ultimoboyscout
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giovedì 5 dicembre 2013
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la paura sottoterra.
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Quattro malviventi travisati sequestrano un treno della metropolitana di New York minacciando di uccidere i passeggeri se non verranno esaudite le loro richieste di riscatto. Zachary Garber, tenente della Polizia ferroviaria viene incaricato di trattare. Il film è ben diretto da Joseph Sargent, è un thriller che rimane sempre teso e avvincente nonostante sia girato per la gran parte in un vagone di un treno all'interno di un tunnel della metropolitana. Ottima la scrittura di Peter Stone che sceneggia il romanzo omonimo di Morton Freedgood (o John Godey), la pellicola ha ispirato un remake con John Travolta e Denzel Washington, un film per la TV e ha sicuramente suggerito a Tarantino i nomi dei cani da rapina per il suo "Le iene".
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Quattro malviventi travisati sequestrano un treno della metropolitana di New York minacciando di uccidere i passeggeri se non verranno esaudite le loro richieste di riscatto. Zachary Garber, tenente della Polizia ferroviaria viene incaricato di trattare. Il film è ben diretto da Joseph Sargent, è un thriller che rimane sempre teso e avvincente nonostante sia girato per la gran parte in un vagone di un treno all'interno di un tunnel della metropolitana. Ottima la scrittura di Peter Stone che sceneggia il romanzo omonimo di Morton Freedgood (o John Godey), la pellicola ha ispirato un remake con John Travolta e Denzel Washington, un film per la TV e ha sicuramente suggerito a Tarantino i nomi dei cani da rapina per il suo "Le iene". Il ritmo è sempre elevato e incalzante, l'uso dello spazio è perfetto, dialoghi e personaggi sono discretamente curati: tutto questo rende la pellicola particolarmente curata, efficace e godibilissima. Eccellenti le interpretazioni dei due protagonisti: Matthau, nonostante il ruolo drammatico, delizia con battute al vetriolo e facce al limite del farsesco e Shaw, il leader dei sequestratori, personaggio dal look interessante e dotato di fascino, carisma e presa sul pubblico. Ma in assoluto la genialità sta nell'aver costruito un film di gran ritmo in una situazione del tutto statica, dove l'unico movimento è dato da alcune corse in superficie delle macchine della Polizia. Complessivamente meglio la grinta dei cattivi Shaw e Helizondo rispetto all'istrionismo di Matthau.
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elgatoloco
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mercoledì 11 luglio 2018
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ottimo film
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Questo"The Taking of Pelham One Two Three "(1974), di Joseph Sargent, da un brillante romanzo di John Godey, che negli anni Duemila ha conosciuto un remake ben diretto dal bravo(compianto)Tony Scott, con Washington e Travolta, è però più inquietante del remake , più seccamente calibrato nei tempi, con una suspense che viene fuori, diremmo, da tutti i pori... La metro presa in ostaggio, se il riscatto(molto elevato)non viene corrisposto, sembrerebbe essere un tema"non estraneo alla t r adizione", ma viene svolto con grande intelligenza, acutezza, capacità di interrogare la psiche umana; poi, e qui anche il bravissimo Washington e il pur bravo Travolta cedono, comunque, almeno in parte, qui alcuni interpreti sono "spettacolari".
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Questo"The Taking of Pelham One Two Three "(1974), di Joseph Sargent, da un brillante romanzo di John Godey, che negli anni Duemila ha conosciuto un remake ben diretto dal bravo(compianto)Tony Scott, con Washington e Travolta, è però più inquietante del remake , più seccamente calibrato nei tempi, con una suspense che viene fuori, diremmo, da tutti i pori... La metro presa in ostaggio, se il riscatto(molto elevato)non viene corrisposto, sembrerebbe essere un tema"non estraneo alla t r adizione", ma viene svolto con grande intelligenza, acutezza, capacità di interrogare la psiche umana; poi, e qui anche il bravissimo Washington e il pur bravo Travolta cedono, comunque, almeno in parte, qui alcuni interpreti sono "spettacolari". il bravissimo Walther Matthau, grandissimo, in questo duplice ruolo, drammatico e ironico(più che"comico"del tenente Garber, ossia dramma e ironia in un suolo personaggio), il comunque eccelso Martin Balsam e i più che bravi Hector Elizondo e Robert Shaw(gli anni del suo "lancio"americano, qui e in"Jaws"di Spielberg), insieme a Hector Elizondo-un trio più che rimarchevole... Interpreti eccelsi, quasi solo maschi nei ruoli principali, mentre qualche donna è da vedere tra i passeggeri della métro e nella squadra di controllo e verfica a terra.UN film, a tratti, praticamentee, "pefetto". El Gato
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figliounico
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domenica 1 ottobre 2023
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un grande matthau
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Walter Matthau, in un thriller d’azione del ’74 appartenente al sottogenere del caper movie e diretto da Giuseppe Sorgente, è uno spettacolo nello spettacolo che da solo vale la pena della visione di questo poliziesco tratto da un romanzo di Freedgood cui seguiranno diversi remake nessuno all’altezza dell’originale. L’antagonista di Matthau, nei panni dell’eroe positivo ma non del tutto convenzionale, non è il classico cattivo, impersonato da Robert Shaw, ossia il capo della banda di criminali che sequestra i viaggiatori di un vagone della metropolitana di New York minacciando di ucciderne uno al minuto scaduto l’ultimatum, ma un uomo comune di mezza età, affetto da un raffreddore traditore, licenziato ingiustamente dalla società dei trasporti che tenta di prendersi la sua vendetta, interpretato magistralmente dal grande caratterista Martin Balsam.
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paolp78
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domenica 7 luglio 2024
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solido e convincente
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Poliziesco avvincente diretto dal regista americano di origini italiane Joseph Sargent, che riesce a conferire alla pellicola un ritmo particolarmente incalzante: la narrazione procede senza incontrare intoppi o punti morti; il film ne beneficia venendo fuori come un prodotto di genere molto solido e ben confezionato.
La storia, che è tratta da un romanzo omonimo, è sceneggiata ottimamente ed ha il pregio di saper catturare l’attenzione dello spettatore, che viene coinvolto ed interessato agli sviluppi delle vicende narrate ed alle sorti dei personaggi.
L’ambientazione newyorkese contribuisce alla buona riuscita del prodotto, creando quell’atmosfera metropolitana che è perfetta in un film di questo genere.
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Poliziesco avvincente diretto dal regista americano di origini italiane Joseph Sargent, che riesce a conferire alla pellicola un ritmo particolarmente incalzante: la narrazione procede senza incontrare intoppi o punti morti; il film ne beneficia venendo fuori come un prodotto di genere molto solido e ben confezionato.
La storia, che è tratta da un romanzo omonimo, è sceneggiata ottimamente ed ha il pregio di saper catturare l’attenzione dello spettatore, che viene coinvolto ed interessato agli sviluppi delle vicende narrate ed alle sorti dei personaggi.
L’ambientazione newyorkese contribuisce alla buona riuscita del prodotto, creando quell’atmosfera metropolitana che è perfetta in un film di questo genere.
Non ci sono scene efferate o di violenza gratuita; viceversa la narrazione seppur improntata in senso drammatico, prevede di quando in quando l’introduzione di qualche battuta di alleggerimento, che risulta molto gradevole.
Non ci sono scene d’azione così spettacolari da rimanere impresse: la regia di Sargent sotto questo aspetto può definirsi senza infamia e senza lode.
Nei tre ruoli principali ci sono altrettanti grandi attori: Walter Matthau, che se la cava benissimo nella parte del tenente di polizia, pur dovendo limitare il suo talento umoristico, esibito solo a sprazzi; Robert Shaw, che invece è sicuramente a suo agio in un film d’azione come questo; ed infine l’ottimo Martin Balsam, forse autore della performance migliore. Al fianco dei tre protagonisti c’è una nutrita squadra di bravi caratteristi tra cui è Héctor Elizondo quello che si fa ricordare maggiormente.
L’idea dei nomi fittizi basati sui colori, che usano i rapinatori, è stata d’ispirazione a Quentin Tarantino per il suo “Le iene”.
Nel 2009 venne girato un remake dal regista Tony Scott.
Finale azzeccato, piacevole e ben pensato.
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