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Questo film comico, antifemminile(oggi con il"poltically correct"non sarebbe concepibile, dato che anche in"The War of Roses"di Danny De Vito le responsabilità sono equamente ripartite...)diretto da Steno(Mario Monicelli sembra fosse impegnato altrimenti)scritto dai due registi, con Age, Scarpelli e(non accreditato)Lucio Fulci, allora giovanissimo, è basato sulla diègesi marcatissima, ossia qui la narrazione è meta-narrazione, playing the play, senza meno, con Totò io narrante e recitante, anche come super-marionetta(la scena con i piatti), alle prese con riferimenti politici d'epoca(di seguito Selba, Togliatti, Nenni), impegnato nei consueti(ma allora, credo, quasi nuovissimi, almeno al cinema, mentre a teatro senz'altro già in atto da tempo)equivoci-bisticci linguistici(invece di"Ossequi", "esequie"...!), collabora qui per la prima volta con Peppino De Filippo, un sodalizio che durerà ancora per tanti anni, come noto; al suo fianco, come"competitrice-moglie"Ave Ninchi, la figlia è Giovanna Pala, tra gli altri Franca Faldini, compagna_ne avevo letto-di una vita e poi biografa del grande attore-poeta), Lea Pdaovani e ancora altri/e, tra cui Carlo Mazzarella, allora forse al suo esordio. Sequenze irresistibili, come nei dialoghi Totò-Peppino e un'altra notazione, assolutamente necessaria: volendo, ill film è tutto un racconto di vicende passate, in forma di"i remember"da parte di Totò: solo che non si usa il flash back, ma un continuum narrativo, dunque non c'è stacco(se non per lo spettatore, che comunque sa-capisce)tra presente-passato-riotrno al presente; un procedimento che oggi, certamente, non verrebbe più usato, in questa forma. El Gato
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