Nel futuro rarefatto di William Bridges e Brett Goldstein, l'amore è un'illusione a cui ci aggrappiamo pur sapendo di perderla. Tra il reale e il possibile, un cinema di chiacchiera e d'attesa che nonostante l'audacia, sembra temere l'affondo.
di Eugenio Grenna La Rivista del Cinematografo
Nei non-luoghi d'un futuro distopico, spaventosamente simile al nostro presente, dove il tempo non esiste ma gli amori resistono, la società ricorda alla popolazione che non è mai troppo tardi per ricorrere al test del partner ideale: colui o colei che resterà per la vita, senza mai andarsene. Nessuna ricerca, nessuna attesa, se non quella del test da sostenere, chiaramente in assoluta solitudine, lontano da sguardi (o, ancor peggio, cuori) indiscreti. Ma se qualcuno dovesse rifiutarsi, convinto d'aver trovato l'anima gemella in modo del tutto naturale, travagliato e potenzialmente non ricambiato?
La premessa di All of You, l'esordio al lungometraggio di William Bridges - autore perlopiù di singoli episodi di serialità televisiva d'alta fascia - non brilla per originalità (basti pensare a Soulmates e Fingernails). [...]
di Eugenio Grenna, articolo completo (4007 caratteri spazi inclusi) su La Rivista del Cinematografo 3 ottobre 2025
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