Il grande caldo |
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Un film di Fritz Lang.
Con Gloria Grahame, Lee Marvin, Glenn Ford, Jocelyn Brando, Alexander Scourby.
continua»
Titolo originale The Big Heat.
Drammatico,
b/n
durata 90 min.
- USA 1953.
MYMONETRO
Il grande caldo ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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ad ogni visione sempre più bello
di brebertoFeedback: |
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martedì 20 maggio 2008 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Mi fanno ridere certi amici che si stupiscono perchè mi ostino a rivedere dei film per la quinta, sesta volta. Si chiedono come mai, tanto la storia la so già. Sarebbe come stupirsi perchè si rilegge un canto di Dante o una lirica di Leopardi. Rivedendo un film come IL GRANDE CALDO si ammira sempre più non solo la sceneggiatura ferrea, la complessità della vicenda poliziesca pur nell'obbedienza a certi stereotipi del genere noir, ma l'altissimo valore formale. La regia è calibratissima, come i movimenti di macchina, il montaggio, il fascino del bianco e nero (ricordi di Lang dei suoi anni di cinema espressionistico tedesco) e si apprezzano soprattutto certe scelte, come quelle di far avvenire fuori campo avvenimenti importanti, di particolare violenza: il poliziotto corrotto che si suicida all'inizio (sequenza magistrale) non si vede, solo la sua mano che afferra la pistola, poi lo sparo fuori campo e la sua testa che si reclina sul tavolo; la famosa scena del caffè bollente gettato in faccia a Gloria Grahame è pure basata sulfuori campo: si sente il suo urlo, ma non si vede il gesto di Lee Marvin e così pure lo scoppio dell'auto della moglie di Glenn Ford avviene fuori campo, mentre il poliziotto sta parlando alla bambina. Scelte geniali, proprio perchè apparentemente semplici, ma scelte da grande regista. Non è poi vero che i personaggi siano stereotipati, basti pensare alla ricchezza e duplicità del personaggio della dark lady, un misto di bene e di male, come la sua faccia alla fine. Il film è girato secondo schemi tanto classici che si avverte solo la grande naturalezza del flusso narrativo. Unico punto debole: la convenzionalità della presentazione di Ford in famiglia, ma anche questo fa parte degli stereotipi del genere che in questo film sono elevati a grandissimo livello. Dunque: il più importante film del Lang americano è forse il primo (Furia) per il suo forte impatto tematico, ma credo che IL GRANDE CALDO sia il più bello.
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