figliounico
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sabato 15 aprile 2023
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di complotti ne abbiamo visti tanti
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Trasposizione del Contesto di Sciascia in un noir in stile francese con Lino Ventura protagonista ed un cast di nomi eccellenti anche in piccole parti di contorno come quella del poeta Alfonso Gatto e di Lino Capolicchio. Il film, come il romanzo da cui è tratto, pone un interrogativo inquietante, ovvero se il partito comunista, pur sapendo dei complotti governativi degli anni ’70, noti con il nome di strategia della tensione, ispirata dai servizi americani, pur sapendo delle smanie golpiste di quel potere oscuro che assemblava in un mostro orrendo e grottesco uomini delle istituzioni della polizia dei servizi segreti ed elementi della criminalità nera, che per il vero qui non appaiono e sono invece messi in luce in Io ho paura di Damiano Damiani prodotto l’anno prima, pur conoscendo la verità abbia taciuto per opportunismo, ossia per una strategia politica intesa ad evitare il peggio, l’instaurazione di un regime autoritario come quello dei colonnelli in Grecia o di un governo fantoccio filoamericano come in una delle repubbliche delle banane dominate con gli stessi mezzi infami.
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Trasposizione del Contesto di Sciascia in un noir in stile francese con Lino Ventura protagonista ed un cast di nomi eccellenti anche in piccole parti di contorno come quella del poeta Alfonso Gatto e di Lino Capolicchio. Il film, come il romanzo da cui è tratto, pone un interrogativo inquietante, ovvero se il partito comunista, pur sapendo dei complotti governativi degli anni ’70, noti con il nome di strategia della tensione, ispirata dai servizi americani, pur sapendo delle smanie golpiste di quel potere oscuro che assemblava in un mostro orrendo e grottesco uomini delle istituzioni della polizia dei servizi segreti ed elementi della criminalità nera, che per il vero qui non appaiono e sono invece messi in luce in Io ho paura di Damiano Damiani prodotto l’anno prima, pur conoscendo la verità abbia taciuto per opportunismo, ossia per una strategia politica intesa ad evitare il peggio, l’instaurazione di un regime autoritario come quello dei colonnelli in Grecia o di un governo fantoccio filoamericano come in una delle repubbliche delle banane dominate con gli stessi mezzi infami. Girato tra Napoli e Palermo ed altre città del sud rivela in alcune sequenze un Italia arcaica legata ancora ad un passato terribile simbolicamente rappresentato dalle mummie della cripta dei cappuccini o dalle vestigia antiche della monumentale chiesa di San Domenico nell’omonima piazza partenopea, a contrasto con i filmati di repertorio delle contestazioni giovanili delle piazze italiane dell’epoca infuocate dalle bandiere rosse e dalla voglia di cambiamento, cambiamento che non c’è stato, anzi è seguita la restaurazione dal ’78 in poi dopo l’affaire Moro, anche perché forse i dirigenti di quel partito hanno creduto, come dice un attore nella battuta finale del film, che la verità non è sempre rivoluzionaria.
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gianleo67
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domenica 5 febbraio 2012
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avete dimenticato lino ventura!
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Vorrei solo far notare, per il riguardo che si deve ad un grande e spesso dimenticato interprete, che la scheda omette di citare l'attore protagonista del film: il grande Lino Ventura. Spero in una vostra pronta correzzione. Grazie. Un lettore.
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filippo catani
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sabato 10 dicembre 2011
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non sempre la verità è rivoluzionaria
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Un ispettore di polizia viene inviato in Sicilia in seguito all'assassinio di un importante giudice. Durante la sua permanenza altre due toghe verranno eliminate e l'ispettore verrà richiamato a Roma in fretta e furia. Comincerà allora ad indagare scontrandosi con una inquietante verità.
Splendido film del maestro Rosi sulle tensioni e gli intrighi dell'Italia anni '70 tratto da un'opera di Sciascia. Un film che colpisce la mente anche di coloro che solitamente non sono dei complottisti proprio per la raffinatezza e la verosomiglianza con cui gli eventi sono trattati. Da brividi la sequenza in cui il presidente della Cassazione se la prende con Voltaire e il suo Trattato sulla tolleranza reo di aver aperto la strada alle critiche sulle sentenze dei giudici e che, a suo parere, avrebbe portato alle sollevazioni dei giovani aizzati da Russell e Sarrtre.
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Un ispettore di polizia viene inviato in Sicilia in seguito all'assassinio di un importante giudice. Durante la sua permanenza altre due toghe verranno eliminate e l'ispettore verrà richiamato a Roma in fretta e furia. Comincerà allora ad indagare scontrandosi con una inquietante verità.
Splendido film del maestro Rosi sulle tensioni e gli intrighi dell'Italia anni '70 tratto da un'opera di Sciascia. Un film che colpisce la mente anche di coloro che solitamente non sono dei complottisti proprio per la raffinatezza e la verosomiglianza con cui gli eventi sono trattati. Da brividi la sequenza in cui il presidente della Cassazione se la prende con Voltaire e il suo Trattato sulla tolleranza reo di aver aperto la strada alle critiche sulle sentenze dei giudici e che, a suo parere, avrebbe portato alle sollevazioni dei giovani aizzati da Russell e Sarrtre. Tra una registrazione telefonica e l'altra si viene schiacciati dai complessi meccanismi del potere che sono trasversali e aldilà di qualsiasi colore politico. A farne le spese chi cerca di scoprire la verità o ragionare di testa sua perchè come dice la chiosa del film: "non sempre la verità è rivoluzionaria".
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teofrasto
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lunedì 29 agosto 2011
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capolavoro di rosi
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Il film parte apparentemente come un giallo, all'inizio sembra su questioni di mafia, poi su una vendetta personale, ma alla fine diventa pretesto per denunciare la realtà politica di un'epoca. Può essere che le nuove generazioni possano trovare il film poco interessante nella sua tematica, tanto più che non è una ricostruzione storica. Ma il film quando uscì destò grande scalpore. Cosa rimane oggi? Grandissima regia dove si susseguono scene indimenticabili, come ad esempio la scena iniziale nella cappella dei Cappuccini di Palermo e il primo omicidio che avviene in strada dopo lo strano passaggio di un cavallo che segue un motorino. Bellissime le scene dei funerali e gli interni dei palazzi.
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Il film parte apparentemente come un giallo, all'inizio sembra su questioni di mafia, poi su una vendetta personale, ma alla fine diventa pretesto per denunciare la realtà politica di un'epoca. Può essere che le nuove generazioni possano trovare il film poco interessante nella sua tematica, tanto più che non è una ricostruzione storica. Ma il film quando uscì destò grande scalpore. Cosa rimane oggi? Grandissima regia dove si susseguono scene indimenticabili, come ad esempio la scena iniziale nella cappella dei Cappuccini di Palermo e il primo omicidio che avviene in strada dopo lo strano passaggio di un cavallo che segue un motorino. Bellissime le scene dei funerali e gli interni dei palazzi. Anche se il ritmo può sembrare lento la tensione va sempre più crescendo e ci si accorge di essere all'interno di un film denuncia. Drammatico finale. "La verità non è sempre rivoluzionaria" dice lapidario uno dei personaggi del film, ovvero: la storia non può essere raccontata anche se si conosce, nemmeno da chi vorrebbe. Se pensiamo a quanti fatti rimasero inspiegati in quegli anni capiamo quanto Rosi abbia colto l'essenza di un'epoca e di una realtà in modo magistrale: capolavoro. Meritatissimo premio alla regia.
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giaso
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martedì 12 luglio 2011
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lino ventura non compare nella scheda del film!
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Non è una recensione al film ma una critica a voi di MyMovies: come mai omettete il nome del bravissimo lino ventura dalla scheda del film? L'omissione è incredibile, poiché in realtà il suo personaggio, l'ispettore rogas, è il protagonista assoluto della vicenda !
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jos_d
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domenica 20 dicembre 2009
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una nuova denuncia contro la politica deviata
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Alla data di pubblicazione di questo film Francesco Rosi aveva già meritoriamente puntato i riflettori su alcune pagine buie della recente storia italiana (Salvatore Giuliano, Il caso Mattei) e sui perversi meccanismi della politica, basati sulla logica dell’interesse e del compromesso (Le mani sulla città). Con Cadaveri eccellenti Rosi marcia evidentemente sulla stessa linea, proponendosi di fare emergere il preoccupante quadro politico caratterizzante gli anni settanta, ovvero quel periodo storico in cui maturò quella che molti osservatori definirono come “strategia della tensione”. I propositi del regista sono dunque, come sempre, apprezzabili, tuttavia quanto alla realizzazione concreta del lavoro qualche appunto va fatto.
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Alla data di pubblicazione di questo film Francesco Rosi aveva già meritoriamente puntato i riflettori su alcune pagine buie della recente storia italiana (Salvatore Giuliano, Il caso Mattei) e sui perversi meccanismi della politica, basati sulla logica dell’interesse e del compromesso (Le mani sulla città). Con Cadaveri eccellenti Rosi marcia evidentemente sulla stessa linea, proponendosi di fare emergere il preoccupante quadro politico caratterizzante gli anni settanta, ovvero quel periodo storico in cui maturò quella che molti osservatori definirono come “strategia della tensione”. I propositi del regista sono dunque, come sempre, apprezzabili, tuttavia quanto alla realizzazione concreta del lavoro qualche appunto va fatto. Innanzitutto la regia è troppo lenta, facendo sembrare la pellicola più datata di quanto non sia effettivamente, e secondariamente, sebbene il messaggio di fondo si colga facilmente, l’intrigo concreto che caratterizza la sceneggiatura -ispirata al romanzo di Leonardo Sciascia Il contesto (1971)- risulta poco chiaro, lasciando lo spettatore con più dubbi che certezze.
A Roma l’ispettore di polizia Amerigo Rogas (interpretato dal sempre efficace Lino Ventura) indaga sull’assassinio di alcuni giudici molto in vista. In un primo momento pensa alla vendetta di qualcuno condannato ingiustamente, ma poi scopre che c’è molto di più....I personaggi coinvolti nel caso sono però troppo potenti e non gli permetteranno di fare scoppiare lo scandalo.
Nel cast anche due altri grandi nomi: Max von Sidow (Il settimo sigillo, L’esorcista) e Fernando Rey ( Il braccio violento della legge, Il fascino discreto della borghesia).
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(di giaso)
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anonimo
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martedì 23 dicembre 2008
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un bruttissimo film
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La più giusta critica a questo film la scrisse Goffredo Fofi su uno degli ultimi numeri della nuova serie di "Ombre Rosse".
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davi il grande
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mercoledì 26 marzo 2008
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verita oscure
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film bellissimo veramente tutto quello che tenevano nascosto per anni.... da vedere assolutamente
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david
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mercoledì 26 marzo 2008
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verita nella chiesa cattolica
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film di ottimo stampo mafioso sul genere thriller bellissima la scena di carlo e debora che si buttano dal balcone e il mainella li salva
[+] david ma che film hai visto?
(di giaso)
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