liuk!
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domenica 29 gennaio 2017
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doppiaggio scandaloso
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La pellicola in sé non è male, storia interessante e molta azione, complessivamente più che godibile. Mel Gibson è in forma ed ottimo nella parte. Le pecche però sono ampie e disturbano non poco: l'attrice protagonista è veramente scarsa, assolutamente acerba e non pronta al ruolo; il doppiaggio è qualcosa di pauroso, tra i peggiori mai sentiti. Per chi ne ha la possibilità consiglio di cercarlo in lingua originale, perché il film merita.
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(di doctorow)
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pocci96
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giovedì 29 giugno 2017
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farà di tutto per proteggerla
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Blood father ha un ritmo davvero incredibile, accelera e rallenta nei momenti giusti e tiene questo ritmo fino alla fine del film. i personaggi sono descritti e trattati con con cura, Mel gibson si trova a suo agio in quel ruolo, Diego luna lo segue molto bene, anche se non parla molto ma con qualche espressione azzeccata riesce a convincere, Micheal parks regala al pubblico una delle sue ultime perle :a mio parere un attore di grande livello e che in pochi o meglio solo i registi migliori hanno usufruito del suo talento (kevin smith e Tarantino per citarne due) purtroppo in questo film viene doppiato malissimo. L unica nota un po' stonata nel film è Erin Moriarty, la povera figlia dal infazia rovinata e dalla vita incasinata che avrebbe dovuto dare molto di più ma invece non convince del tutto.
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Blood father ha un ritmo davvero incredibile, accelera e rallenta nei momenti giusti e tiene questo ritmo fino alla fine del film. i personaggi sono descritti e trattati con con cura, Mel gibson si trova a suo agio in quel ruolo, Diego luna lo segue molto bene, anche se non parla molto ma con qualche espressione azzeccata riesce a convincere, Micheal parks regala al pubblico una delle sue ultime perle :a mio parere un attore di grande livello e che in pochi o meglio solo i registi migliori hanno usufruito del suo talento (kevin smith e Tarantino per citarne due) purtroppo in questo film viene doppiato malissimo. L unica nota un po' stonata nel film è Erin Moriarty, la povera figlia dal infazia rovinata e dalla vita incasinata che avrebbe dovuto dare molto di più ma invece non convince del tutto. Le sciene d azione sono ben girate e montate alla perfezione,il film diverte e intrattiene non solo per l action ma anche per quel pizzico di humor e di qualche scena dove il regista scherza su qualche nota politica
consiglio la visione per chi vuole guardare un film di intrattenimento epoco impegnativo ma comunque di ottimo livello!!
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alex62
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sabato 15 ottobre 2016
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solo tuo padre può farlo
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Quanto abbiamo amato alcuni personaggi interpretati da Mel Gibson: per la verità raramente ha deluso. Inoltre nelle sue corde ci sono sia ruoli drammatici, che ironici. I due personaggi che più mi hanno convinto sono il prete di “Signs”, quando Shyamalan (il regista) non si era ancora perso dietro i suoi deliri fumettistici e aveva onorato e riabilitato (se così si può dire) due “mostri” degli action-movie violenti e “stupidi”: Mel, appunto e Bruce Willis (in “Sesto senso”); ma cito anche “The village” (la trilogia dell'autore indiano-americano). Il secondo è il protagonista indimenticabile di “The patriot”.
Proprio in un ruolo, lontanamente imparentato con quest'ultimo, Mel Gibson riemerge da alcuni anni di nascondimento e forse… di smarrimento.
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Quanto abbiamo amato alcuni personaggi interpretati da Mel Gibson: per la verità raramente ha deluso. Inoltre nelle sue corde ci sono sia ruoli drammatici, che ironici. I due personaggi che più mi hanno convinto sono il prete di “Signs”, quando Shyamalan (il regista) non si era ancora perso dietro i suoi deliri fumettistici e aveva onorato e riabilitato (se così si può dire) due “mostri” degli action-movie violenti e “stupidi”: Mel, appunto e Bruce Willis (in “Sesto senso”); ma cito anche “The village” (la trilogia dell'autore indiano-americano). Il secondo è il protagonista indimenticabile di “The patriot”.
Proprio in un ruolo, lontanamente imparentato con quest'ultimo, Mel Gibson riemerge da alcuni anni di nascondimento e forse… di smarrimento. Vicino e lontano perché anche qui si tratta di un padre, e di un assassino. Un padre che ha un enorme rimpianto: quello di aver perso gli anni più belli della sua unica figlia, Lydia, la bellissima Erin Moriarty, che ricorda molto la migliore Selena Gomez, ma dimostra superiori doti di attrice.
Il titolo è volutamente ambiguo: potrebbe significare “padre di sangue” (nel senso di genitore naturale), “sangue di padre”, e infine, letteralmente proprio quel sangue lì, il sangue di quel padre… Io avrei aggiunto “solo”…soltanto sangue di padre o solo il sangue di un padre…
Quando avrete visto il film capirete queste mie elucubrazioni, non gratuite…!
Mel Gibson è da sempre un attore protagonista: regge da solo l'esile trama, pur ottimamente circondato e coadiuvato da bravi comprimari: da William H. Macy (lo strepitoso protagonista della serie TV “Shameless” - se non l'avete mai vista, non perdetevela!) a Dale Dickey, da Diego Luna a Michael Parks. Lydia è una splendida ventenne perduta (alcool, droga e pistole), ex-adolescente sballottata da un affido all'altro, all'eterna ricerca-rimpianto di un padre che avesse saputo “raddrizzarle la schiena” non a suon di sberle, perché di quelle sicuramente ne ha prese tante ma sono servite proprio al contrario, bensì con amore. Con quella cura che solo il padre di sangue sa dedicare alla figlia. La madre, s'intuisce da una telefonata, se n'è lavata le mani e dunque la piccola, adorabile bugiarda è finita nelle mani di un piccolo boss del Cartello messicano, che un po' la detiene con la dose, un po' la possiede con un gioco crudele a fare la vita dei banditi, a perdersi insieme. In un impeto di amor proprio, la bimba non ci sta e rifila una pallottola al fidanzato e si dà a una fuga disperata e impossibile: chi le rimane? Qual è l'unica persona al mondo dalla quale potrebbe rifugiarsi e sperare 2.000 dollari?
Mel l'ha cercata per anni, anzi non si era ancora arreso e quando le ripiomba nella roulotte-negozio di tatue-art nel deserto per lui è la festa più grande della sua vita grama da alcolista-ergastolano in libertà vigilata.
Link ha ucciso per sopravvivere al carcere più violento della costa occidentale e lì gli sono rimasti gli unici amici che abbia mai avuto.
Nella galleria di relitti umani che Link ha lasciato lungo la sua strada accidentata incontriamo alcuni caratteri esemplari e diabolici. Infine ce la farà il nostro eroe pieno di macchie e con una sola paura (perdere di nuovo Lydia!) a salvarsi e a salvare la figlia?!? Fallisce miseramente anche nella sua ultima e nell'unica impresa etica della sua grama esistenza…apparentemente…
Ma Lydia poi, miracolosamente si ritroverà pulita e con un compito vitale…finalmente viva…finalmente se stessa!
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