Siamo di fronte ad una fresca commedia francese. Agathe Robinson (una dolce Camille Rutherford), lavorante presso una libreria vecchio stile, ma di una calda umanità come essere a casa propria, è alle prese con un lutto irrisolto: suo padre aveva avuto un ictus mentre in auto stava guidando e trasportando sua madre e lei, e aveva causato la morte di entrambi i genitori, lasciandola incolume nel sedile posteriore. Sì, le era stata risparmiata la vita, e per molti spettatori questo potrebbe essere vissuto come un colpo di fortuna. Ma se analizziamo i lutti importanti come la morte di un figlio o di una figlia, il suicidio di un componente della famiglia, scopriamo che mentre i morti sono morti (e nell’Ade non c’è consapevolezza del lutto); per i superstiti incomincia un processo di rielaborazione della vita che potrebbe durare tutta l’esistenza, che potrebbe non essere coronato da successo, ma da privazioni, da rinunce, da senso di colpa, col rischio di non permettersi neanche quel poco di felicità, proiettando l’infelicità all’esterno.
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Siamo di fronte ad una fresca commedia francese. Agathe Robinson (una dolce Camille Rutherford), lavorante presso una libreria vecchio stile, ma di una calda umanità come essere a casa propria, è alle prese con un lutto irrisolto: suo padre aveva avuto un ictus mentre in auto stava guidando e trasportando sua madre e lei, e aveva causato la morte di entrambi i genitori, lasciandola incolume nel sedile posteriore. Sì, le era stata risparmiata la vita, e per molti spettatori questo potrebbe essere vissuto come un colpo di fortuna. Ma se analizziamo i lutti importanti come la morte di un figlio o di una figlia, il suicidio di un componente della famiglia, scopriamo che mentre i morti sono morti (e nell’Ade non c’è consapevolezza del lutto); per i superstiti incomincia un processo di rielaborazione della vita che potrebbe durare tutta l’esistenza, che potrebbe non essere coronato da successo, ma da privazioni, da rinunce, da senso di colpa, col rischio di non permettersi neanche quel poco di felicità, proiettando l’infelicità all’esterno. Inoltre con una indubbia differenza fra i maschi e le femmine. Sebbene la morte dei genitori poteva essere considerato un evento scontato, per Agathe non era stato così: aveva sviluppato una fobia verso l’automobile, non era stata in grado di sviluppare une relazione amorosa stabile e significativa, per esempio con Felix (un bravo Pablo Pauly ma con qualche importante deficit di accoglienza), si era adagiata a vivere come una zia single indirizzata verso lo zitellaggio, col rischio di sprecare la propria vita. Talentuosa ma discontinua nello scrivere, Agathe ha il pregio di essere un’amante della scrittrice inglese Jane Austen, la prima ad aver descritto ruoli femminili da femmina. Per quello che era riuscita a scrivere, Agathe viene invitata a partecipare presso la prestigiosa Jane Austen Residency nel Regno Unito, che esiterà una rinascita.
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