hal 9000
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venerdì 28 agosto 2009
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il "progetto filosofico" di wenders
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Ambientato nel 1999 senza nessuna trovata particolarmente originale "Fino all fine del mondo" è un road-movie indubbiamente ricco di fascino quanto però a tratti confuso e francamente noioso. Colpa anche di una sceneggiatura che si sforza troppo di cercare battute memorabili e frasi visionarie, perdendo di vista la logica narrativa per dare una spiegazione (poco) soddisfacente solo negli ultimi minuti.
Troppo ambizioso nel suo "progetto filosofico", che si rivela troppo schematico e meccanico, e se Wenders vorrebbe sottolineare "l'importanza della parola e del ricordo in un mondo ossesionato dall'immagine" [Paolo Mereghetti], paradossalmente sembra quasi di cogliere un messaggio contrario. Wenders è troppo presuntuoso nel filmare e non la smette di usare soggettive ed inquadrature che sembrano messe lì a bella apposta per stupire, ma che non fanno altro che irritare perche si sente che dietro la macchina da presa non c'è nè un Kubrick nè un Welles.
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Ambientato nel 1999 senza nessuna trovata particolarmente originale "Fino all fine del mondo" è un road-movie indubbiamente ricco di fascino quanto però a tratti confuso e francamente noioso. Colpa anche di una sceneggiatura che si sforza troppo di cercare battute memorabili e frasi visionarie, perdendo di vista la logica narrativa per dare una spiegazione (poco) soddisfacente solo negli ultimi minuti.
Troppo ambizioso nel suo "progetto filosofico", che si rivela troppo schematico e meccanico, e se Wenders vorrebbe sottolineare "l'importanza della parola e del ricordo in un mondo ossesionato dall'immagine" [Paolo Mereghetti], paradossalmente sembra quasi di cogliere un messaggio contrario. Wenders è troppo presuntuoso nel filmare e non la smette di usare soggettive ed inquadrature che sembrano messe lì a bella apposta per stupire, ma che non fanno altro che irritare perche si sente che dietro la macchina da presa non c'è nè un Kubrick nè un Welles.
Le scenografie sono a tratti affascinanti a tratti poco convincenti (specialmente gli interni), mentre la rileborazione in digitlae delle immagini (costata miliardi) dà l'impressione di aver voluto mettere troppa carne al fuoco.
Il cast di contorno è buono, ma a schricchiolare sono gli attori principali: se Neil è bravo, Hurt è troppo monocorde, mentre la Dommartin semplicemente disastrosa. Molto bella la colonna sonora
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[+] no
(di ariel999)
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monica
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mercoledì 4 giugno 2008
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fino alla fine del mondo
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Film dai grandi contenuti, espressi con grande maestria. Wenders resta uno dei miei registi preferiti.
[+] in effetti...
(di marco padula (scrittore))
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otto
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domenica 25 maggio 2008
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troppo sopravvalutato
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classico esempio di film in cui l'ermetismo è la scusa per solleticare la spocchia dei critici o di chi ritiene di essere un estimatore di film impegnati, che devono lasciare un messaggio, che se non si capisce un cazzo è meglio...
Ha avuto il successo che si meritava. Il passaggio nelle TV è sempre naturalmente a tarda notte...
[+] crassa ignoranza
(di anonimo153923)
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alex fdr
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venerdì 2 maggio 2008
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il cielo sopra il mondo
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La sintesi di tutto!Colonna sonora da 100 Oscar!J.Moreau da brividi!
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lucio
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domenica 2 dicembre 2007
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un film bellissimo
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lascio questa recensione per l'amore che ho nei confronti di questo super-road movies, per le musiche, le immagini e i contenuti tra il realistico e l'onirico.
Possibilmente vedere la versione integrale del film.
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adari
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martedì 22 maggio 2007
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golemiko
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All'inizio non capisci dove ti sta portando. Piano piano, ti avvolge, e ti fa entrare in un nuovo mondo, in cui si può vedere con gli occhi degli altri, in cui il tradimento e purificato da ogni languore umano, in cui la casualità può essere talmente definita da semprare pre-scritta. Non si può che rimanre colpiti da questo film, e come per Il cielo sopra Berlino continuare a vivere con questa spina che ti resta nel fianco.
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