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figliounico
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sabato 7 gennaio 2023
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la mercificazione del natale
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Horror adolescenziale di Helander del 2010 con un soggetto originale che prende spunto dalla figura mitologica finnica del Joulupukk, in altri paesi del nord Europa detto il Krampus, un demone soggiogato da San Nicola, metà uomo e metà capra, obbligato a portare doni ai bambini buoni, ma che si divertiva, a differenza del suo odierno erede Babbo Natale, anche a rapire e a torturare quelli cattivi. La trama pur essendo surreale è quella tipica di un romanzo di formazione in cui il piccolo protagonista, Pietari Kontio, orfano di madre, dovrà superare le paure infantili affrontando il mondo esterno fino a dominare le sue emozioni e a sconfiggere il male diventando alla fine un vero uomo degno del rispetto del padre.
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Horror adolescenziale di Helander del 2010 con un soggetto originale che prende spunto dalla figura mitologica finnica del Joulupukk, in altri paesi del nord Europa detto il Krampus, un demone soggiogato da San Nicola, metà uomo e metà capra, obbligato a portare doni ai bambini buoni, ma che si divertiva, a differenza del suo odierno erede Babbo Natale, anche a rapire e a torturare quelli cattivi. La trama pur essendo surreale è quella tipica di un romanzo di formazione in cui il piccolo protagonista, Pietari Kontio, orfano di madre, dovrà superare le paure infantili affrontando il mondo esterno fino a dominare le sue emozioni e a sconfiggere il male diventando alla fine un vero uomo degno del rispetto del padre. La trovata finale della mercificazione del mito, metafora della trasformazione del santo Natale in una profana festa del consumismo, dona al film un leggero sarcasmo che ne fa una favola nera che dovrebbe far riflettere soprattutto gli adulti.
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onufrio
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giovedì 24 gennaio 2019
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dalla lapponia con terrore
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In un piccolo ed innevato paesino della Lapponia, in Finlandia, la quiete viene disturbata da inquietanti situazioni, degli scavi misteriosi che stanno facendo all'interno di una montagna, la quale cela qualcosa di molto interessante a detta del direttore dei lavori, ed una quantità di renne sbranate il giorno della vigilia di Natale. Il piccolo Pietari, incuriosito da tutto questo, prova a fare qualche ricerca, scoprendo qualcosa di molto strano.
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emanuelemarchetto
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sabato 18 marzo 2017
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chi ha paura di babbo natale?
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Natale è alle porte! E quale modo migliore di festeggiarlo se non con un fanta- hottor?
Rare Exports ha ormai 5 anni, ma è uno di quei film che diventano cult in modo istantaneo. L'idea è geniale: degli studiosi stanno scavando su delle montagne finlandesi alla ricerca di una tomba sacra; dei ragazzini curiosi che abitano li vicino faranno un buco in una rete di contenimento per andare a spiare i lavori, ma in questo modo faranno scappare qualcosa che decima le renne e minaccia la loro casa.
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Natale è alle porte! E quale modo migliore di festeggiarlo se non con un fanta- hottor?
Rare Exports ha ormai 5 anni, ma è uno di quei film che diventano cult in modo istantaneo. L'idea è geniale: degli studiosi stanno scavando su delle montagne finlandesi alla ricerca di una tomba sacra; dei ragazzini curiosi che abitano li vicino faranno un buco in una rete di contenimento per andare a spiare i lavori, ma in questo modo faranno scappare qualcosa che decima le renne e minaccia la loro casa.
Non dico altro per non rovinare le numerose sorprese che la pellicola ha in serbo. In film è girato molto bene, con una fotografia luminosissima di giorno e scura di notte. Le montagne finlandesi offrono una location suggestiva; il senso di isolamento di tale location gioca a favore dell'inquietudine che si prova nel guardare il film.
Qualche problema lo si può riscontrare nel ritmo: a una prima parte lenta ed accattivante, se segue una seconda più banalmente rocambolesca. Fortuna che il finale non deluda.
Nel bene e nel male è uno dei film più originali a tema natalizio degli ultimi anni.
Date un'occhiata anche ai corti omonimi (alla base del film).
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failips
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venerdì 10 febbraio 2017
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idea non sfruttata
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Inizio subito col dire che l'idea del film secondo me era geniale! Babbo Natale esiste e al contrario di quanto si possa pensare non è buono come quello che ci ha propinato la Coca Cola,bensì un mostro che punisce i bambini cattivi.Inizio teso e interessante le aspettative per un buon film sembrano esserci...purtroppo il film che inizialmente prende una bella piega di tensione e (apparentemente) horror, cambi completamente direzione nella seconda parte in cui sembra diventare una favoletta per bambini lasciando lo spettatore nel finale con l'amaro in bocca.
Occasione persa, peccato!
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tarrapunchia
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martedì 27 dicembre 2011
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come rovinare una buona idea
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L'idea di base del film non era affatto malvagia: uno stavolgimento del concetto del caro Babbo Natale prodigo di doni e dolcezze a demoniaco dispensatore di punizioni a chi se le meriti.
Male fin dall'inizio dove la situazione viene delineata con un pressapochismo talmente gratuito e facilmente correggibile da chiedersi il perchè non si siano soffermati a girare 2-3 minuti (tanto pochi sarebbero bastati) a colmare le dissonanti lacune della storia.
Il film prosegue al limite dell'accettabile, scivolando sempre più nel grottesco fino ad un finale che neppure con concessione totale di licenza poetica ed allegorica risulta digeribile.
In conclusione: forse sarò troppo spietato, non me ne vogliano gli estimatori (?) di questo film, ma tutto quello che rimane dopo 78 minuti sono un pacchetto di patatine vuoto, 78 minuti meglio spendibili ed il rammarico per un'idea sulla carta veramente buona ma purtroppo rovinata da una sceneggiatura e regia (dalla caratterizzazione dei personaggi all'allestimento della fotografia) mortificanti.
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L'idea di base del film non era affatto malvagia: uno stavolgimento del concetto del caro Babbo Natale prodigo di doni e dolcezze a demoniaco dispensatore di punizioni a chi se le meriti.
Male fin dall'inizio dove la situazione viene delineata con un pressapochismo talmente gratuito e facilmente correggibile da chiedersi il perchè non si siano soffermati a girare 2-3 minuti (tanto pochi sarebbero bastati) a colmare le dissonanti lacune della storia.
Il film prosegue al limite dell'accettabile, scivolando sempre più nel grottesco fino ad un finale che neppure con concessione totale di licenza poetica ed allegorica risulta digeribile.
In conclusione: forse sarò troppo spietato, non me ne vogliano gli estimatori (?) di questo film, ma tutto quello che rimane dopo 78 minuti sono un pacchetto di patatine vuoto, 78 minuti meglio spendibili ed il rammarico per un'idea sulla carta veramente buona ma purtroppo rovinata da una sceneggiatura e regia (dalla caratterizzazione dei personaggi all'allestimento della fotografia) mortificanti.
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tarrapunchia
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martedì 27 dicembre 2011
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come rovinare una buona idea
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L'idea di base del film non era affatto malvagia: uno stavolgimento del concetto del caro Babbo Natale prodigo di doni e dolcezze a demoniaco dispensatore di punizioni a chi se le meriti.
Male fin dall'inizio dove la situazione viene delineata con un pressapochismo talmente gratuito e facilmente correggibile da chiedersi il perchè non si siano soffermati a girare 2-3 minuti (tanto pochi sarebbero bastati) a colmare le dissonanti lacune della storia.
Il film prosegue al limite dell'accettabile, scivolando sempre più nel grottesco fino ad un finale che neppure con concessione totale di licenza poetica ed allegorica risulta digeribile.
In conclusione: forse sarò troppo spietato, non me ne vogliano gli estimatori (?) di questo film, ma tutto quello che rimane dopo 78 minuti sono un pacchetto di patatine vuoto, 78 minuti meglio spendibili ed il rammarico per un'idea sulla carta veramente buona ma purtroppo rovinata da una sceneggiatura e regia (dalla caratterizzazione dei personaggi all'allestimento della fotografia) mortificanti.
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L'idea di base del film non era affatto malvagia: uno stavolgimento del concetto del caro Babbo Natale prodigo di doni e dolcezze a demoniaco dispensatore di punizioni a chi se le meriti.
Male fin dall'inizio dove la situazione viene delineata con un pressapochismo talmente gratuito e facilmente correggibile da chiedersi il perchè non si siano soffermati a girare 2-3 minuti (tanto pochi sarebbero bastati) a colmare le dissonanti lacune della storia.
Il film prosegue al limite dell'accettabile, scivolando sempre più nel grottesco fino ad un finale che neppure con concessione totale di licenza poetica ed allegorica risulta digeribile.
In conclusione: forse sarò troppo spietato, non me ne vogliano gli estimatori (?) di questo film, ma tutto quello che rimane dopo 78 minuti sono un pacchetto di patatine vuoto, 78 minuti meglio spendibili ed il rammarico per un'idea sulla carta veramente buona ma purtroppo rovinata da una sceneggiatura e regia (dalla caratterizzazione dei personaggi all'allestimento della fotografia) mortificanti.
Peccato.
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astromelia
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domenica 25 dicembre 2011
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sconcertante
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certo che tra le tante questa storia è sconcertante,e tuttavia girata con bambini,tra un macello di carne e un macello di umani che recitano degni di un thriller alla argento...non compratelo per i bambini, potrebbero rimanere sconvolti a vedere un babbo natale alla belzebù!babbo natale un sadico che bolliva i bimbi e li picchiava, vabbè raccontatetevela ma fare un film del genere ......
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lanterna d'ombra
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lunedì 9 agosto 2010
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sei stato buono quest'anno? arriva babbo natale...
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Ho avuto modo di partecipare per la seconda volta al Festival di Locarno, ricco di cambiamenti in questa 63° edizione: il direttore artistico Olivier Père (succeduto a Frederic Maire) ha voluto puntare su un cinema internazionale, riducendo la programmazione cinematografica, valorizzandone invece la produzione. Una scelta che ritengo vincente e al passo coi tempi.
Rare Exports: A Christmas Tale è una delle (piccole) sorprese di questo festival: un sovvertimento delle tradizioni, una rivisitazione dark ed umoristica di un Babbo Natale munito di corna, punitore di bambini disubbidienti e a capo di un esercito di folletti che sembra essere uscito da "L'alba dei morti viventi" di Romero. Al suo primo lungometraggio, Jalmari Helander riesce a costruire una vicenda originale, attingendo ad antiche leggende finlandesi, a personaggi tipici della tradizione natalizia (oltre a Santa Claus, ritengo che il finanziatore degli scavi sia la moderna caricatura dell'avaro Scrooge di Dickens) strizzando l'occhio a film hollywoodiani come La Cosa, E.
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Ho avuto modo di partecipare per la seconda volta al Festival di Locarno, ricco di cambiamenti in questa 63° edizione: il direttore artistico Olivier Père (succeduto a Frederic Maire) ha voluto puntare su un cinema internazionale, riducendo la programmazione cinematografica, valorizzandone invece la produzione. Una scelta che ritengo vincente e al passo coi tempi.
Rare Exports: A Christmas Tale è una delle (piccole) sorprese di questo festival: un sovvertimento delle tradizioni, una rivisitazione dark ed umoristica di un Babbo Natale munito di corna, punitore di bambini disubbidienti e a capo di un esercito di folletti che sembra essere uscito da "L'alba dei morti viventi" di Romero. Al suo primo lungometraggio, Jalmari Helander riesce a costruire una vicenda originale, attingendo ad antiche leggende finlandesi, a personaggi tipici della tradizione natalizia (oltre a Santa Claus, ritengo che il finanziatore degli scavi sia la moderna caricatura dell'avaro Scrooge di Dickens) strizzando l'occhio a film hollywoodiani come La Cosa, E.T. . Il film è dosato da una buona fotografia e una colonna sonora azzeccata; gli attori sono credibili nei loro ruoli.
Purtroppo, il film cade in fallo sul genere con il tentativo di creare un "horror per bambini": emerge un senso di superficialità nel suo sviluppo, determinato da un intento puramente commerciale, che rende difficile al film di scendere a patti con lo spettatore, come il visionario genio di Burton aveva saputo fare con la sua favola dark di "Nightmare Before Christmas".
Un film dunque godibile, capace di regalare qualche brivido e tante risate, ma senza quel lampo di genio che avrebbe fatto della sua originalità un piccolo capolavoro.
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