Police |
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Un film di Anne Fontaine.
Con Omar Sy, Payman Maadi, Virginie Efira, Grégory Gadebois, Aurore Broutin.
continua»
Titolo originale Police.
Thriller,
- Francia 2020.
MYMONETRO
Police
valutazione media:
2,59
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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romantico con velleità da denuncia socialedi figliounicoFeedback: 51365 | altri commenti e recensioni di figliounico |
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martedì 28 marzo 2023 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il plot di Police si risolve in una storia d’amore tra poliziotti, un racconto essenzialmente intimista e romantico che la Fontaine tenta di coniugare, con effetti paradossali per l’inverosimiglianza del punto d’unione, alla denuncia umanitaria sul trattamento riservato dallo Stato ai profughi rifugiati per motivi politici in Francia. La ripetizione delle stesse scene, riprese da angolature diverse, non aggiunge nulla al film, anzi risulta di una pedanteria noiosa, con la riproposizione delle stesse battute pronunciate dai medesimi attori, con l’unica novità di vederle da due prospettive differenti. Questa tecnica di montaggio ha un senso se dalla diversa prospettiva si evidenzia un particolare non visto nella prima, come accade in Human Capital di Meyers o in Vantage point di Travis. In questo caso la ripetizione è fine a sé stessa e la seconda sequenza è soltanto un inutile doppione della prima che fa sorgere il sospetto che si sia voluto risparmiare sul girato. Poco credibile, inoltre, che i tre poliziotti si facciano scrupolo di portare all’imbarco un profugo del Tagikistan perché dal rimpatrio deriverebbe la sua morte. Se i tutori dell’ordine si facessero di questi problemi dovrebbero venir meno al loro dovere tutte le volte cha la legge non coincide con la giustizia e, dato che la cosa accade spesso, il risultato sarebbe il caos o il fioccare di provvedimenti disciplinari. Per la Fontaine quest’aspetto è evidentemente secondario e posticcio rispetto al tema principale che le interessa mettere in scena, ossia il dramma della giovane madre in attesa di un secondo figlio dal collega amante. Risulta riuscita, invece, la caratterizzazione del terzo incomodo, il poliziotto più anziano, interpretato da un ottimo professionista, Grégory Gadebois, alle prese con una moglie bisbetica e con una personalità irrisolta. E’ una rappresentazione credibile dell’uomo comune che aspira ad essere altro da quello che è, ovvero, nella fattispecie, un semplice travet in divisa, ottuso esecutore di ordini, e che forse proprio grazie alla inverosimile ribellione della coppia di amanti al sistema riuscirà a guardare un nuovo giorno nascere da uomo libero. Buona la colonna sonora costituita per lo più da brani di musica pop francese ma con una perla inaspettata come Sodade di Cesaria Evora a sottolineare tuttavia a sproposito una scena d’amore tra i due protagonisti.
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