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Ci si stupisce, da quanto un regista possa assumere diversi stile a seconda di cosa dirige. Joe D'Amato è uno di quelli. Come un camaleonte risguscia fuori dal porno e sull'onda dei gialli splatterini di Dario Argento si mette all'opera, generando un film, che nel novero della sua carriera emerge e stupisce. La storia è semplice, ma esposta come si deve dalla sagace regia di Joe come dalla sua fotografia. il film viene automaticamente messo più in alto degli altri suoi horror anche per l'adesione alle musiche da parte dei Goblin. Lo zoom sulla testa riemersa dall'acido è da antologia.
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