vita, sciocchezza intesa come l'opera di chi col cinema non ha nulla a che fare.
Date soldi, anche pochi, ma dateli a giovani di talento, ma non buttateli con l'arroganza di cercare un pubblico, perché opere come questa non hanno rispetto né del cinema, né del pubblico. Autoprodursi non è una giustificante a tanta miseria. Il cinema va rispettato e per rispettarlo servono principalmente sensibilità e cultura.
Immagino l'imbarazzo provato da chi come me, ha assisitito in sala a questo suicidio pseudo cinematografico e quaella provata dagli ingenui artisti che vi hanno messo la faccia. I tecnici sicuramente hanno pensato alla paghetta fregandosene dell'opera in sè, ma credo gli attori (per altro usciti malissimo), abbiano rimpianto il giorno di aver accettato di lavorare in una operazione simile, ma allo stesso modo non giustifico neanch eloro, perché tolti quelli improvvisati, quegli altri che dovrebbero essere dei professionisti, non capisco su cosa abbiano ponderato la loro scelta. Un attore deve saper leggere un testo e da quanto ho visto, non credo ci abbiano capito molto, come me, che ancora non ho saputo trovare un senso al film dopo 48 ore dalla visione.
Non salvo nulla e mi auguro che questo film non dia seguito ad ulteriori sperimentazioni arroganti e ridicole, capaci solo di umiliare quel poco di buono che alcuni cineasti emergenti stanno regalando al pubblico senza avere dietro colossi.
Nell'anno di "lo chiamavano Jeeg robot", nessuno si sarebbe aspettato che il 2016 ci avrebbe portato "quel venerdì 30 dicembre": quando pensi ch ele cose vadano meglio, c'è sempre qualcno che ti fa fare dieci passi indietro.
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