writer58
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domenica 27 maggio 2012
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top world
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Alcune parole-chiave, quasi delle associazioni, che mi sono venute in mente subito dopo la visione di "Cosmopolis", ultimo lavoro di Cronenberg tratto dall'omonimo romanzo di De Lillo.
Bulimia: il protagonista è un giovane di 28 anni, ai vertici del capitalismo finanziario americano, una sorta di Zuckerberg di Wall Steeet, che ha accumulato un patrimonio di miliardi. E' affetto da una voracità compulsiva: di emozioni, di soldi, di proprietà, di sesso, di tempo, di controllo sul mondo, ma non è mai appagato. Più si "nutre", più l'insoddisfazione aumenta.
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Alcune parole-chiave, quasi delle associazioni, che mi sono venute in mente subito dopo la visione di "Cosmopolis", ultimo lavoro di Cronenberg tratto dall'omonimo romanzo di De Lillo.
Bulimia: il protagonista è un giovane di 28 anni, ai vertici del capitalismo finanziario americano, una sorta di Zuckerberg di Wall Steeet, che ha accumulato un patrimonio di miliardi. E' affetto da una voracità compulsiva: di emozioni, di soldi, di proprietà, di sesso, di tempo, di controllo sul mondo, ma non è mai appagato. Più si "nutre", più l'insoddisfazione aumenta.
Catastrofe: nella doppia accezione della pulsione di morte che s'impossessa del protagonista (un buon Pattinson che si è liberato dal ruolo del vampiro :-) e che ne determina l'autodistruzione e del collasso sociale, prefigurato da una New Iork scossa da movimenti insurrezionali e proteste situazioniste, come quella dei topi lanciati sugli avventori di una tavola calda.
Claustrofobia: quasi tutto il film si svolge dentro una limousine superaccessoriata che mi muove a passo d'uomo in una città paralizzata dal traffico. In quell'ambito Parker, il giovane miliardario, riceve le visite del medico, dell'amante, della consulente di teoria, di membri dello staff, della guardia del corpo. Un universo totalizzante e concentrazionario, dove la realtà è subalterna alle esigenze del magnate e non viceversa, acquisisce pregnanza solo se viene a contatto con lui.
Postmoderno: i dialoghi tra i personaggi sono irritanti e improbabili, cerebrali e intellettualistici, nella tradizione del miglior (o peggior, dipende dai punti di vista) De Lillo. Emerge un forte senso di straniamento che si associa agli scenari apocalittici evocati. La parola pare quasi sempre autoreferenziale, al di fuori di essa c'è solo la rottura violenta.
Asimmetria: la prostata del protagonista, il taglio dei capelli da un solo lato (la limousine si muove nel traffico convulso per raggiungere il barbiere di fiducia di Parker), il tentativo fallito di destabilizzare lo yuan, la moneta cinese, tutto ciò evoca un'asimmetria programmatica che compendia e rappresenta lo squilibrio principale, quello di un capitale che si riproduce ignorando le leggi del valore.
Il film di Cronenberg è cupo, potente, disturbante. Sarebbe un'opera grandiosa, se non fosse ispirata da un romanzo di un autore che non amo e che mi appare decisamente sopravvalutato. Tuttavia, come in "Crash" e in "Il pasto nudo", Cronenberg riesce a travalicare i limiti dei testi di riferimento e proporre lavori che godono di una piena autonomia e di un linguaggio proprio. Un linguaggio che rende il maestro canadese uno dei più grandi registi in circolazione.
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lizard_king
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venerdì 17 dicembre 2010
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tu vuò fà il napoletano
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Molto spesso capita di uscire dalla sala di un cinema chiedendosi :" ma cos'ho visto?" oppure " mi è piaciuto?".
Poi, dopo aver fatto due passi, le emozioni provate nel gran "salotto buio" svaniscono.
Per far cinema non basta raccontare una storia.. a volte anche la storia più grande finisce con l'annoiare.
Passione è uno di quei film il cui ricordo continua a passarti per la testa, le cui canzoni continuano a scorrere nelle tue vene ed a far vibrare le tue corde.. forse perchè la canzone italiana è figlia di Napoli (senza nulla togliere alle altre città) e forse perchè ogni qual volta si cerca di far baldoria, la canzone napoletana sale sul palco e per alcuni minuti cancella i confini italiani.
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Molto spesso capita di uscire dalla sala di un cinema chiedendosi :" ma cos'ho visto?" oppure " mi è piaciuto?".
Poi, dopo aver fatto due passi, le emozioni provate nel gran "salotto buio" svaniscono.
Per far cinema non basta raccontare una storia.. a volte anche la storia più grande finisce con l'annoiare.
Passione è uno di quei film il cui ricordo continua a passarti per la testa, le cui canzoni continuano a scorrere nelle tue vene ed a far vibrare le tue corde.. forse perchè la canzone italiana è figlia di Napoli (senza nulla togliere alle altre città) e forse perchè ogni qual volta si cerca di far baldoria, la canzone napoletana sale sul palco e per alcuni minuti cancella i confini italiani. Nessun Nord, nessun Sud. Solo Italia e voglia di far parte di questo "Paese".
Film Documentario che per 90 minuti ci fa da guida tra le caratteristiche strade del centro storico portandoci alla scoperta del sound napoletano e celebrando i pilastri della musica partenopea. Alzi la mano chi non ha mai sentito parlare di Lina Sastri, di James Senese, Peppe Barra e Massimo Ranieri.
Interpretazioni magnifiche, fotografia eccellente ed una Napoli felice, commovente, distrutta dalla guerra e "violata" dai carri armati, caotica con i suoi mercati e colorata dai numerosi turisti.
In cabina di regia un John Turturro che come un vero “Surdato ‘nnammurato” o meglio, “regista ‘nnammurato” dedica alla città cuore, anima, musica e tutta la sua arte e che si concede addirittura un momento di pura “pazzia” in una fumante solfatara e con una alquanto divertente “Caravan Petrolio” interpretata da un grande Fiorello.
Alla fine ci si lascia trasportare dalla voce inconfondibile di Pino Daniele e la sua "Napul’è" mentre la telecamera ci saluta con una Napoli dai vicoli stretti, tetti pieni zeppi di parabole ed i panni appena stesi che odoran di bucato.
Telegramma finale : “ Finchè c’è Musica c’è speranza”.
Vittoria Carrieri
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fight.club
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venerdì 28 maggio 2010
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ma dove sta la credibilità?
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questo commento non è rivolto in particolare a questo film ma in generale a tutti i film inchiesta, mi chiedevo come noi spettatori possiamo confrontare e confermare le notizie
che ci vengono riversate dalle scene di questi film, siamo davvero sicuri che siano davvero la verità ? io per quanto mi riguarda ne sono sempre scettico, aggiungo anche le notizie pubblicare sui giornali. Venendo al film della Guzzanti, conoscendo le sue frequentazioni e la sua appartenenza politica, non prendo in considerazione la sua filippica contro le istituizioni, ma non per motivi politici o di simpatia, ma solo perchè non sono sicuro se le cose che dice siano vere o cmq se vere inserite nel loro contesto generale essendo lei di parte.
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questo commento non è rivolto in particolare a questo film ma in generale a tutti i film inchiesta, mi chiedevo come noi spettatori possiamo confrontare e confermare le notizie
che ci vengono riversate dalle scene di questi film, siamo davvero sicuri che siano davvero la verità ? io per quanto mi riguarda ne sono sempre scettico, aggiungo anche le notizie pubblicare sui giornali. Venendo al film della Guzzanti, conoscendo le sue frequentazioni e la sua appartenenza politica, non prendo in considerazione la sua filippica contro le istituizioni, ma non per motivi politici o di simpatia, ma solo perchè non sono sicuro se le cose che dice siano vere o cmq se vere inserite nel loro contesto generale essendo lei di parte. un po di sano scetticismo non guasta. un saluto a tutti
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